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Elezioni comunali 2012

Dentro al voto/2. Centro o periferia, non fa differenza: il Pdl svetta ovunque

Pd dimezza i voti del 2007 de "L'Ulivo" e in tutte le zone della città il distacco con il Pdl è abissale. La vittoria schiacciante del centrodestra attraversa trasversalmente la composizione sociale del capoluogo

LECCE - In tutti quartieri della città sventola la bandiera del centrodestra. Non è una novità giacché le circoscrizioni oramai cancellate erano già nelle mani della maggioranza in consiglio, ma il distacco aumenta in maniera tangibile grazie all'arretramento del Partito democratico che ha raccolto meno della metà dei voti di quanti ne ricevette la lista "L'Ulivo" - Ds più Margherita - nel 2007. Ci sono poi concause non trascurabili, come il traghettamento da una parte all'altra - rispetto a cinque anni addietro -  di interi segmenti di consenso legati a ben precisi gruppi di interesse.

Alla sinistra del Pd non c'è stato arretramento e il "listone" - Sel, Federazione della sinistra, Lecce2.0dodici di Carlo Salvemini e La Puglia per Vendola - ha anzi preso cinquecento voti in più della sommatoria delle liste che si presentarono ciascuna col proprio simbolo nella tornata del 2007. A parte la non totale sovrapponibilità tra le due tornate - allora non c'erano Sel e nemmeno La Puglia per Vendola -, di certo è mancata la spinta propulsiva legata alla figura del governatore che aveva determinato il successo storico del 2010, con La Puglia per Vendola terzo partito cittadino. Considerato il momento di difficoltà del governatore, legato alle vicende giudiziarie che lo hanno tirato in ballo, non c'era tuttavia da aspettarsi alcun exploit.

Nel centodestra gran parte dei voti che erano di Alleanza Nazionale (11636), primo partito in città, sono confluiti nei 14218 del Pdl - Forza Italia ne prese 8725 - mentre a Io Sud ne sono andati 2644, poco meno di un terzo dei quali da un solo candidato, Luciano Battista (754). Ottima la perfomance delle liste "minori" , soprattutto di "Lecce Città del Mondo" che passa da 3551 a 5450.  Numeri che spiegano il "saccheggio" tanto del centro quanto della periferia, dove pure il divario si amplia sino a diventare imbarazzante.

Nelle undici sezioni afferenti al liceo Banzi e nelle sette dell'istituto Deledda, dove confluiscono  gli elettori dell'area Stadio - Salesiani, la partita tra i due partiti maggiori dei rispettivi schieramenti si può dire che non si sia nemmeno giocata. Nel primo plesso i democratici hanno raccolto 572 preferenze a fronte delle 1315 del Popolo della Libertà, nel secondo 263 contro 1175. I rapporti di forza non sono cambiati in maniera ssostanziale - anche se la forbice numericamente si riduce - in uno dei seggi più rappresentativi del centro città, il "Quinto Ennio" dove il Pd prende 290 preferenze contro le 807 del Pdl. 

In via Adriatica, nelle sezioni afferenti alla scuola media Galateo (Santa Rosa), il divario è simile a quello registrato nel Deledda, con 1028 voti per il Pdl e 235 per il Pd. Per i democratici va un poco meglio al Marconi di via Birago dove il divario è "solo" di 458 voti. Nelle marine - Casalabate, Torre Chianca, Frigole e San Cataldo -  finisce 602 a 153. Insomma, l'analisi del voto mette in evidenza, se ancora ce ne fosse bisogno, che la supremazia del centrodestra attarversa trasversalmente la composizione sociale della città e che la stessa diventa schiacciante nelle aree marcatamente popolari, dove il disagio e le emergenze sociali sono all'ordine del giorno.

 

 

 

 

 

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