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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Valente: "Solidarietà a Giliberti". Ruberti: "Ombre inquietanti sul sistema"

Sugli sviluppi dell'inchiesta che ha toccato anche Palazzo Carafa si esprimono due dei candidati a sindaco nelle imminenti amministrative

LECCE – Sugli sviluppi dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza che ha portato oggi all’arresto di quattro persone e a sette provvedimenti di interdizione dai pubblici uffici (uno per l’assessore al Bilancio della giunta comunale uscente, Attilio Monosi), due dei sette candidati a sindaco di Lecce per le amministrative di giugno hanno inteso diffondere un comunicato stampa.

Il primo è Fabio Valente, del Movimento 5 Stelle: “Esprimiamo solidarietà al candidato del centrodestra Mauro Giliberti che, tornato da Roma su chiamata di Fitto, è costretto oggi a dover recuperare quella credibilità persa miseramente per fatti a lui non imputabili direttamente.  Il Movimento 5 Stelle, che ha fatto della legalità ed onestà dei propri rappresentanti un cavallo di battaglia, non intende strumentalizzare ed approfittare del momento di difficoltà estrema che attraversa il centrodestra leccese per rafforzare il consenso. La nostra forza è nei programmi presentati ai cittadini, è nelle idee che intendiamo realizzare per cambiare questa città. Sarà la giustizia a dare risposte ai cittadini e, al contempo, saranno  gli elettori del centrodestra a dare risposte, nel chiuso delle urne”.

Per Luca Ruberti, di Lecce Bene Comune, "non è di sicuro una sentenza di condanna, ma l’assessore al bilancio, a lungo in ballo anche per la candidatura a sindaco, la direttrice dello sportello antiracket, funzionari e dirigenti, sia attuali che ex, del Comune o dello stesso sportello, se pur con gradi diversi di coinvolgimento evidenziati dalle diverse misure adottate nei loro confronti, non sono nomi qualsiasi”.

“I nomi e i ruoli coinvolti – prosegue il candidato - gettano inevitabilmente ombre inquietanti sul sistema di potere che governa da anni questa città. Quella che sembra delinearsi, ma che spetterà alla magistratura accertare, è una modalità di gestione della cosa pubblica che più volte è stata oggetto delle nostre denunce politiche e che, a nostro parere, ha ridotto la città ad un bene di pochi, sacrificando i diritti di tutti coloro che, invece, avrebbero avuto maggior bisogno di trovare le istituzioni pubbliche al proprio fianco”.

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