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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Comdata verso lo sciopero: gli operatori fermi per una settimana

L'astensione è stata proclamata dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil, dal 4 al 10 ottobre: "La flessibilità richiesta non permette la conciliazione con vita familiare"

LECCE- I dipendenti della sede leccese del call center Comdata sono pronti ad incrociare le braccia. Lo sciopero durerà una settimana, dal 4 al 10 dicembre, ed è stato indetto dalle segreterie provinciali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom unitamente alla Rsu aziendale.  

Lo sciopero sarà articolato per tipologia di contratto: i lavoratori con contratto full time e part time a trenta ore si asterranno dal lavoro nelle ultime due ore di ogni turno, mentre tutte le altri tipologie contrattuali nell’ultima ora di ogni turno.

La decisione è stata presa a maggioranza nelle assemblee, tenutesi nelle giornate del 30 novembre e 1° dicembre. Alla base della protesta vi è la rottura delle trattative che si è verificata durante l’incontro del 28 novembre a seguito dell’indisponibilità di Comdata a recepire le esigenze dei lavoratori .

Le lamentele degli operatori riguardo principalmente i turni di lavoro imposti dall’azienda già da alcuni mesi, che non garantirebbero una sostenibile coniugazione dei tempi di vita e di lavoro. I turni, infatti, sarebbero sbilanciati su orari pomeridiani, serali e notturni, domeniche lavorative per oltre due mesi consecutivi, turni di otto ore spezzati (sino a quattro ore di intervallo tra una prestazione e l’altra nella stessa giornata), richieste di orario straordinario e supplementare ossessive e continue a tal punto da configurarsi non più come eccezionali.

La flessibilità, richiesta dall’azienda, ha raggiunto livelli di insostenibilità tali da spingere il sindacato ad aprire una vertenza che dura ormai da diversi mesi, e che non ha mai trovato interlocutori disponibili a trovare soluzioni che rispondessero alle esigenze dei lavoratori.

“Comdata ha risposto che i turni di lavoro sono modulati esclusivamente sui cosiddetti picchi di traffico – puntualizzano i sindacalisti -: ciò è comprensibile ma non è sufficiente per le esigenze di questo sito. Si dovrebbe invece implementare con lavorazioni presenti anche su altri territori che prevedono attività anche in orari mattutini”.

Le organizzazioni sindacali sospettano, peraltro, che il sito di Lecce sia stato “scelto” per sperimentare nuove forme di flessibilità che in altri siti non hanno trovato proposizione e applicazione.

“Assistiamo, infatti, sempre più frequentemente a richieste di riduzione dell’orario di lavoro da parte di lavoratori nella speranza di conciliare meglio i tempi familiari e lavorativi , a diversi casi di dimissioni volontarie, a richieste continue di spostamento di commessa nella speranza di trovare un equilibrio più accettabile e delle lavorazioni meno faticose”, scrivono le categoria di Cgil, Cisl e Uil.

“Lo sciopero rappresenta una prima necessaria e dolorosa risposta – si legge ancora nel comunicato stampa diffuso dai sindacati -, sapendo che questo percorso si prospetta lungo e difficile, ma che non impedisce alla parte datoriale di ripristinare il confronto con le organizzazioni sindacali che sempre a Lecce sono state in grado di trovare soluzioni costruttive e soddisfacenti per tutte le parti in gioco”.

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