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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Diretta tv e web sul consiglio comunale: varata bozza

Ok alla diretta televisiva, e sul web, durante il consiglio comunale a Palazzo Carafa, ma con quali regole? Presentata questa mattina in commissione consiliare la prima ipotesi di un nuovo approccio

LECCE - Ok alla diretta televisiva, e sul web, durante il consiglio comunale a Palazzo Carafa, ma con quali regole? Nove gli articoli proposti sul canovaccio del regolamento già vigente, e che da ora in poi saranno discussi e rimodellati nelle prossime sedute, soprattutto alla luce delle esigenze manifestate dai giornalisti delle testate presenti all'incontro.

Dopo l'ultima bagarre nell'assise cittadina del 13 ottobre scorso ("Via Brenta, niente riprese: giornalisti lasciano l'aula" https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=16827), su richiesta dell'opposizione e poi dei capo gruppo di maggioranza, si è riunita questa mattina la commissione consiliare, presieduta dal consigliere di Io Sud Angelo Tondo, per discutere della prima bozza sul "Regolamento per la disciplina delle videoriprese e trasmissione delle sedute del Consiglio comunale e delle commissioni consiliari".

E proprio Tondo ha tenuto subito a precisare che "il regolamento in questione è solo una bozza e che molto si richiama a quello attualmente in vigore. Obiettivo - ha detto il presidente della commissione consiliare - resta comunque la finalità pubblica per rendere partecipi all'assise i cittadini".

Chi ha poi parlato di "una bozza di regolamento rigido" è stato il consigliere Pdl di maggioranza Massimo Lanzilao, il quale ha ritenuto restrittivi gli articoli 4 e 5, rispettivamente "Rispetto della privacy" e "Tutela dei dati sensibili" (riferiti ovviamente ai consiglieri in assise cittadina). L'articolo 4, ma parliamo sempre di una bozza, dice che "I consiglieri comunali manifestano per iscritto, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, il loro assenso alla ripresa e divulgazione della propria immagine durante le sedute consiliari".

Un controsenso, dato che un consigliere comunale, nel momento in cui mette piede nel Palazzo di città, è a tutti gli effetti un personaggio pubblico nel pieno delle su funzioni istituzionali, motivo per cui non potrebbe mai sottrarsi, teoricamente, alle telecamere e ai flash dei fotografi, anche se in quel momento sta semplicemente attraversando un corridoio per andare da una stanza all'altra. Insomma, è lì perché l'ha votato qualcuno, non perché gli è stato imposto, detta in maniera assai popolare.

Quindi, come recita il proseguo dell'articolo 4, sembra incongruo che "ciascun consigliere ha diritto di chiedere l'interruzione della ripresa televisiva in occasione del proprio intervento". Anche perché, proprio nel caso dei consigli comunali che trattano di Bilancio di previsione, oppure di rendiconto dell'attività amministrativa, l'intera assise è tenuta a parlarne all'intera città, e senza veli.

Articolo 5. Stop alle riprese ogni qualvolta "le discussioni consiliari hanno ad oggetto dati (dei consiglieri) che attengono lo stato di salute, l'origine razziale o etnica, le convinzioni religiose o filosofiche, l'adesione ai sindacati, associazione a carattere religioso, filosofico o sindacale, la vita e le abitudini sessuali. Parimenti sono assolutamente vietate le riprese audiovisive ogni qualvolta le discussioni consiliari hanno ad oggetto dati che, insieme a quelli sensibili, vanno a costituire la categoria dei dati ‘giudiziari', vale a dire quelli che sono idonei a rilevare l'esistenza, a carico dell'interessato di alcuni provvedimenti di carattere penale".

Ma poi, articolo 6: "E' vietata la diffusione parziale delle riprese effettuate in quanto in contrasto con le finalità dell'informazione pubblica completa e trasparente". In altre parole, se, paradossalmente, il consiglio comunale dovesse durare 10 ore, ebbene, dieci ore dovrebbe durare ininterrottamente la ripresa televisiva, o sul web, con inquadrature che mai potrebbero andare su un consigliere x che magari in quel momento sta leggendo il giornale, starnutendo, telefonando e via dicendo.

Ma c'è un altro aspetto, quello più importante per un editore: niente passaggi di spot pubblicitari durante le riprese televisive del consiglio, durasse anche 10 ore. Vallo a spiegare alle aziende salentine che investono migliaia di euro in pubblicità ma, soprattutto, vallo a spiegare agli editori.

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