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Lodo Leadri, scontro sui contenziosi milionari: il Pd abbandona l’aula

Approvato il riconoscimento del debito fuori bilancio per il secondo lotto della Tangenziale Est, ma nella maggioranza molte le assenze. Il Pd chiede l'aggiornamento: la Regione Puglia è pronta ad intervenire, ma il Comune deve bloccare i contenziosi

LECCE – Il consiglio comunale di Lecce ha approvato il riconoscimento del debito fuori bilancio di 9 milioni di euro nei confronti dell’associazione temporanea di imprese formata da Leadri srl e Cocemer spa, in esecuzione del secondo lodo arbitrale seguito alla costruzione della Tangenziale Est.

La relativa delibera, emendata, è passata con i voti della maggioranza più quello del sindaco, Paolo Perrone. Diserzioni da una parte – diversi erano i consiglieri di centrodestra assenti - e dall’altra dunque, posto che il Partito democratico aveva richiesto di aggiornare il punto in virtù del nuovo disegno di legge regionale che metterebbe a carico della Regione Puglia l’intero importo dei tre lodi – 23 milioni - a condizione che l’amministrazione comunale chiuda una volta per tutte la partita relativa ai contenziosi in corso, pari al momento a 10 milioni di euro, tra rivalutazione monetaria ed interessi vari.

Come a dire che il Comune, forte della garanzia regionale sul soddisfacimento dell’importo complessivo dei lodi, emessi da anni, dovrebbe trattare con le aziende la rinuncia agli oneri aggiuntivi, con i quali, praticamente, di tangenziale se ne potrebbe costruire un’altra. Perrone ha riconosciuto la complessità della questione e la delicatezza dell’eredità ricevuta dalle amministrazioni precedenti alla sua, ricordando il gioco di sponda tra governo ed enti locali, quando era ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto, per liberare risorse per investimenti (il cosiddetto Piano per il Sud), ma ha deciso di non accogliere la richiesta di rinvio ed ha tirato dritto.

aula_opposizione-3A quel punto Antonio Torricelli, Loredana Capone e il gruppo democratico hanno abbandonato i lavori. Già in conferenza dei capigruppo si era avuto sentore della volontà dell’esecutivo cittadino di chiudere il discorso entro la seduta odierna dell’assise cittadina: Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune, aveva infatti chiesto, ma senza successo, il rinvio del punto in ragione della sua preannunciata assenza per motivi di lavoro.

La tangenziale, secondo Torricelli che segue la vicenda sin dall’inizio, è costata oltre 60 milioni di euro: 21,7 milioni per il primo lotto, 16 per il secondo più i 23 milioni derivanti dalle decisioni degli arbitri. Non solo: Altri 10, come s’è detto, incombono su Palazzo Carafa e le ditte interessate non sembrano per nulla disposte a chiudere un occhio: dopo aver inviato una lettera di diffida per la corresponsione dei 9 milioni di euro – quelli di cui si è discusso oggi – direttamente alla Regione Puglia, l’associazione di imprese ha depositato anche un ricorso al Tar, il 22 maggio, e la relativa udienza è prevista ad ottobre. D’altronde la legge è chiara: dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione della decisione degli arbitri, infatti, decorrono gli interessi legali e moratori.

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