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Dimissioni dei sindaci e commissario per Xylella: le richieste shock delle associazioni

Si sdoppia, ancora una volta, la protesta davanti alla sede delle Provincia. Agrinsieme da una parte e Coldiretti dall'altra chiedono le dimissioni e tavolo tecnico permanente

LECCE - Coldiretti e Unaprol da una parte, il coordinamento di Agrinsieme dall’altra: così si sono schierate, anche questa mattina davanti alla sede della Provincia di Lecce, le associazioni degli agricoltori, dei vivaisti e dei frantoiani.

Separate in casa, a causa di differenti vedute politiche, ma unite nella lotta contro la diffusione del batterio che ha già infettato 21 milioni di ulivi e provocato danni al tessuto economico salentino per 1,2 miliardi di euro.

L’occasione del presidio è stata data dalla prima assemblea con i sindaci convocata da Stefano Minerva. Il presidente ha chiamato a raccolta le comunità locali e i rappresentanti istituzionali (tra i pochi presenti si contavano i senatori Dario Stefano e Roberto Marti, i deputati Rossano Sasso e Anna Rita Tadeo, l’assessore regionale all’Industria turistica e culturale,  Loredana Capone e il consigliere regionale Ernesto Abaterusso) per fare il punto della situazione e comprendere lo stato di avanzamento della xylella fastidiosa negli uliveti dal Sud fino al Nord del Salento.

“Sicuramente, se siamo arrivati a questo punto, ci sono stati errori politici e responsabilità che non vanno nascoste, ora però dobbiamo fronteggiare l’emergenza unitariamente, elaborando una proposta che rappresenti gli interessi di tutti – ha chiosato Minerva -. Per queste ragioni non ho preparato un documento di base ma ho preferito ascoltare preliminarmente i sindaci ed il grido di dolore che giunge dai singoli territori”.

L'assemblea dei sindaci ha espresso la volontà comune di richiedere un incontro con il governatore della Puglia, Michele Emiliano. In più Minerva, nei prossimi giorni invierà un invito formale a Roma chiedendo di poter discutere del problema direttamente con il premier Conte.

Fuori da Palazzo dei Celestini intanto sventolavano le bandiere gialle di Coldiretti Lecce: “Stiamo presidiando quest’incontro istituzionale per esortare i rappresentanti istituzionali possano aprire una fase di riflessione attenta sulle esigenze del territorio. Abbiamo già inviato lettera ai sindaci, sollecitandoli ad affrontare la questione Imu – ha spiegato il presidente Gianni Cantele -. Ci sono molte aziende, prime tra tutte i frantoi, che potrebbero beneficiare di uno sgravio sull’Imu: sarebbe un piccolo ma tangibile aiuto per chi sta ancora pagando il prezzo della fitopatia i cui effetti non sono temporanei, come nel caso della gelata”.

Una richieste più significative degli operatori agricoli del Salento, infatti, è proprio quella della riduzione dell’aliquota Imu per i frantoi, tagliati fuori dalla dichiarazione di stato di calamità naturale perché non rientrano nella categoria delle aziende agricole. E l’amministrazione comunale di Nardò ha deciso di raccogliere la proposta, prevedendo di ridurre sul territorio comunale l’aliquota Imu per i frantoi al minimo previsto dalla legge, cioè il 7,6 per mille, la quota di competenza statale. protesta xylella 2-2

Coldiretti Lecce, intanto, intende rimettere il problema della xylella al centro dell’agenda politica: “La discussione deve tenersi sul territorio, a Lecce in particolare e non a Bari, perché questo è un dramma che riguarda il Salento – ha precisato Cantele-. Non vogliamo che qualcuno possa utilizzare l’argomento xylella come un cavallo di troia per risolvere altri problemi che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio”.

Coldiretti, in occasione della grande manifestazione di sabato 9 marzo, ha anche chiesto al presidente Emiliano di istituire un tavolo tecnico  per monitorare in modo stringete la questione xylella; un tavolo che unisca tutti i portatori d’interesse del territorio con base operativa a Lecce, chiudendo quel capitolo sulla task force regionale che, secondo Cantele, “a nulla è servito”.

I manifestanti di Agrinsieme si incatenano davanti alla Provincia

Ancora più scenografica, se possibile, è stata l’azione di protesta messa in atto dal coordinamento Agrinsieme che unisce Cia, Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza per le Cooperative. Dopo aver parcheggiato gli immancabili trattori davanti alla sede leccese della Regione Puglia, i manifestanti si sono spostati in centro per poi incantenarsi, simbolicamente, davanti al palazzo della Provincia.

Queste, in linea di massimo, le richieste del coordinamento: un commissario per l’emergenza Salento, una legge speciale per affrontare la xylella; una generale sburocratizzazione delle procedure e risorse pronte per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro.

Cia, agricoltori italiani della Puglia, ha invece chiesto le contemporanee dimissioni di 97 sindaci della provincia di Lecce: "Un segnale-shock per esprimere con forza, davanti a tutta Italia, di fronte alle istituzioni, e in particolare al governo, tutta la drammaticità della questione xylella".

“Se perdiamo il 60 percento della superficie agricola, perdiamo l’economia del Salento- ha spiegato il referente, Santo Ingrosso -. Dobbiamo intervenire urgentemente: da 5 anni abbiamo scoperto la causa del male e continuiamo a non fare nulla. Il governo ha varato un decreto che interviene solo nella zona di contenimento e non nella zona infetta; noi continuiamo a non poter espiantare gli alberi per procedere con i reimpianti. Al momento possiamo piantare solo due varietà di ulivo dichiarate tolleranti al batterio, speriamo che la ricerca ci consegni presto altre varietà di arbusti resistenti”. minerva sindaci-2

“Occorre intervenire, con forza estrema – ha aggiunto Maurizio Cezzi, presidente di Confagricoltura Lecce - al fine di ottenere un'attenzione reale da parte delle istituzioni pubbliche. Per questo le organizzazioni hanno dichiarato lo stato di agitazione dell'intera categoria e stigmatizzato il ritardo negli interventi da parte della Unione Europea, del governo italiano e soprattutto della Regione Puglia. La mobilitazione ed il presidio del territorio non si fermeranno sino a quando le rivendicazioni del mondo agricolo saranno accolte”.

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