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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Il candidato Luca Ruberti: “Ripartiamo dal neomunicipalismo”

La proposta dell’associazione Lecce Bene Comune per le elezioni comunali guarda con interesse ad alcuni esempi, in Italia e all’estero, di alternativa al neoliberismo

LECCE – Il quinto candidato alla carica di sindaco, in ordine di tempo, è Luca Ruberti, 50 anni, presidente di Lecce Bene Comune. L’indicazione definitiva della sua candidatura è venute domenica sera, al termine di una della varie assemblee che gli attivisti hanno tenuto nei giorni scorsi. Ruberti se la vedrà con Mauro Giliberti, Alessandro Delli Noci, Carlo Salvemini e Fabio Valente.

Quali saranno le principali linee operative della vostra campagna elettorale?

Sarà una campagna elettorale giocata all'attacco. Faremo leva sulla novità della proposta politica e cercheremo di raggiungere gli elettori con scenari di cambiamento concreti, pronti alla loro implementazione. Ma dovremo essere bravi a coinvolgere la comunità in una ipotesi di rigenerazione generale in cui le relazioni dovranno essere riscoperte quale parte decisiva del risveglio atteso. Parleremo a tutti delle ricadute delle scelte politiche fallimentari dei governi nazionali, esplose in vere e proprie emergenze anche sul territorio comunale leccese. Ma offriremo orizzonti di impegno per ripartire e rilanciare la città, fiaccata da un ventennio almeno di governo delle destre. Una strada maestra, da fare insieme.

Qual è il patrimonio politico culturale dal quale trae origine la vostra proposta?

La nostra proposta politica si inserisce in un quadro, quello del neomunicipalismo, che in alcune realtà italiane ed estere, sta riuscendo a coniugare la protesta con una prospettiva radicale di ribaltamento dei rapporti di forza nella società. Partendo da una lettura delle emergenze, delle urgenze e delle priorità, città come Napoli, Messina, Barcellona, La Coruña, hanno assunto una nuova iniziativa politica, pienamente calibrata sul tempo che viviamo e su quello che vivremo. Per smarcarsi dalla forza dirompente delle politiche neoliberiste, non si può che partire dalla difesa e dal rilancio dei beni comuni e costruire attorno a questi un'alternativa di sistema, proprio dai municipi. La lotta di classe che oggi vede soccombere le ragioni del lavoro davanti a quelle del capitale, non può che passare da qui. Anche a Lecce.

Perché giudicate insufficiente la candidatura di Salvemini nell’ottica di una svolta nel governo della città?

Innanzitutto giudichiamo inadeguata la costruzione di una svolta attorno a un soggetto politico in crisi, il Pd, responsabile pure - per le scelte politiche assunte dal governo nazionale - dei molti guasti che scontiamo nella vita di ogni giorno. È inammissibile farsi trovare tanto impreparati dopo vent'anni di governo delle destre leccesi. Lo avevamo detto in tempi non sospetti che avremmo costruito una proposta di cambiamento al di fuori del solito schema di riferimento che è stato, per molto tempo, il centro sinistra. Dunque la candidatura a sorpresa di Salvemini non bonifica nulla. Anzi, rischia di rallentare un processo di cambiamento che non può accontentarsi dell’amministrazione di una città in chiave quasi condominiale. Ma ha bisogno di tornare alla politica.

Il centrodestra registra una defezione importante: Delli Noci saluta tutti e corre da solo. È vera alternativa?

Delli Noci è nato e cresciuto, politicamente, in casa Poli Bortone. Ha mosso i suoi primi, timidi passi stringendo forte la mano della senatrice. Si è abbeverato a quella fonte per quasi vent’anni. Si è candidato, è stato eletto alla corte di Paolo Perrone. Ed è stato suo fido scudiero, in qualità di assessore - non di inascoltato consigliere - per quattro anni e mezzo. Poi, solo a pochi mesi dalla fine della legislatura se ne è improvvisamente allontanato. Avrà probabilmente i suoi pregi, ma parlare di “alternativa” mi sembra esercizio acrobatico. Anzi, preoccupano i suoi apparentamenti con forze nostalgiche, che poteva francamente risparmiare alla città.

Un peso specifico importante è quello del voto di protesta, che negli ultimi anni si sta consolidando attorno al M5S che presenta il suo candidato, Fabio Valente. Questo non riduce gli spazi di agibilità?

Contiamo di rappresentare una proposta di cambiamento tale da offrire riferimento valido per un voto che vada ben oltre i sentimenti della frustrazione e della protesta. Non partiamo da calcoli né subiamo ansie da prestazione. Formuleremo la nostra visione di città a testa alta e cercheremo di attrarre il maggior numero di persone. A partire dal nostro elettorato storico, parlando all'area dell'astensionismo ma parlando soprattutto alla comunità intera. Qui non è in gioco il destino di Lecce Bene Comune. È in gioco il quotidiano e il futuro della città e di chi la vive in condizioni che vanno purtroppo peggiorando.

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