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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Aumento delle rendite catastali, il Consiglio tenta una via d'uscita in extremis

Serrato confronto tra Carlo Salvemini, che aveva segnalato le conseguenze del riclassamento sulle tasche dei proprietari di immobili, e il sindaco Perrone che ne ha difeso l'equità. Voto unanime per un ordine del giorno bipartisan

LECCE – Il consiglio comunale di oggi ha vissuto il suo momento clou nel dibattito sulla revisione degli estimi catastali affidata dall’amministrazione comunale nel 2010 all’Agenzia del territorio e conclusasi con una rivalutazione considerevole della maggior parte degli immobili leccesi, cioè un aumento della base imponibile che dovrebbe portare i proprietari  a subire un inasprimento della pressione fiscale già dal 2013 ai fini Imu (che ha già subito un aumento di suo) e Irpef.

Le conseguenze sulle tasche dei proprietari di abitazioni e locali erano già state illustrate in una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi da Carlo Salvemini e Saverio Citraro, di Lecce Bene Comune, che oggi hanno presentato una mozione per chiedere la revoca della delibera con cui la giunta, due anni addietro,  diede all’agenzia il mandato di procedere al riclassamento: “Lo facemmo per ragioni di equità e mi chiedo se fece male allora, l’amministrazione, a chiedere l’aggiornamento degli estimi fermi al 1991”, ha ribadito il sindaco in una replica alla presentazione della mozione in cui non ha risparmiato un certa durezza nei confronti di Salvemini, offrendo poi all’aula numeri e premesse diversi rispetto a quelli illustrati poco prima agli altri consiglieri dall’esponente della minoranza.

“Non è vero che l’attività riguarda il 95 per cento degli immobili, ma solo il 47 e alcune categorie di abitazioni sono escluse a priori”, ha precisato Perrone citando documenti della stessa agenzia. Le cifre sono diverse ma vere entrambi; la differenza infatti è presto spiegata: il sindaco si è voluto riferire solo alle abitazioni, Salvemini a tutti gli immobili passibili di riclassamento, dunque anche a quelli ad uso non abitativo.

Il primo cittadino ha anche aggiunto che gli estimi relativi a Lecce “sono e restano e i più bassi di Puglia”, pur convenendo sull’inopportunità, in questo momento storico, di aggravare la pressione fiscale: per questo si è detto disponibile a discutere con l’Agenzia del territorio di come neutralizzare gli effetti della revisione degli estimi. In questa direzione si è mossa la sua maggioranza presentando un ordine del giorno, primo firmatario Pierpaolo Signore che ha anche accennato ad un “fermento generale” nel centrodestra rispetto all’opportunità di fermare l’iter in corso.

Il centrosinistra – con Loredana Capone, Antonio Rotundo, Luigi Melica – ha però giudicato questa iniziale posizione troppo debole perché avrebbe affidato all’agenzia, senza nessuna certezza sull’esito, il compito di valutare la fattibilità di un passo indietro.

E’ subentrata poi la mediazione di Antonio Torricelli del Pd che ha “corretto” l’ordine del giorno di Signore, rendendo il mandato del sindaco più incisivo: tutti i consiglieri presenti in aula hanno espresso voto favorevole. Salvemini ha comunque chiesto che prima venisse votata la sua mozione – “perché di scelta politica si è trattato nel 2010”  - che però è stata bocciata con 20 contrari, due astenuti, tre favorevoli. Perrone ha ora il compito di verificare la percorribilità di una via d'uscita in extremis che possa allentare il peso della tassazione, ma tutto adesso dipende dalle risposte che, legge alla mano, darà l'Agenzia del territorio: non è detto, e su questo erano tutti d'accordo, che si possa fermare il procedimento già avviato.

Luigi Melica, Udc: “Il riclassamento non è equo, le microzone sono troppo ampie”.

A caldo arriva il commento del consigliere dell’Udc, Luigi Melica, che riconosce a Salvemini il merito di aver portato in consiglio una questione sulla quale l’amministrazione non aveva proferito parola: “La maggioranza ha presentato un ordine del giorno volto a ottenere gli stessi effetti della revoca, ossia ha chiesto all’Agenzia del territorio di sospendere gli effetti del procedimento di riclassamento chiesto dal Comune nel 2010".

“A questo punto, qualora l’Agenzia delle entrate non dovesse accettare di sospendere tale procedimento, sarà mia cura chiedere al consigliere Salvemini di ripresentare mozione di revoca”.

“Continuo a nutrire seri dubbi, però, sull’equità dell’utilizzo del riclassamento automatico, poiché le microzone individuate rappresentano aree troppo vaste, per venire compiutamente a capo delle singole situazioni. A mio parere, andrebbe seguito il procedimento ordinario, per come è indicato dall’art. 61 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 1142 del 1949. Questa sarebbe equità”.

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