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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

“Un parco archeologico in piazza Tito Schipa”. Scende in campo un comitato

Fermare il cantiere che deve trasformare l'area in un centro commerciale e direzionale e la priorità. Sei realtà associative si uniscono per rilanciare la battaglia sulla destinazione dell'area dove già 40 anni addietro fu distrutto un convento rinascimentale

LECCE – Il 28 febbraio è in programma la “prima” del Comitato per la tutela dell’area archeologica dell’ex caserma Massa. Mentre è già in corso una petizione on-line alla quale hanno aderito docenti universitari, archeologi, architetti ma anche tanti semplici cittadini. Adoc, associazione Mario Perrotta, Forum Ambiente e Salute, Italia Nostra, movimento Valori e rinnovamento e Società di storia patria di Lecce mettono insieme la forza dell’attivismo civico per riportare al centro dell’attenzione cittadina la necessità di compiere ulteriori scavi archeologici in piazza Tito Schipa.

Sull’area dovrebbe essere edificato un centro commerciale e direzione, con parcheggi, ma i lavori, partiti dopo un iter farraginoso e complicato, si sono fermati dopo la rottura di una tubo del gas durante attività con mezzi meccanici. L’occasione, quindi, per i promotori del comitato di rilanciare una battaglia di trasformazione urbanistica.

La priorità è fermare il cantiere: “Il progetto, insostenibile ed obsoleto, di un centro commerciale con megaparcheggio interrato nella stessa area, minaccia la conservazione del sito archeologico e ne impedirà la fruibilità pubblica; oltre a incrementare il traffico e l’inquinamento nel centro della città e a danneggiare le piccole attività commerciali del quartiere, contribuendo alla progressiva desertificazione commerciale di Piazza Mazzini, già purtroppo in atto”.

“Un Parco urbano archeologico e verde è – questa invece la controproposta del nascente comitato - l’intervento necessario per salvaguardare e valorizzare tale area, adiacente alla cripta di Santa Lucia (unica a Lecce), al Castello Carlo V, ai teatri Apollo e Politeama. Occorre ricollocare nell’area la tettoia Liberty, quale punto di riferimento sociale e commerciale. Questi elementi, nell’insieme, possono costituire un unitario e articolato percorso storico ed architettonico, a tutela anche del contesto circostante”.

Molteplici le richieste indirizzate a Palazzo Carafa: individuare un’area sulla quale “delocalizzare” il centro previsto, sottoporre il progetto esistente a valutazione di impatto ambientale, promuovere ulteriori scavi archeologici e garantire, in ogni caso la completa fruibilità del sito. Il Comune di Lecce lo deve alla cultura e alla storia della città, a risarcimento della barbara distruzione del convento rinascimentale subita 40 anni fa per la folle scelta dell’amministrazione allora in carica. Lecce deve meritare concretamente il titolo di “Capitale Europea della Cultura”, tutelando e valorizzando le sue testimonianze”

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