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Venerdì, 19 Aprile 2024
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D'Alema incorona Loredana Capone: "Il sindaco utile per Lecce"

Un Massimo D'Alema a 360 gradi. Indica la vincitrice delle primarie come il futuro sindaco di Lecce e gli ultimi mesi travagliati della politica italiana, dall'insediamento del governo Monti al ruolo della politica che verrà

LECCE – Un Massimo D'Alema a 360 gradi. Che percorre gli ultimi mesi travagliati della politica italiana, dall'insediamento del governo Monti fino alla questione che riguarda la morte di un italiano in Nigeria: sullo sfondo l'ira del presidente Napolitano, che parla di "un necessario chiarimento sul piano politico-diplomatico" con la Gran Bretagna. Massimo D'Alema giunge all'hotel Tiziano di Lecce con quasi un'ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Sfiora la reception della hall insieme alla candidata sindaco per il centro sinistra Loredana Capone intorno alle 19.30,  dopo avere fatto visita alla Cassa edile di Lecce, poi alla mostra fotografica di Peppino Impastato a Cavallino.

Ci sono ad attenderlo simpatizzanti ed iscritti, oltre ai big locali del partito. Numerosi, certo, ma se uno si aspettava il bagno di folla, resterà un tantino deluso. La sala si riempirà, ma ci si poteva guardare in faccia da un lato all’altro. Loredana Capone – dice ai microfoni dei cronisti che lo prendono d’assalto prima di fare ingresso nella sala conferenze del Tiziano – è la candidata giusta, è una forza giovane che può sicuramente essere il sindaco di questa città”. E sa di giocare in casa se non altro, D'Alema, perché Lecce non è Palermo, forte del risultato delle primarie nel capoliogo salentino che ha visto proprio Loredana Capone vincerle su Carlo Salvemini.

A Lecce Massimo D’Alema parla da “simpatizzante” del Pd, come ironicamente si è definito, non avendo al momento alcun incarico di partito. E delle primarie tiene a dire, nonostante il risultato di Palermo, che “sono uno strumento utile ma che forse andrebbero riviste: chi lo deve fare provvederà, io non ho questo compito”. Così come vede di buon occhio il “laboratorio pugliese”: “Amministriamo insieme la provincia di Brindisi, la provincia di Taranto, il Comune di Bari, il Comune di Foggia, insomma questa idea di laboratorio pugliese è una idea in cui credo molto e che sta facendo strada”.

Argomento elezioni governative. “Io mi sono limitato a dire che nel 2013 governerà chi vincerà le elezioni, sembra una banalità, anche se ho visto che ha suscitato molte proteste. Credo alla democrazia non hai partiti – aggiunge -  se uno è contro ai partiti si presenta lui alle elezioni e chi governa è lui. Cioè – spiega - non vedo alternative al fatto che chi vincerà le elezioni governerà. Questa affermazione ha suscitato dei contasti ed è questo che mi preoccupa un po’”.

Nella sala conferenze scrosciano gli applausi. Entrano D’Alema e Loredana Capone in montgomery colore amaranto. Raggiungono il tavolo dietro cui siedono i dirigenti del Pd locali, il presidente provinciale Salvatore Capone, il segretario cittadino Fabrizio Marra, l’onorevole Teresa Bellanova, il senatore Alberto Maritati. Dietro la scritta “Italia bene comune, da Lecce riparte il Paese”.

Quando prende la parola la candidata sindaco ancora giù applausi. Dalle sue parole si percepisce subito il leit motiv che accompagnerà questa campagna elettorale, da destra a sinistra, vale a dire la ricorsa affannosa per riconquistare la credibilità dei partiti agli occhi degli elettori, stanchi delle parole e provati dalla crisi economica. E così Loredana Capone apre con un sostantivo che sarà il tema centrale del suo discorso, discontinuità. “Vogliamo il cambiamento della classe dirigente – dice – per il rispetto delle persone, della loro dignità”. Tocca, Loredana Capone, il concorso dei vigili urbani, bloccato, la mancanza dal 2003 del piano regolatore, l’incuria delle marine leccesi, il fatto che ancora non vi sia un porto turistico, per poi mirare sul punto centrale di questa campagna elettorale vista dal centro sinistra. Parla dell’accordo posticcio alle primarie vinte da Paolo Perrone “giocato – a suo dire – sui leccesi”. Inevitabile è il riferimento al sindaco e ad Adriana Poli Bortone, anche se non sono mai nominati. “Sentono di perdere e nonostante tutto fanno l’accordo con tutto il cinismo della politica”. Punta il dito, Loredana Capone, sugli scambi elettorali, rifiuta la politica intesa come favore da contraccambiare ai cittadini, “pena – dice – la loro dignità di persone”. E prima di chiudere, non dimentica di ringraziare Carlo Salvemini, l’uomo senza partito.

 

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