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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Costi alti, poche vendite e tante irregolarità. "Si smantelli la Celestini Srl"

I consiglieri di minoranza della Provincia hanno presentato un'interrogazione al presidente Gabellone. La società creata per dismettere il patrimonio immobiliare ha generato pochi frutti e molti debiti. Ed è pure sotto la lente della Corte dei conti. E allora, ha ancora una ragion d'essere?

LECCE – Far quadrare i conti a Palazzo dando l’addio alla Celestini Srl. Quello che ormai è visto come un carrozzone pieno di falle e che produce solo spese. “L’attività per la quale è stata costituita potrebbe essere direttamente svolta dall’ente, con una considerevole riduzione dei costi che, è bene ricordare, sono sopportati  interamente dalle spalle dei cittadini”, chiosano oggi i consiglieri di minoranza alla Provincia di Lecce, Sergio Signore, Mauro Gaetani, Antonio Coppola, Nunzio Dell’Abate, Danilo Scorrano e Giovanni Siciliano. E sul caso hanno inviato un’interrogazione a firma congiunta al presidente Antonio Gabellone.  

La Celestini Srl è venuta al mondo il 3 dicembre del 2011. E’ una società di cartolarizzazione, partecipata al 100 per cento dalla Provincia di Lecce, il cui fine è “la valorizzazione, la gestione e la parziale dismissione del patrimonio immobiliare”. Amministratore unico, a costo zero, inizialmente era il direttore generale dell’ente, Giovanni Refolo.

I problemi sono davvero tanti, secondo i consiglieri di minoranza, che ricordano come quasi all’atto della sua nascita nel Celestini Srl, “per completare la fase iniziale dell’operazione di cartolarizzazione” abbia da subito “contratto con Unicredit un prestito pari a 6 milioni di euro”.

Dal 2012 e fino ai primi di quest’anno, ha poi pubblicato avvisi per l’alienazione di vari immobili. Fra questi spiccano il palazzo che ospita la questura, il complesso “La Badessa” sulla via per Casalabate, l’ex convento dei Cassinesi, quest’ultimo diviso in lotti. Esito? “La vendita di soli cinque lotti dell’ex Convento dei Cassinesi per 918mila e 124 euro”. Poi, che nel luglio scorso, “è stato alienato l’immobile Castello Pio di Casarano per un importo di 1 milione e 206mila euro”. Ben magro bottino per Palazzo dei Celestini.

La schiera di consiglieri di minoranza aggiunge che, con un decreto del 10 giugno 2013, il presidente Gabellone “ha designato quale amministratore unico della Celestini Rrl in questione il dottor Salvatore Scarciglia, successivamente nominato dall’assemblea della società, che ha stabilito il relativo compenso in 2mila euro mensili al netto degli oneri contributi, presidenziali ed erariali (circa  40mila euro lordi annuali)”.

E così prosegue: “L’ultimo avviso di vendita del patrimonio immobiliare pubblicato dalla società, con scadenza 25 novembre 2014, ha prodotto solamente l’alienazione di un lotto dell’ex Convento dei Cassinesi, per un importo di 297mila e 50 euro, a fronte della somma complessiva messa all’asta corrispondente ad oltre 17 milioni di euro”.  Insomma, fra le righe è come dire che gli obiettivi sono ancora ben lontani.

Va poi menzionato che “il bilancio della Celestini Srl, negli esercizi 2012 e 2013 ha generato perdite rispettivamente pari a 85mila 674 euro e 435mila 570 euro, a causa del rallentamento del programma di alienazione rispetto a quello previsto dal business plan, che ha comportato un prolungarsi dell’esposizione debitoria della  società con Unicredit, disavanzi ripianati dalla Provincia di Lecce, socio unico, con la ricapitalizzazione prima di 95mila 675 euro e successivamente di 445mila 570 euro”.

Insomma, se la sua fondazione, all’inizio è apparsa giustificata da una condizione di difficile contingenza economica, la spesa delle risorse umane che compongono la struttura amministrativa restano a carico della Provincia di Lecce, tranne quella di circa 40mila euro per il compenso relativo all’amministratore unico.

Secondo l’opposizione, “gli introiti dalla vendita dei cespiti realizzata nel 2014 non saranno sufficienti a coprire neanche il debito di 6 milioni di euro contratto con Unicredit, il quale nel frattempo avrà generato ulteriori interessi pecuniari a carico dalla Celestini Srl”. E non ci sono soltanto i costi sostenuti e che verranno. C’è da ricordare anche “quanto rammentato dalla Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per la Puglia, nella deliberazione numero 156/Prsp/2014, a seguito del controllo effettuato sul rendiconto 2011 della Provincia di Lecce”.

E il giudizio è stato certo lusinghiero. I magistrati hanno infatti rilevato violazione di norme dovuta alla tardiva approvazione del rendiconto 2011, alla presenza di residui passivi derivanti da indebitamento, non movimentati da oltre due esercizi e l’errata o non motivata imputazione di voci di spesa nei servizi per conto terzi.

Hanno poi riscontrato irregolarità nel costante superamento del parametro di deficit strutturale e nell’esistenza di un considerevole saldo negativo. E ancora: ingenti residui attivi vetusti di incerta esigibilità o sussistenza che rendono inattendibile il risultato di amministrazione e la costante presenza di grossi debiti fuori bilancio. Più tutta un’altra serie di voci che destano perplessità (qui il documento completo).

E a questo punto, anche rifacendosi alle linee della Legge di stabilità 2015 in tema di società partecipate da enti pubblici, i consiglieri si domandano se l’amministrazione provinciale ritenga ancora necessario mantenere in esercizio la Celestini Srl con tutto il suo carico di punti interrogativi.  

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