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Elezioni Comunali 2012: Provincia di Lecce Casarano

Biomasse, da De Matteis sì a micro impianti: “Solo a precise condizioni”

Tornano a far discutere, a Casarano, le energie alternative. E sul tema delle biomasse, il candidato di SeL e Pdci interviene sottolineando come la discussione vada sottratta “ad una polemica di paese, per quanto legittima”

CASARANO – Tornano a far discutere, a Casarano, le energie alternative. E sul tema delle biomasse, il candidato di SeL e Pdci, Franco De Matteis, interviene sottolineando come la discussione vada ricondotta “in un giusto contesto territoriale sottraendola ad una polemica di paese, per quanto legittima”.

“L’Italia – spiega - ha fissato, nel piano ambientale nazionale, l’obiettivo di coprire con energia da fonti rinnovabili il 17% dei consumi finali lordi, in conformità a quanto previsto dalle direttive Ue  per il raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20 fissati in sede europea, ovvero le politiche che ogni stato membro dovrà programmare ed adottare  per la riduzione delle emissione di Co2 e dei cosiddetti gas serra in atmosfera”.

“Tra le fonti - prosegue - rinnovabili sono classificate come tali anche quelle da biomassa che, quindi, godono di finanziamenti e privilegi da parte della Pubblica amministrazione centrale e locale. Tali fonti energetiche hanno comunque un impatto ambientale che somma i problemi derivanti dalle infrastrutture per il trasporto del combustibile da territori lontani a quelli di emissione nell’atmosfera di polveri,  ossidi di azoto, composti dello zolfo , diossina (di un tipo tra i meno pericolosi)”.

“Di fronte alla possibilità d’impianto di una centrale a biomasse, - chiarisce De Matteis - le comunità locali hanno il diritto di opporsi e Casarano in tempi relativamente recenti lo ha fatto, chiudendo a qualunque ipotesi futura di installazione di grandi centrali. Nell’auspicare un incremento degli impianti che sfruttano il solare termico ed il fotovoltaico, sia negli edifici pubblici che privati, credo sia opportuno permettere la nascita di impianti a biomasse che rispettano rigorosamente i seguenti requisiti:  l’energia prodotta deve essere destinata per  usi locali, cioè “consumata in loco”, quindi strettamente legata alle esigenze energetiche ed alla gestione del territorio locale; devono essere a filiera corta, cioè la biomassa deve essere raccolta in loco dai residui delle potature delle coltivazioni della vite e dell’olivo”.

Ne consegue che tali impianti saranno di piccole dimensioni e localizzati presso i centri di consumo e di conseguenza non risentiranno degli impatti ambientali di quelli a “filiera lunga”; inoltre, essendo dotati di “sistemi di filtraggio opportuni, emetteranno meno sostanze  inquinanti in confronto a quelle emesse con la gestione tradizionale dei residui, in gran parte bruciati per uso strettamente privato o per ‘pulizia dei campi”.

“Se rispondenti a questi requisiti, i piccoli impianti – precisa - possono diventare un’opportunità non per generare profitto ma risparmio di costi, soprattutto in ambito agricolo come già previsto nel piano di sviluppo rurale della Puglia, cioè il documento guida per la redazione dei piani di sviluppo locali presentati dai Gal regionali”.

“Il compito dell’amministrazione comunale – conclude - sarà di predisporre un piano energetico comunale per regolamentare la problematica in termini di potenza massima installata e sua distribuzione, al fine di evitare un proliferare inutile d’impianti ed una loro eccessiva concentrazione in alcune zone della città”.

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