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Elezioni comunali 2012

Inefficienza dei sistemi di emergenza: “Occorre migliorare il servizio”

È il parere di Giancarlo Capoccia, che opera nel settore della sicurezza da anni, alla luce dell'ultimo episodio verificatosi nei pressi dell'Obelisco a Porta Napoli: "Tempi lunghi per l'arrivo della seconda ambulanza"

LECCE – Problemi ed inefficienze dei sistemi di emergenza nella provincia che finiscono sotto la lente di ingrandimento di chi, nel settore ci opera da anni, alla luce dell’ennesimo episodio di cronaca, quello verificatosi la notte tra l’8 e il 9 aprile, nei pressi dell’Obelisco di Porta Napoli: trattasi dello scontro frontale tra due autovetture, in cui i due occupanti sono rimasti feriti, uno all’interno della propria autovettura e l’altro sull’asfalto.

Entrambi i traumatizzati avrebbero avuto necessità di idonei soccorsi, con dei presidi per il soccorso specifico. Giancarlo Capoccia, candidato al Comune di Lecce nelle prossime elezioni per la lista “Lecce Città del Mondo” con Paolo Perrone sindaco, che ha fatto della sicurezza il suo principale obiettivo politico, trae spunto dall’episodio, per rimarcare l’importanza di sistemi di emergenza adeguati: “Sul posto, purtroppo – afferma da testimone oculare dell’episodio -, sono confluite una squadra di vigili del fuoco ed una sola ambulanza che non aveva in dotazione la necessaria tavola spinale indispensabile per il soccorso”.

“Eppure – spiega - la centrale operativa del 118 era al corrente che si trattava di un intervento di soccorso a due vittime di trauma. In pratica, si è dovuto attendere per ben 20 minuti un’altra ambulanza, che aveva a bordo una sola tavola spinale. Non è stato così possibile, per il personale del 118, intervenire con una corretta procedura avrebbe richiesto, posizionando ed immobilizzando la vittima di trauma sulla tavola spinale, senza spostarla fino all’effettuazione di esami medici che chiariscano l’eventuale presenza e gravità delle lesioni riportate. Cosa che può accadere solo in ospedale”.

Il personale del 118, a cui Capoccia riconosce di avere operato con il massimo dell’impegno umanamente possibile, “ha movimentato prima una vittima, poi l’altra, con il particolare che per fare questo ha dovuto spostare la tavola suddetta dal primo paziente, lasciandolo sulla lettiga dell’ambulanza”: “Pur avendo bene presenti le difficoltà economiche del momento – chiarisce - con l’aggravio dei tagli sulla sanità effettuati dal Governo Vendola il quale deve immediatamente rimediare, se non altro per tutta la demagogia e la filosofia che negli ultimi sei anni ha fatto sul sostegno ai deboli, sulla centralità dell’ammalato e sulla sanità migliore”.

Tuttavia, per Capoccia ciò non può essere sufficiente a giustificare le modalità con le quali è stato effettuato l’intervento di soccorso sanitario: “Opero come soccorritore professionista da oltre venti anni e la mia formazione comprende anche un addestramento nel settore del soccorso sanitario. Sulla base delle mie conoscenze sull’organizzazione dei sistemi di soccorso, sento di poter affermare che alla base di ‘performance negative’ come quella descritta, potranno anche esserci difficoltà economiche ma, senza alcun dubbio, le cause principali vanno ricercate nell’inadeguatezza dell’organizzazione che sovrintende al servizio”.

Secondo le informazioni a sua disposizione, in nessun reparto di Pronto Soccorso della provincia esisterebbe un servizio di scambio dei presidi utilizzati dalle ambulanze del 118 organizzato secondo criteri precisi: “Sono convinto – asserisce - che debba essere creato e fatto funzionare un sistema di valutazione oggettiva e continua della reale efficienza di tutti servizi che devono provvedere alla sicurezza dei cittadini e del personale, di ogni livello, in essi operante. Ciò sulla scorta di quanto accade in ogni entità, pubblica o privata, della quale deve essere garantito il buon funzionamento, eventualmente anche in collaborazione con le autorità statali”.

“II mio obiettivo – avverte in conclusione - è quello di non lasciare i cittadini soli davanti alle difficoltà perché questo li rende vulnerabili e più esposti ai rischi di eventi incidentali e alle maglie della delinquenza”.

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