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Cantiere in piazza Tito Schipa, il Comune esulta dopo l’incontro: “Intesa raggiunta”

Tavolo tecnico a Bari con la Direzione regionale dei beni culturali. L'assessore Messuti ha presentato una proposta di modifica al progetto per ottemperare alle indicazioni di tutela e valorizzazione dei resti della chiesa di santa Maria del Tempio

LECCE – Pace fatta tra Comune di Lecce e la Direzione regionale dei beni culturali. In un incontro a Bari è stata infatti raggiunta un’intesa sul cantiere nell’area dell’ex caserma Massa.  L’amministrazione cittadina ha proposto una rimodulazione del progetto che recepisce “sostanzialmente” le prescrizioni imposte con il parere della scorsa estate, davanti alle quali si era aperto un nuovo contenzioso: Palazzo Carafa e la ditta esecutrice, la De Nuzzo costruzioni, avevano presentato, e con successo, ricorso al Tar ma il ministero dei Beni culturali si era successivamente rivolto al Consiglio di Stato.

Oggetto del contendere la salvaguardia  dei resti della chiesa di santa Maria del Tempio e dell’annesso convento e la realizzazione di una piccola area archeologica fruibile. Il Comune di Lecce ritiene che con l’accordo odierno – che fa seguito ad una prima riunione tenuta lo scorso 28 ottobre – si sia posto fine alla battaglia giudiziaria e che il via libera al progetto esecutivo, così come rimodulato,  sia poco più di una formalità.

Al termine del confronto l’assessore ai Lavori Pubblici, Gaetano Messuti, ha riservato ringraziamenti un po’ a tutti: al sindaco, Paolo Perrone, agli uffici che hanno curato la “vertenza”, alla Soprintendenza regionale – che ha partecipato al tavolo insieme a quella di Lecce – “per l’impegno profuso nel cercare un equilibrio alle diverse esigenze per evitare che questa lunga vicenda restasse impantanata nelle aule giudiziarie” e soprattutto all’impresa che ha visto il cantiere di fatto paralizzato per anni e che era arrivata a minacciare una richiesta di risarcimento del danno.

Ma Messuti ha voluto anche stemperare i toni della polemica nei confronti di chi, in particolare il comitato spontaneo, si è opposto ad un progetto ritenuto incompatibile con le testimonianze storiche rinvenute negli scavi. E’ di ieri la notizia di un esposto presentato all’Autorità per i contratti pubblici per fare chiarezza sul rispetto di tutte le indicazioni di legge: il sospetto è infatti che sia stato tralasciato il parere archeologico preliminare.

Faranno parte integrante del progetto esecutivo le seguenti prescrizioni: ampliamento della superficie trattata a verde con indicazione delle specie vegetali; definizione dei materiali di finitura con predisposizione delle idonee campionature; definizione dei punti di appoggio delle strutture delle passerelle in relazione alla compatibilità con la conservazione delle murature antiche. L’eventuale ricollocazione dei frammenti architettonici sarà invece demandata ad un successivo accordo con le soprintendenze.

(Guarda la tavola)

“Ora – ha dichiarato Messuti - attendiamo il via libera al nuovo progetto per poter cantierizzare finalmente i lavori e rimarginare così una significativa ferita urbanistica aperta da decenni creando una cintura di collegamento tra la parte vecchia e nuova della città, valorizzando un’area che da troppi anni attende di essere riqualificata”. 

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