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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Centro / Piazza Sant'Oronzo

Comizio Vendola, dipendenti Billa sul palco reclamano il diritto al lavoro

I 72 dipendenti hanno approfittato del palco allestito in Piazza Sant'Oronzo per il presidente della Regione, per reclamare l'intervento delle istituzioni: "Chiediamo congelamento della licenza e riapertura del tavolo regionale"

 

LECCE - In prima fila sotto al palco, in attesa che salga il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, si sono loro: i lavoratori di “Billa”, armati di striscioni e bandiera, e soprattutto della speranza che i 72 posti di lavoro storici dell’ipermercato di San Cesario di Lecce non vadano in fumo. Prima del comizio di Vendola a sostegno della candidatura a sindaco di Lecce del suo braccio destro, Loredana Capone, il palco per qualche minuto è tutto per loro. Microfono alla mano, chiedono alle istituzioni un atto di determinazione, nel congelare la licenza del gruppo Billa per restituirla al titolare, il Comune di San Cesario, e per reclamare l’apertura del tavolo regionale dopo il clamoroso flop del vertice romano presso il ministero dello Sviluppo Economico.

“In quella sede il gruppo Rewe ci ha dato l’ennesima dimostrazione di come non gli interessi nulla della sorte dei suoi dipendenti. L’unico suo obiettivo è mantenere la licenza, svincolandola dall’obbligo di ricollocazione che dovrebbe avere nei nostri confronti”, mi spiega un dipendente Billa. Uno dei tanti che negli anni è passato dalla cassa integrazione ai contratti di solidarietà, pensando che il suo sacrificio valesse la ripresa normale delle attività dell’ipermercato. E ora si ritrova con un pugno di mosche in mano e più ci pensa, e più è convinto di essere stato lasciato per strada “da un gruppo che, al pari di altri, è venuto qui nel Salento ad investire, godendo di agevolazioni, ammortizzatori sociali e sgravi fiscali, per poi andarsene, presentando a noi il conto”.

“Bisogna correre ai ripari”, ripetono i dipendenti che non hanno nessuna intenzione di sciogliere l’assemblea permanente all’interno del punto vendita dove alloggiano, giorno e notte. La licenza, per loro, deve essere congelata se non è finalizzata alla ricollocazione. Le soluzioni possibili passano anche attraverso la costituzione di una cooperativa, creata da loro stessi, per continuare l’attività di vendita all’interno dell’iper. “Non ci interessano gli ammortizzatori sociali che il gruppo Rewe ha pure rifiutato, né le attestazioni di solidarietà della politica. Il nostro obiettivo è continuare a lavorare e pretendiamo le istituzioni elaborino un piano per rendere appetibile l’acquisizione del punto vendita”.

Il conto alla rovescia (meno 120 giorni) verso il licenziamento collettivo, è già partito e secondo il sindacato Giuseppe Zimmari, segretario regionale Uiltucs, “preliminare ad ogni intervento e per impedire che il gruppo Rewe operi una pura e semplice operativa finanziaria, mantenendo salda nelle sue mani la licenza, è la restituzione della stessa licenza al titolare, il sindaco Antonio Girau”.

Uiltucs ha inviato una raccomandata al Comune di San Cesario in cui si legge che “non avendo l’azienda aderito alla cassa integrazione straordinaria, si deve dichiarare cessata l’attività della filiale di San Cesario. Ne consegue che non è possibile configurare l’ipotesi di sospensione dell’attività che avrebbe consentito a Billa AG il mantenimento della licenza per un anno”. “L’azienda è quindi tenuta alla restituzione della licenza ed il sindaco di San Cesario ha l’obbligo di procedere alla revoca della stessa”, conclude la lettera che il sindacato ha inviato, per conoscenza, anche alla Regione.

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