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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

La svolta di Anas sulla Ss 275 mette in subbuglio la politica

La società ha annunciato la revisione del progetto e la suddivisione in lotti, azzerando una procedura aspramente criticata dall'Autorità Anticorruzione

LECCE – Una decisione “intollerabile e inammissibile”. Così il consigliere regionale del Pd, Ernesto Abaterusso, ha bollato la decisione di Anas di procedere alla revisione del progetto per l’ammodernamento della Ss 275 e alla suddivisione in lotti per consentire un più rapido avvio dei lavori per la strada che da Maglie conduce al Capo di Leuca.

Ma nel Pd c’è invece chi ha commentato con soddisfazione, come il deputato Salvatore Capone, e chi addirittura ha esultato, come Sergio Blasi, componente dell’assemblea regionale. Positivo anche il commento di Cristian Casili, consigliere del M5S che ora chiede il massimo rispetto dei criteri di legalità, trasparenza e sostenibilità ambientale.

Sconcerto unanime sul fronte del centrodestra salentino. Il deputato Rocco Palese attacca Anas e Regione Puglia,  mentre il collega di Roberto Marti, anche lui del gruppo Conservatori e Riformisti, ha presentato una interpellanza ai ministri Delrio (Infrastrutture) e Poletti (Lavoro) per conoscere i dettagli del cronoprogramma dell’opera e gli interventi previsti eventualmente a sostegno dei lavoratori che attendono da anni l’avvio del cantiere.

Senza dubbio l’intervento di ieri di Gianni Vittorio Armani, presidente del nuovo corso di Anas dal maggio del 2015, a seguito al terremoto giudiziario che ha colpito i vertici della società, rappresenta il secondo punto di svolta nella tormentata vicenda che si prolunga da oltre 20 anni, durante i quali i costi sono lievitati fino a quasi 300 milioni, ben oltre il doppio dell’importo iniziale. Di alcuni aspetti della vicenda, si interessa anche la magistratura, in seguito agli esposti presentati da alcuni proprietari di terreni interessati dal tracciato, ma alla fine del 2012 la procura di Lecce decide di archiviare.

Ma qualche tempo dopo il primo colpo di scena legato agli sviluppi del contenzioso in sede ammininistrativa: è il luglio del 2014 quando il Consiglio di Stato ribalta il verdetto del Tar di Lecce annullando l’aggiudicazione della gara al raggruppamento di imprese capeggiato dal colosso emiliano Ccc a causa di “macroscopiche illegittimità” e indirizzando Anas verso la scelta che si è poi concretizzata nelle ultime settimane: revocare in autotutela l’assegnazione dell’appalto dirottandolo sul raggruppamento formato da Matarrese e Coedisal, originariamente quarto, oppure azzerare tutta la procedura concorsuale sapendo però di dover in quel caso versare una penale milionaria a favore di chi era stato penalizzato ingiustamente dalla prima aggiudicazione.

Ci ha pensato poi l’istruttoria dell’Autorità Nazionale Anticorruzione a sbarrare la strada anche al duo Matarrese-Coedisal stigmatizzando il ricorso a due polizze assicurative false (le imprese si sono difese sostenendo di essere vittima di un raggiro), oltre a bocciare tutti gli attori pubblici coinvolti nel procedimento per comportamenti non conformi alle leggi. Anas, che di questa storia è anche il principale responsabile per la gestione dell'intero iter, evidentemente d’intesa con il governo (che attraverso il ministero delle Infrastrutture ne ha il controllo) ha quindi preferito segnare una discontinuità rispetto al passato facendo una sorta di tabula rasa e garantendo che da adesso in poi si procederà il più speditamente possibile.

Chi ne esce meglio da tutta questa vicenda lo dice bene Diego De Lorenzis, deputato del M5S: “Questa è una grande vittoria storica della cittadinanza attiva che ha a cuore la tutela del territorio e la legalità: è riuscita a sconfiggere l’avidità di lobby affamate di denaro e la vigliaccheria dei partiti che da sempre sono stati complici”.

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