rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Otranto

"Don Tonino Bello", 15 mesi dopo lo sdegno: è cambiato?

Otranto: a distanza di oltre un anno dal sequestro, la struttura, ridotta a discarica abusiva, ritorna d'attualità: ecco le foto. Il sindaco Cariddi: "Ma l'amministrazione ha un piano finanziario"

Era il 30 agosto 2007, quando nel centro "don Tonino Bello" di Otranto, ex centro cittadino di primaria accoglienza, la compagnia dei carabinieri di Maglie rilevava una discarica abusiva all'interno della struttura (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=3409). Un fatto che, fin da subito, aveva suscitato lo sdegno dei più per la trasformazione di un luogo simbolico (legato ad un personaggio di primo piano della cultura salentina della pace) in una roccaforte dei rifiuti, e dato vita ad un'accesa polemica politica, colmata in un consiglio comunale (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=3741), dove, chiarite parzialmente le responsabilità nella vicenda, gli opposti schieramenti avevano assunto una posizione comune nei confronti della società Monteco, ditta impegnata nella gestione rifiuti, per verificare la possibilità di richiedere ed ottenere dalla stessa un risarcimento danni per pubblicità lesiva all'immagine di Otranto.

A distanza di oltre un anno da quelle vicende, è parso persino logico cercare di comprendere le evoluzioni che hanno interessato la struttura. L'area, che era stata interessata dalla discarica abusiva, risulta libera: e questo può risultare già un miglioramento, se non fosse che, per il resto, il centro continua ad essere la brutta copia di sé, ossia un desolante teatro di solitudine e di degrado. Vecchi vestiti per terra, materiale di risulta, erbacce cresciute a dismisura: sono solo alcuni scatti di un luogo, che resta ancor oggi lontano da tutto ciò che è stato, nelle mille contraddizioni di pensiero sul suo intrinseco significato, e quello che potrebbe ancora essere. Muoversi all'interno è rendersi conto di una strana e disarmante immobilità, come se tutto intorno si fosse fermato e quel luogo stesso fosse rimasto intruppato nei ricordi delle vicende, che hanno scandito la sua storia, parallelamente a quella di una città che si confrontava con gli approdi disperati di mondi lontani. Le oltre sessantaquattro etnie, raccoltesi nel centro rappresentano un pezzo importante di una grande storia di accoglienza, fatta sì di luci e di ombre, ma che rischia di restare perpetuata solo negli scatti di un'epoca, che sembra già non appartenere più a questa terra. O che rischia di non appartenerle più. Proprio come il "don Tonino Bello" di oggi, abbandonato a se stesso, a covare la speranza di un repentino cambiamento.

Prova a rincuorare sulle sorti amministrative del centro, il sindaco, Luciano Cariddi, che spiega: "Innanzitutto si è voluto disporre un intervento di pulizia e manutenzione della struttura, comprese le aree esterne di pertinenza, per restituire un minimo di dignità a quei luoghi. Riguardo poi l'utilizzo che l'amministrazione comunale aveva immaginato nel proprio programma, sono state aperte alcune riflessioni". Tra queste, inizialmente si era pensato di rendere la struttura centro di ospitalità per anziani e per minori di famiglie in disagio: "A tal fine - chiarisce Cariddi - sono stati realizzati degli incontri con organizzazioni, che si occupano della gestione di strutture simili, con le quali si è immaginata la possibilità di interventi specifici per adattare la struttura esistente". Il sindaco parla poi di una seconda opportunità valutata dall'amministrazione sulla eventuale destinazione del centro "don Tonino Bello", sottolineando come potrebbe rendersi disponibile "l'immobile di proprietà comunale di via Giovanni XXIII, che oggi ospita la scuola elementare, se si realizzassero alcune opere di ampliamento della scuola media "Aldo Moro", in quanto si accorperebbero entrambe in quest'ultimo edificio".

"In tal caso - precisa - è stato valutato, tenendo conto anche dei suggerimenti venuti dalla minoranza nel dibattito consiliare sul tema, che si presterebbe meglio l'edificio di via Giovanni XXIII ad ospitare l'eventuale centro per gli anziani, perché effettivamente resterebbero all'interno della città, coinvolti nel contesto sociale della comunità otrantina. Il centro - prosegue il sindaco - potrebbe, a questo punto, rispondere ad un'altra esigenza avvertita in città e dimostrata direttamente all'amministrazione da parte dei giovani, e cioè quella di fungere da luogo di incontro per i ragazzi, in cui troverebbero un "cantiere delle idee e delle arti", un eventuale museo della memoria, nonché un ostello per giovani che darebbe ospitalità, a prezzi indubbiamente più contenuti, a quanti volessero venire a visitare la nostra città".

Il sindaco sintetizza come "alquanto ambizioso nel suo insieme" il progetto, ma si dice fiducioso, perché "l'amministrazione avrebbe già individuato la strategia finanziaria da seguire"; e, cioè, "i lavori di ampliamento della scuola media potrebbero essere affrontati con l'impegno sul bilancio comunale del prossimo programma opere pubbliche, fermo restando sempre la possibilità di attingere anche ai fondi dell'edilizia scolastica, qualora se ne presentasse la possibilità. Per il progetto del centro, invece, si sta attendendo un bando della Regione Puglia, assessorato alla solidarietà, che dovrebbe finanziare proprio strutture di accoglienza, ritrovo e ospitalità dei più giovani. Infine - conclude Cariddi -, tornando al centro per anziani da realizzare nell'edificio scolastico di via Giovanni XXIII, si è pensato di poter fare un concorso con il sistema del Project Financing, invitando, così, quelle organizzazioni che, a fronte di alcuni lavori di adeguamento necessari della struttura e di servizi che renderebbero alla comunità cittadina, volessero proporsi per la gestione pluriennale in proprio del centro".

"Don Tonino Bello", 15 mesi dopo lo sdegno: è cambiato?

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Don Tonino Bello", 15 mesi dopo lo sdegno: è cambiato?

LeccePrima è in caricamento