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Giovedì, 28 Marzo 2024
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“Si dimetta chi non ha informato la città”. Divampa la polemica sugli estimi

Per Codacons la decisione di Palazzo Carafa di ricorrere al Tar per sospendere gli effetti del riclassamento è tardiva. C'è voluto oltre un mese perché i consiglieri venissero informati del diniego dell'Agenzia del territorio

LECCE – Il Codacons invita tutti i proprietari di immobili interessati dalla revisione della classe di appartenenza a presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale indipendentemente dalla decisione annunciata ieri dal sindaco di rivolgersi al Tar contro l’Agenzia del territorio non sospende i termini per il ricorso stesso. E per di più chiede le dimissioni di chi ha omesso per almeno cinque settimane di informare i consiglieri comunali della lettera con cui l’agenzia ha risposto di non poter sospendere gli effetti di un procedimento amministrativo già concluso, cioè il riclassamento.  

In virtù della revisione condotta, gran parte degli immobili, ad uno residenziale e non, presenti sul territorio di Lecce sono stati collocati nella classe superiore, il che implica una rendita catastale maggiore in media del 20 per cento. L’aumento delle aliquote dell’Imu, deciso poi in autunno e che ha avuto già i suo effetti pratici nella rata di dicembre, determinerà per 2013 un aggravio ulteriore perché calcolato sul nuovo valore catastale. La vicenda è all’ordine del giorno dell’agenda politica cittadina oramai da settimane.

La lettera, ha spiegato Perrone ieri in conferenza stampa, è datata 29 novembre ma è arrivata a Palazzo Carafa il 4 dicembre: Resta il fatto che il contenuto è stato reso noto ai consiglieri comunali, nonostante tra le due date si siano tenuti tre consigli (il 10, il 14 e il 21 dicembre), soltanto l’11 gennaio. Al Comune di Lecce restano dunque pochi giorni prima della scadenza dei due mesi per impugnare quella missiva mentre i cittadini devono calcolare lo stesso termine a partire dalla ricezione dell’avviso a firma dell’Agenzia del territorio.

Per Luisa Carpentieri, responsabile della sede leccese del Codacons, il tardivo ravvedimento dell’amministrazione comunale di tentare la strada del ricorso al Tar potrebbe provocare più danni che benefici: “Il procedimento amministrativo dell’Agenzia del territorio è comunque concluso e ci si trova adesso nella fase della notifica degli accertamenti. Sospendere la procedura in questa fase potrebbe significare che, per chi ha ricevuto l’atto di classamento e non provvede al ricorso in Commissione tributaria,  questo diverrà definitivo, mentre chi non ha ricevuto tale notifica godrebbe della – eventuale -  sospensione della procedura. Avremmo cioè persone che hanno subito un nuovo classamento con aumento delle rendite catastali (ormai diventate definitive) e persone più fortunate che vedrebbero sospendersi la procedura di riclassamento sino a non si sa che data”.

Secondo il Codacons “è paradossale che nel corso del 2012 non ci si renda conto che è stata introdotta l’Imu e che l’effetto combinato delle due iniziative avrebbe determinato un salasso insostenibile per moltissime famiglie leccesi. È paradossale che nonostante l’iniziativa sugli estimi la giunta comunale decida di applicare le percentuali più elevate previste per la determinazione dell’Inu. È paradossale che la decisione di impugnare il rifiuto di sospendere la procedura avvenga allo scadere del termine previsto per l’impugnativa davanti al Tar lasciando i cittadini di Lecce in balia degli eventi. È paradossale che in tutto questo tempo il Comune di Lecce non abbia pensato di informare la cittadinanza di quanto stava accadendo. E’ paradossale che il responsabile di tutto questo continui a restare al proprio posto”.

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