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Si dimette il ministro. Sviluppo Economico nelle mani di Teresa Bellanova

Federica Guidi travolta da un'intercettazione dell'inchiesta che vede indagato il compagno. La sua vice, al momento, ha la responsabilità del dicastero

LECCE – Per la vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, quella di oggi è stata una giornata molto particolare. In mattinata ha avuto un faccia a faccia con alcuni lavoratori di call center, ma è stata anche oggetto di una denuncia per incitamento all’astensione, in relazione naturalmente al referendum del 17 aprile, da parte del senatore del M5S, Maurizio Buccarella, anch'egli salentino.

Nel pomeriggio poi ha dovuto prendere atto delle dimissioni del ministro, Federica Guidi, chiamata in causa da un’intercettazione di una telefonata con il suo compagno, indagato nell’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione di rifiuti in un centro Eni.

Bellanova ministro?

Con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, Federica Guidi ha formalizzato il suo passo indietro. Per il momento è dunque Teresa Bellanova a reggere le sorti del ministero dove è approdata alla fine del gennaio scorso, dopo aver svolto il ruolo di sottosegretario al Lavoro. Che possa diventare lei il ministro è prematuro dirlo, ma Renzi ha già dimostrato di aver fiducia nella 58enne salentina che, con una lunga storia di sindacalista alle spalle, ha un curriculum del tutto diverso da quello della Guidi, formatasi a affermatasi in Confindustria.

L’invito all’astensione.

Gli eventi della seconda parte della giornata hanno naturalmente preso il sopravvento su quelli registrati nella prima. Secondo il senatore Maurizio Buccarella, del Movimento 5 Stelle, Teresa Bellanova alla luce della normativa vigente non avrebbe potuto,  nelle vesti di esponente del governo, invitare i cittadini a non andare a votare.  Per questo il parlamentare pentastellato ha formalizzato un esposto al comando dei carabinieri distaccato presso il Senato.

Il “corpo del reato”, per il parlamentare leccese, è un passaggio dell’intervista rilasciata a L’Unità dall’esponente del Pd, riportato testualmente: “[…]se vogliamo far prevalere la ragione, la cosa più saggia da fare il 17 aprile è non andare a votare. Questa è la mia posizione e del mio partito, il Pd. E questo io farò".

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