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Elezioni Comunali 2012: Provincia di Lecce

"A loro insaputa? I partiti perdono il pelo ma non il vizio di rubare qualcosa"

Scoppia la polemica per il nome di una lista a Salice Salentino che farebbe il verso ad uno schieramento politico già presentatoti alle elezioni politiche del 2008. La presidente annuncia azioni legali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

SALICE SALENTINO - Scoppia la polemica sulla lista "Bene Comune" a Salice Salentino, a causa del nome utilizzato già da uno schieramento politico presentatosi alle elezioni politiche del 2008. A sollevare il caso è Monia Benini, presidente di "Per il Bene Comune": "E scandaloso - afferma - che ci siano uffici elettorali che oggi hanno ammesso al voto liste palesemente abusive, con nomi appartenenti a uno schieramento politico già presentatosi alle elezioni politiche del 2008. Denominazioni depositate oltretutto presso l'Ufficio nazionale Marchi e Brevetti".

La presidente di Per il Bene Comune usa toni molto duri preannunciando consistenti richieste di risarcimento danni a tutte le liste abusive e ricorsi al Tar: "Ora che le liste sono state presentate è ancora più evidente il fatto che si tratta di raggruppamenti che fiancheggiano o sono espressione di Sel, Rifondazione, Pd o Idv.' Un enorme danno per un soggetto politico nato distinto e distante da tutti i partiti, di ogni schieramento. E' gravissimo - aggiunge - quanto sta succedendo ad opera di una sinistra squalificata, senza programmi originali e corresponsabile dell'attuale situazione in cui si trovano i cittadini. Noi abbiamo elaborato un progetto nuovo per il paese, dirompente rispetto alla solita minestra riscaldata dei partiti di centro destra sinistra".

"Procederemo immediatamente e saremo inflessibili rispetto a chi si presenta all'insegna del furto del nostro nome, inquinando le nostre idee e annullando di fatto il lavoro svolto in quattro anni. Se il buon giorno si vede dal mattino..." - prosegue la presidente di Per il Bene Comune.

"In Abruzzo nel 2009 facemmo rinviare le elezioni di due settimane con il nostro ricorso al TAR. Anche questa volta abbiamo la legge dalla nostra parte e sappiamo di essere tutelati. La cosa però che grida vendetta è che siano le comunità e quindi tutti i cittadini a dover sostenere gli eventuali costi che deriveranno dall'atteggiamento amichevole o quanto meno inadempiente degli uffici elettorali comunali che hanno autorizzato queste palesi violazioni, ma soprattutto dai capi e capetti locali di schieramenti politici che evidentemente non sono neppure stati capaci di inventarsi un nome originale, al momento del dover nascondere la loro vera identità".

 

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