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"Da San Foca notizie drammatiche, la battaglia va avanti in tutte le sedi"

Impugnata la nota del ministero, si è in attesa della Corte Costituzionale. E intanto istituito un tavolo permanente con i sindaci. "Il Governo servile usa la forza per gli interessi dei grandi gruppi"

BARI – La battaglia va avanti. Così, almeno, promette il presidente regionale Michele Emiliano. Che spiega: è stata impugnata la nota del ministero dell’Ambiente del 27 marzo, si è ancora in attesa della decisione della Corte costituzionale e, intanto, è stato istituito un tavolo politico permanente con il sindaco di Melendugno, Marco Potì, e gli altri interessati.

Emiliano, che giudica “drammatiche” le notizie che giungono da San Foca, offre una lettura forte di quanto sta avvenendo: “Descrivono una situazione nella quale il Governo della Repubblica sta utilizzando le forze dell’ordine per risolvere una questione politica che non ha mai voluto affrontare ascoltando le popolazioni residenti ed in particolare l’indicazione della Regione Puglia e dei Comuni, che avevano chiesto di localizzare l’approdo del gasdotto più a nord, nell'area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso, evitando di impegnare una delle più belle spiagge dell'Adriatico pugliese”.

Il governatore lamenta che “si risponde sempre stancamente che questo spostamento non è possibile perché si perderebbe troppo tempo”. “La fretta dunque – prosegue Emiliano - ancora una volta passa sopra le teste di cittadini e delle istituzioni locali che pure hanno saputo difendere la Costituzione della repubblica nella parte in cui tutela le autonomie locali e la autodeterminazione degli stessi”.

A parere del governatore pugliese, “la battaglia del Tap è diventata per il Governo un simbolo della sua volontà di non dare alcun peso al parere delle popolazioni residenti che devono ricevere grandi opere pubbliche ad alto impatto ambientale. Eppure la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap – precisa -, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione”.

Secondo Emiliano, oggi “si stanno confrontando a San Foca non i manganelli della polizia e le fasce tricolori dei sindaci ma due diverse concezioni della politica. L'una servile rispetto agli interessi dei grandi gruppi economici e dura e severissima con i diritti dei cittadini. L'altra, basata sulla connessione tra istituzioni e popolo a tutela dell’ambiente e della bellezza”.

I PROSSIMI PASSI 

“Ieri purtroppo abbiamo dovuto incassare una pesante sconfitta giudiziaria da parte del Consiglio di Stato”, ammette Emiliano, che però ricorda: “Pende ancora davanti alla Corte Costituzionale il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Puglia nei confronti del Governo per non aver dato neanche una risposta sulla richiesta di revoca dell'autorizzazione unica, cioè per non averla coinvolta sin dal momento della presentazione del progetto da parte di Tap”.

Presso la Commissione parlamentare antimafia il governatore pugliese a suo tempo ha anche spiegato “l'incongruità dell’approdo del Tap tanto a sud da costringere alla costruzione di un gasdotto terrestre di 55 chilometri per la riconnessione alla dorsale Snam, che dovrà essere realizzato a carico della tariffa gas dei cittadini italiani, pur essendo al servizio di un'opera privata sia pure di interesse pubblico”. E ha specificato che “in quell'area l'inutile tratto aggiuntivo del gasdotto terrestre avrebbe costretto allo spostamento di migliaia di alberi di ulivo”. Tutto inutile, sino a oggi.

Si resta quindi in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che ser accogliesse le richieste, consentirebbe di ridiscutere l'approdo Tap. E, intanto, annuncia Emiliano, “abbiamo deciso di impugnare la nota del ministero dell’Ambiente del 27 marzo 2017” che “’autorizz’ Tap ad effettuare le attività preparatorie alla effettiva fase di inizio dei lavori. La Regione Puglia si riserva ogni ulteriore eventuale iniziativa giudiziaria finalizzata alla modifica del punto di approdo”.

Un altro fronte è aperto poi a livello nazionale in sede di Via per l’esame del progetto di microtunnel. “In quella sede - dice il governatore - vigileremo con grande determinazione per ottenere lo spostamento dell’approdo nell’area del comune di Squinzano da noi indicata”.

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