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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Ciccio Prete”, il raddoppio dell’impianto Aqp lascia i problemi ambientali

Il servizio della programmazione strategica provinciale ha dato parere favorevole al potenziamento della depurazione proposto da Aqp. Ma Mangione avverte: “L’intervento appesantisce la situazione ambientale di San Cataldo”

VERNOLE - Con determinazione del 2 aprile scorso, il servizio Territorio, ambiente e programmazione strategica della Provincia di Lecce ha dato parere favorevole in sede tecnica alla compatibilità ambientale del progetto di potenziamento dell’impianto di depurazione di Lecce in località “Ciccio Prete” proposto dall’Aqp.

Secondo la nuova ipotesi progettuale, obiettivo dell’intervento è quello di incrementare il numero di abitanti equivalenti da servire con lo scarico da 94mila ad oltre 195mila. Si tratta dunque del raddoppio della struttura dell’impianto che dovrà raccogliere i reflui di Lecce, Surbo, Aria Sana, Borgo Piave, Campo Verde, Casa Simini, Casalabate, Castromediano, Complesso rieducazione minori, Frigole, Giorgilorio, Idrovore, Marangi, Masseria Cucchiari, Mezzagrande, San Cataldo, San Ligorio, Super Carcere, Tempi Nuovi, Torre Chianca, Torre Rinalda, Villa Convento, Villaggio Adriatico, Villaggio Dario per sversarli, una volta depurati, nel mare di San Cataldo, insieme a quelli delle zone industriali di Lecce e di Surbo “trattati” dall’altro depuratore di Ciccio Prete, gestito da Asi.

“Se l’intervento proposto – spiega il sindaco di Vernole, Mario Mangione -, da una parte migliora il sistema depurativo dei reflui rivenienti dalle aree suindicate, dall’altra appesantisce la già grave situazione ambientale nella zona di San Cataldo ove rimane invariato lo scarico attraverso la condotta sottomarina e, in occasione di piogge consistenti, lo sversamento sulla battigia di reflui misti (acque ‘bianche’ piovane e reflui ‘neri’ civili ed industriali) per nulla depurati, aggravando considerevolmente la già critica situazione”.

“La marina di San Cataldo, la zona delle Cesine e il tratto di mare antistante diventano, dunque – precisa Mangione -, il recapito finale di acque più o meno depurate rivenienti da un vastissimo territorio e da un considerevole numero di industrie e di abitanti: appare, questa, una grave contraddizione in termini sotto il profilo della reale tutela dell’ambiente e della buona politica, atteso che negli ultimi anni sono state impiegate ingentissime risorse pubbliche con la realizzazione si infrastrutture tecnologiche finalizzate al diverso recapito finale di quei reflui, faraoniche opere pubbliche mai entrate in funzione”.

Il comune di Vernole pone questa riflessione alla politica, ai cittadini, alle istituzioni, alle associazioni ambientaliste perché, con “serenità di giudizio” e “concretezza di obiettivi”, valutino, come precisa Mangione, “i reali problemi che il territorio vive in tema di ambiente e ciascuno, dopo attenta riflessione, si adoperi con convinta determinazione”.

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