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La Regione boccia il gasdotto. Merito anche della Caretta caretta

Ambientalisti, associazioni e comuni interessati tirano un sospiro di sollievo: il Comitato per la valutazione di impatto ambientale ha espresso parere negativo sull'opera proposta dalla Trans - Adriatic - pipeline

BARI – La Regione Puglia si mette di traverso rispetto al progetto della Trans-Adriatic-Pipeline di costruire un gasdotto dal Mar Caspio verso l’Italia. Il Comitato per la valutazione di impatto ambientale ha espresso, infatti, parere negativo sulla procedura. Lorenzo Nicastro, assessore all’Ambiente delle’esecutivo di Nichi Vendola ha compendiato – secondo quanto riportato da un’agenzia Ansa – le ragioni del diniego.

La documentazione – ha spiegato l’esponente della giunta - non è sufficientemente dettagliata per quanto riguarda le conseguenze sul territorio “in relazione alle realtà paesaggistico-ambientali e storico-culturali del Canale d’Otranto e del territorio nel Comune di Melendugno (Lecce), che insieme al comune di Vernole avevano espresso parere sfavorevole all’opera”. L'organo regionale ha recepito in maniera sostanziale le obiezioni redatte dalla Confocommercio di Lecce e dall'associazione "Tramontana" di Melendugno.

La scelta del Comitato è dovuta alla “carente documentazione tecnica - prosegue l'assessore - soprattutto in relazione al terminale di ricezione e riduzione della pressione del gas con capacità prevista di 20 miliardi di metri cubi all'anno e che interessa un'area di 92mila metri quadri”, oltre che a “valutazioni non sufficientemente convincenti sulle scelte di localizzazione, di impiego delle tecnologie”.

Nicastro ha fatto riferimento in particolare a “rischi di incidente rilevante dell'impianto progettato, l'ipotesi della realizzazione di una centrale termoelettrica a gas a ridosso dell'impianto con le ricadute sul territorio in termini di sicurezza, l’impatto del gasdotto sull'Ecomuseo di Acquarica del Capo e sulla riserva naturale statale Le Cesine, l'attraversamento di zone ricche di Posidonia Oceanica e Cymodocea (piante acquatiche, ndr) oltre che di aree individuate come di nidificazione della tartaruga Caretta caretta”.

Proprio in questi giorni, peraltro, dovrebbero schiudersi le uova depositate nella notte tra il 14 e il 15 luglio sull’arenile di Sant’Andrea e poi trasportate dagli esperti dei centri per il recupero delle tartarughe marine dell'Osservatorio faunistico della Provincia di Lecce Museo di Calimera e del Parco regionale Bosco e paludi di Rauccio sul litorale di San Foca, in una spiaggia ritenuta più sicura per la nidificazione.

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