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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Tricase

Chiuso braccio di ferro con il Comune. A Tricase appalto mensa legittimo a La Fenice

Dopo il via libera di aprile da parte del Tar anche il Consiglio di Stato ha confermato l’aggiudicazione del servizio di refezione scolastica dopo un lungo contenzioso

TRICASE – Dopo il via libera del Tar, nell’aprile scorso, ora anche il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine sul lungo contenzioso per l’affidamento del servizio della mensa scolastica a Tricase. I giudici amministrativi di palazzo Spada, che non avevano accolto già la richiesta di sospensiva della sentenza del tribunale amministrativo, hanno ora legittimato l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta La Fenice srl di Galatone, risultata vincitrice della gara per l’affidamento del servizio di refezione nelle scuole avviata nel 2014. Subito dopo il completamento dell’iter di gara si è aperto infatti un lungo braccio di ferro tra il Comune e la nuova ditta aggiudicataria.

Ne è nato un contenzioso, svoltosi dapprima innanzi al Tar di Lecce e poi al Consiglio di Stato, originato da un provvedimento del Comune di annullamento dell'aggiudicazione inizialmente disposta in favore de La Fenice. Secondo i rilievi e contestazioni delle varie amministrazioni comunali, che si succedute a palazzo di città, la ditta non avrebbe fornito idonee garanzie sul possesso del centro cottura di emergenza. Da qui la decisione di revocare l’appalto appena assegnato, proseguendo in regime di proroga sino all’inizio del nuovo anno scolastico, e disponendo l’aggiudicazione alla seconda ditta partecipante. Da qui La Fenice srl, tramite il proprio legale Pietro Quinto, ha deciso di impugnare la revoca dell'aggiudicazione e contestualmente la nuova aggiudicazione in favore della Cir Food. Alla prima decisione favorevole del Tar, appannaggio della ditta, ha fatto quindi seguito il ricorso in appello del Comune al Consiglio di Stato che, con la sentenza depositata in questi giorni, ha chiuso definitivamente il lungo contenzioso considerando anche che una procedura, che doveva coprire il servizio per gli anni dal 2014 al 2017, ha visto terminare il suo lungo percorso proprio sul finire dell’anno in corso. Insomma, tra ritardi del Comune e tempi della giustizia l’appalto ha cominciato ad essere svolto quando doveva terminare.

In effetti l’amministrazione tricasina, dopo un lungo periodo di proroghe al vecchio affidatario, ha proceduto, all’inizio del corrente anno scolastico, ad affidare l’appalto a La Fenice, dopo che il Consiglio di Stato non aveva sospeso l’efficacia della sentenza favorevole alla ditta. Il tal modo l’attuale sindaco Carlo Chiuri e l'assessore ai servizi sociali, Sonia Sabato, sono riusciti a far garantire l’avvio del servizio mensa all’inizio di ottobre. Ora con la legittimazione segnata dal Consiglio di stato, La Fenice potrà continuare a svolgere senta ulteriori intoppi il servizio. “Interessante è quanto asserito dal Consiglio di Stato e cioè che una ditta che concorre ad una gara non può essere esclusa per ragioni diverse da quelle indicate nel bando di gara non essendo rilevanti i successivi chiarimenti seppure resi dagli stessi uffici comunali” spiega l’avvocato Quinto, “i giudici di Palazzo Spada hanno così voluto sottolineare il fondamentale principio di affidamento: i chiarimenti sono ammissibili ed utili quando servono a superare equivoci del bando o sue lacune. I giudici hanno così inteso assegnare all’amministrazione una funzione collaborativa che si concretizza in interventi chiarificatori e che consentono di superare dubbi nei concorrenti. Altro passaggio fondamentale della sentenza è che la stazione appaltante” prosegue il legale della ditta, “non può chiedere requisiti inutili ed esclusivamente gravosi per i concorrenti. Così, in particolare, il possesso di un centro cottura di emergenza è sufficiente che vi sia all’inizio del servizio mentre, per partecipare alla gara, è sufficiente che la ditta dichiari di averne la disponibilità, salvo poi metterlo nelle condizioni di operare prima della stipula del contratto. Insomma” conclude l’avvocato Quinto, “una decisione che fa applicazione i quei principi sostanziali di buon senso che devono guidare l’operato delle amministrazioni e che, nel rispetto dei partecipanti ad una gara, consentono di dare prevalenza alla sostanza senza inutili formalismi”.

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