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Conapo, cartellino giallo all’amministrazione di Lecce sul volontariato

Giancarlo Capoccia contro l’iniziativa dell’assessore Guido di predisporre una “squadra speciale per la ricerca dei bambini smarriti nella folla”: “Compito dei vigili del fuoco. Amministrazione si muove fuori dalle normative”

LECCE - “Abbiamo letto con stupore quanto riportato dai media sull’apparato di sicurezza predisposto dall’amministrazione comunale, in occasione della festa dei Ss. patroni della città di Lecce. Stupore in parte dovuto alla ‘singolari caratteristiche’ di una particolare iniziativa, messa in atto dall’assessorato della protezione civile del Comune di Lecce”. Ad intervenire è Giancarlo Capoccia, segretario provinciale del sindacato autonomo dei vigili del fuoco, che si rivolge ai membri del governo di Palazzo Carafa, per esprimere sorpresa nel sentire parlare di “una squadra speciale per la ricerca di dispersi che opera da anni durante le feste e specializzata nella ricerca e ritrovamento dei bambini smarriti nella folla”.

“Così il Co.Na.Po. – prosegue -, seguendo il principio dell’umiltà, si è chiesto se si trattasse di una vera e propria rivoluzione in campo mondiale o una spaventosa lacuna professionale di qualche ‘addetto ai lavori’? Dopo qualche ricerca abbiamo potuto appurare che questa ‘specializzazione’ esiste solo a Lecce, ergo, non esiste! È stata inventata per l’occasione!? Quali soccorritori professionisti, da sempre ci occupiamo di persone disperse, di ogni età. Esistono procedure operative specifiche, all’interno di cui sono previsti casi particolari per i quali si adottano piccole variazioni dei protocolli, come ad esempio si fa per i malati di alzheimer o gli autistici, ma di protocolli dedicati alla ricerca dei bambini dispersi nelle feste non ci era mai capitato di sentirne parlare”.

Il Co.Na.Po. ammette di dover registrare come negli ultimi tempi si sia purtroppo assistito da parte dell’amministrazione comunale e dell’assessore Andrea Guido in particolare “ad un frequente sconfinamento dalle proprie attribuzioni istituzionali, verso quelle del Ministero dell’Interno e del soccorso pubblico in particolare. In tale ottica, si fa sovente impiego dei volontari di protezione civile per l’assolvimento di compiti ai quali non sono preposti e per i quali si dovrebbe inoltre accertare il possesso della necessaria preparazione professionale”.

“Tali compiti – precisa Capoccia - esulano comunque dalle previsioni di legge sulle attività di protezione civile e riguardano specificatamente l’attività di soccorso pubblico. Giova ricordare che già Guido Bertolaso, nell’allora sua veste di Capo Dipartimento della protezione civile, intervenne sull’argomento con una nota ufficiale, chiarendo che i servizi effettuati dai volontari in occasione di feste patronali, concerti, ecc. non sono attività di protezione civile e che per tanto non possono e non devono essere presentate ed effettuate come tali. Assistiamo invece, continuamente, all’uso, si deve a questo punto dire improprio, di volontari, mezzi ed emblemi della protezione civile in tali ambiti”.

Capoccia ricorda come l’attuale numero uno della Protezione Civile, Franco Gabrielli, abbia evidenziato che dall’esame del contesto normativo si trae agevole conferma che non sono attribuite funzioni in materia di svolgimento dei servizi di soccorso tecnico urgente che restano di competenza esclusiva del Corpo nazionale dei vigili del Fuoco: “Ed invece – controbatte - il comune di Lecce organizza addirittura una squadra di soccorso acquatico, dotandola di relative attrezzature. Dobbiamo subito dire che il Co.Na.Po. riconosce l’enorme importanza del volontariato di protezione civile nell’ambito del sistema di p.c. italiano e nell’ambito del sociale più in generale”.

“Siamo sostenitori di un volontariato serio e responsabile – asserisce -, opportunamente integrato nel sistema di p.c., secondo le effettive capacità e previsioni di legge. Non di quello che mira a chissà cosa, finendo per inventarsi continui tentativi di sostituzione delle amministrazioni pubbliche ed operando inoltre pericolosi sconfinamenti istituzionali. Se però è comprensibile che la buona volontà e la non perfetta capacità informativa ed organizzativa di tante associazioni, possano indurre queste a commettere errori in tal senso, altrettanto non è per gli organi comunali che hanno il dovere di ben governare la cosa pubblica”.

Il segretario ribadisce che le attività svolte dai volontari sotto il nome della protezione civile pongono problemi di vario genere: il mancato rispetto della legge; l’assenza dei requisiti professionali indispensabili per effettuare soccorso pubblico; l’impegno di risorse economiche per scopi non in linea con le previsioni normative; l’inefficienza nell’uso delle risorse pubbliche.

“Non sappiamo – conclude - per quali motivi l’amministrazione comunale si muova al di fuori della normativa e, aggiungiamo noi, del buon senso, nell’impiego dei volontari di p.c. Invitiamo inoltre l’assessore Guido e gli amministratori pubblici che si sentissero coinvolti, ad un confronto pubblico ed aperto sul tema. Il tutto ovviamente solo ed esclusivamente con intento costruttivo, al fine del bene della comunità”.

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