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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Vigilanza sui rifiuti, la rimozione del responsabile apre crepe a Palazzo

La giunta ha indicato un nuovo direttore, interno al settore Ambiente, per l'esecuzione del contratto che vale 120 milioni di euro

LECCE – Oltre tremila tonnellate di rifiuti in meno raccolte sul territorio comunale. Il primo anno del capitolato partito alla fine di aprile del 2015 ha portato in dote un dato giudicato “anomalo” rispetto al passato, per il quale Pasquale Gorgoni non ha saputo dare una spiegazione ai consiglieri comunali presenti in mattinata alla seduta della commissione Controllo, dicendosi stupito di questa flessione, a parità di popolazione residente e con un aumento delle presenze turistiche.

Il sassolino gettato nello stagno da colui che fino a pochi giorni addietro è stato direttore per l’esecuzione del contratto (dec) relativo all’appalto per la raccolta dei rifiuti a Lecce, ha aperto una serie di dubbi: cui prodest, in sintesi, l’interrogativo che si sono posti diversi dei presenti, partendo dalla premessa che ogni tonnellata in più o in meno rappresenta un aggravio di costi o, al contrario, un risparmio. A rispondere ai questi al riguardo sarà Fernando Bonocuore, dirigente del settore Ambiente e responsabile unico del procedimento (rup), mentre il presidente della commissione, Antonio Rotundo, già invoca l'istituzione di una commissione d'inchiesta.

Gorgoni è stato rimosso dall’incarico affidatogli il 21 aprile 2015 e sostituito con un funzionario interno al settore Ambiente con sua grande sorpresa e delusione: “Avrei sperato di essere giudicato in base ai risultati”, ha detto questa mattina ai consiglieri comunali, parlando di una decisione, quella di Bonocuore (firmata il 7 luglio e richiamata l’11 luglio in una delibera di giunta), priva di fondamento e di motivazioni: “Tra l’altro – ha ricordato - è la giunta che nomina il dec su proposta del rup”. Non si tratta di un momento felice, per lui che, insieme anche a due assessori, Attilio Monosi e Luca Pasqualini, è indagato in un'inchiesta della procura per la gestione delle case popolari: all'epoca dei fatti sui quali la magistratura ha acceso un faro, Gorgoni era infatti dirigente del settore delegato alle politiche abitative.

Oggi ha presentato una relazione sull’attività svolta in qualità di direttore di esecuzione del contratto, consegnandola alla commissione, Antonio Rotundo ed ha richiamato alcuni dei numeri che hanno puntellato il suo lavoro: 400 verbali per abbandono di rifiuti e violazioni del regolamento, circa tremila autodenunce da parte di cittadini che prima non pagavano il tributo locale sui rifiuti, ma anche nove contestazioni rivolte a Monteco, che ha ottenuto l’appalto per nove anni. Il ruolo del dec è infatti quello di verificare la coerenza tra le prestazioni effettuate e le previsioni del contratto.

L’introduzione della raccolta porta a porta, che oramai interessa tutto il territorio urbano dopo una copertura progressiva, ha comportato una serie di inconvenienti – dall’abbandono di sacchetti per strada alle polemiche per il posizionamento dei carrellati negli spazi condominiali e nel centro storico – per far fronte ai quali, sin da subito, era stata prevista dall’amministrazione uno staff di 14 unità: cinque del settore Patrimonio, altrettanti da quello Ambiente e quattro unità di polizia locale.

Nei fatti le cose sono andate diversamente. Gorgoni ha potuto contare in pianta stabile sul personale del Patrimonio e su due unità di polizia locale e solo sporadicamente su ispettori ambientali: “Non li ho mai avuti a disposizione, se non qualche unità con funzioni tecniche che sono diverse da quelle ispettive”. La carenza di organico era stata denunciata  in più circostanze dal diretto interessato che aveva in animo, già a maggio, di chiedere l'istituzione di una vera e propria task force per approfondire ed estendere i controlli.

Pur con una squadra quasi dimezzata,  l’ex direttore del contratto ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile, anche contribuendo personalmente alle spese di carburante, e di aver raggiunto risultati non trascurabili. Eppure, ha aggiunto, ha ricevuto nel corso dell’anno diverse diffide da parte di Bonocuore, con le quali veniva sollecitato a compiere le verifiche sul territorio previste nel capitolato.

Il perché di questo attrito, che peraltro è richiamato indirettamente anche nell’ultima delibera allorquando – tra i premesso – si legge “che è accertata la evidente difficoltà a operare in sincronia tra i diversi settori che curano problematiche differenti tra loro, è l’aspetto che più appare sorprendente alla luce delle premesse: non troppo tempo addietro, esattamente il 7 di maggio, l’amministrazione esultava per il superamento del 50 per cento come quota di raccolta differenziata.

Il consigliere del Pd, Antonio Torricelli, ha ricordato che l’indicazione di Gorgoni al momento di avviare formalmente il servizio fu praticamente unanime: “Era opinione diffusa, e ricordo di averlo sentito anche in commissione, che Gorgoni, persona peraltro sensibile e disponibile a dire le cose in maniera corretta, fosse la persona più indicata”. Anche l'assessore all'Ambiente spese parole lusinghiere in suo favore all'atto della sua nomina.

La commissione ha aggiornato i suoi lavori: nelle prossime sedute, tessera dopo tessera, si proverà a mettere insieme un quadro più chiaro, tanto sul passato che sull'immediato futuro. La questione della raccolta dei rifiuti è strategica per la città: oltre che per gli evidenti risvolti ambientali, perché rappresenta una voce di spesa ingente per le casse comunali e le tasche dei cittadini, oltre 120 milioni per nove anni. La procedura di aggiudicazione dell'appalto, inoltre, è stata molto tormentata, segnata da ricorsi presentati dalla ditte che prima gestivano la raccolta e conseguenti ritardi nell'avvio del servizio.

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