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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Galatina

Il commento dell’ex sindaco: “Non sposo teoremi, ma guardo i fatti”

Nelle prime dichiarazioni da ex numero uno di Palazzo Orsini, Giancarlo Coluccia cerca di sfatare la nube di sospetti sul tema della legalità e bacchetta quanti hanno contribuito alla fine anticipata della sua amministrazione

GALATINA – Ha il volto provato di chi prova a gestire l’oggettiva difficoltà di una crisi sprofondata nel baratro dell’instabilità amministrativa, col garbo solito, che, però, lo contraddistingue. Giancarlo Coluccia, ormai ex sindaco, forse in prima persona fatica a credere che neanche dopo venti mesi la sua esperienza da primo cittadino sia volta al termine. Ma ha la lucidità di chi la politica e il territorio li conosce bene, per poter tentare una disamina di quanto accaduto. A partire dal tanto discusso tema della “legalità”, piomba come un’ombra sul suo governo.

“La questione fu affrontata da questa amministrazione sei mesi fa, quando per l’inaugurazione dell’anno giudiziario – spiega nelle prime dichiarazioni pubbliche -, qualcuno ebbe a dire che vi era una lente di in gradimento su Monteroni e Galatina. Mi sono attivato con tutti i poteri tecnico-amministrativa a mia disposizione e il problema sembrava assopito. Monteroni, invece, ha avuto degli strascichi. Ma di Monteroni non si parla più, invece, all’improvviso si parla di Galatina”.

“Non sposo teoremi – chiarisce -, cerco di guardare i fatti. E i fatti dicono che la questa amministrazione ha davvero tagliato i ponti col passato: ha cambiato un segretario, ha rifatto i regolamenti comunali, ha sottoscritto un protocollo antimafia”. Molte delle vicende sotto osservazione partirebbero dal lontano 2006 e “sono indagini a 360°” che riguardano “tantissimi fatti, apparentemente collegati tra loro”. Coluccia ribadisce che troppi giudizi siano stati impropriamente espressi sulla sua amministrazione, per episodi che risalgono ad un periodo in cui si sono avvicendati diversi governi, e sulla città.

C’è poi la “questione Csa”, con la richiesta di redazione da parte dell’amministrazione Coluccia di un capitolo d’appalto all’Ato (ente preposto alla gestione dei rifiuti) “indigesta” al Pdl, nonostante il “presidente del consorzio mi risulti sia dello stesso partito”. E, infine, la richiesta dei Socialisti di rivedere l’assetto di governo, con un consuntivo, che per l’ex sindaco, in tutte le amministrazioni, si fa a metà mandato. Sul gruppo che ha avviato il crollo della sua giunta, Coluccia dichiara: “I Socialisti sono molto bravi ad individuare le persone che possono vincere le competizioni elettorali, ma hanno dimostrato di non avere cultura di governo, sono refrattari all’amministrare. È la terza amministrazione, dopo quella di Rizzelli ed Antonica, che fanno cadere”.

Il farmacista ironizza anche sulla ritrovata “intesa” con il Pd: “Fino a qualche giorno fa, non avrebbero neanche preso un caffè assieme. È la politica, lo sappiamo”: “Ho mal riposto la fiducia -, ma, al contrario della vecchia amministrazione, non ho cambiato trenta assessori”. Tra le richieste dei Socialisti c’erano le deleghe personali del sindaco, per ottenere “visibilità”, come rimarca Coluccia.

“Come primo firmatario della mia sfiducia c’è Antonio Pepe, che ha tradito la mia fiducia e ha tradito non tanto i valori della sua appartenenza, perché è passato dal Pdl all’Udc, ma quelli della mia coalizione. Si è sempre caratterizzato per la sua voglia di arrivismo, tanto che aveva chiesto al Pdl la candidatura a sindaco. Poi non ottenendola, è passato dopo qualche mese nella maggioranza”. Per Coluccia, il consigliere Udc (ma dato già per promesso al Pdl), in cerca di “un posto al sole”, non ha saputo attendere, probabilmente, come chiarisce, perché si vocifera che proprio il partito berlusconiano gli stia prospettando la candidatura a sindaco: “Per quel che mi riguarda è una persona inaffidabile – ha chiuso Coluccia. Sulla sua possibile ricandidatura, Coluccia, invece, ha parlato di tempi ancora prematuri per sciogliere le eventuali riserve.

Negro (Udc): “Pepe parla a nome personale e non del partito”

E proprio sulla scelta di Pepe, interviene il commissario cittadino Udc-Galatina, Salvatore Negro, che puntualizza: “Il consigliere dimissionario Antonio Pepe parla a nome personale e non dell’Udc. Si assuma tutte le responsabilità della sua azione che ha contribuito allo scioglimento del consiglio comunale di Galatina”.

“L’Udc – ha sottolineato – non può essere utilizzato per giustificare e coprire azioni personalistiche e irresponsabili. Chi aderisce ad un partito ne sposa le idee e i programmi e si muove in base a queste direttive, rapportandosi con gli organi dirigenti dello stesso partito. L’ex consigliere Pepe, al contrario, ha preferito muoversi in perfetta solitudine e per ragioni sconosciute sia al segretario provinciale on. Salvatore Ruggeri che al sottoscritto”.

“Esprimiamo solidarietà al sindaco Coluccia – ribadisce Negro - confermandogli la fiducia dell’intero partito per il lavoro svolto. Ringraziamo per l’impegno profuso a favore della città di Galatina, sempre in sintonia con gli organi dirigenziali del partito, il vicesindaco Lilli Villani, il presidente del consiglio Cosimo Marra e il capogruppo Federica Franco. Come Udc, avendo valutato positivamente l’esperienza amministrativa e politica del sindaco Coluccia, nonostante i gravi e numerosi problemi ereditati dal passato, ci impegniamo da subito a sostenere una sua ricandidatura, pienamente convinti che dall’inizio del suo mandato ha agito sempre correttamente nell’interesse del territorio e dei cittadini di Galatina”.

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