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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Piazza Mazzini Giuseppe

Anche la comunità islamica locale in piazza contro il terrorismo. Ma latitano politici e cattolici

Il rendez-vous era fissato per le 16,30, in piazza Mazzini, per dare vita al corteo di condanna alla strage di Parigi. Hanno partecipato poco più di cento cittadini, italiani e stranieri, alla manifestazione voluta dalla comunità senegalese salentina, e alla quale ha anche preso parte l’imam della moschea leccese. Rarefatta, invece, la presenza degli esponenti politici e del mondo cattolico

LECCE  - Una bottiglia d’acqua svuotata sulla pavimentazione per benedire, col rito islamico, Piazza Mazzini. E’ stato battezzato così il corteo leccese che avrebbe dovuto unire la comunità laica, quella cattolica e quella del profeta Maometto. I colori delle bandiere del Senegal, Marocco, Tunisia e pure Cuba, non sono stati sufficienti però a incollare gli intenti. Ne è venuta fuori una Lecce assente, in una manifestazione nella quale vi erano più poliziotti e carabinieri che partecipanti: poco più di un centinaio in tutto.

Organizzata dal portavoce della comunità senegalese a Lecce, Diouf Mohamed, la manifestazione si è snodata nei cinquecento metri che separano le due piazze principali della città. Una colonna di uomini e donne, stranieri e italiani, laici e credenti - forse meno multicolore di quanto si pensasse-  ha sfilato con le candele in mano per condannare pubblicamente i fatti accaduti esattamente una settimana addietro a Parigi, in una delle numerose stragi a firma dell’Isis.IMG_6689-2

Diouf Mohamed ha tenuto a precisare che il collettivo “no”, quel “not in my name” che la comunità isalmica ha urlato in tutto il mondo,  vale anche per tutte le guerre e tutti i bombardamenti. Compresi quelli in corso da parte della Francia in una parte della Siria. “Per ammazzarne uno, pagano tutti gli altri, bambini compresi”. L’urlo, dunque, verso ogni tipo di violenza. Raggiunta Piazza Sant’Oronzo, un cordolo di fiaccole ha circondato la “Lupa”, in un simbolico abbraccio umano di tutta la comunità. Di ogni credo, di ogni ideologia politica e per coloro che non hanno né l’una, né l’altra.

Non hanno contattato altre comunità islamiche in vista dell’evento. Si sono sentiti informalmente, questo sì, e presto potrebbero organizzarsi in manifestazioni anti terrorismo meglio strutturate e più partecipate. L’appuntamento di oggi, insomma, si augurano possa essere un “test”, l’inizio di una serie di incontri e dialoghi con tutto il resto della comunità leccese. C’era anche l’Arci, la Casa delle Donne e diverse altre associazioni. Poi c’era l’imam della comunità islamica di Lecce, Saifeddine, ma mancavano i sacerdoti. E  mancava il vescovo.

La guida spirituale muIMG_3436-3sulmana ha condannato severamente l’accaduto, accusando gli stragisti di “Spaccare ciò che fino ad ora è stato costruito”. Ma il mondo cattolico non era il solo grande assente. Rarefatta, infatti, a anche la partecipazione degli esponenti i politici: erano presenti ll’assessore comunale alle Politiche ambientali Andrea Guido, raggiunto dopo il consiglio comunale anche dal sindaco Paolo Perrone. Ma sono state registrate soprattutto le latitanze della sinistra, che dell'integrazione ha fatto da sempre la propria bandiera, fatta eccezione che per il deputato democratico Salvatore Capone, e il sindaco di San Cesario di lecce, Andrea Romano.

Bandiere, sorrisi e foto con il sindaco

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