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Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni comunali 2012

Metalli e tensioattivi nelle acque di San Cataldo ed amianto a Frigole

Angelamaria Spagnolo, denuncia l’azione di incuria e di abbandono delle aree, sottolineando dati preoccupati: analisi di laboratorio mostrano dati preoccupanti nelle acque di San Cataldo, mentre a Frigole collinette di eternit

LECCE - “Si dice che le marine leccesi siano una risorsa per la città. È il solito ritornello non privo di una certa ipocrisia che sentiamo in ogni campagna elettorale. Del resto, con i suoi 24 chilometri di costa la città di Lecce risulta essere obiettivamente una ‘città di mare’. La verità è che l’attuale amministrazione ha completamente messo da parte ogni velleità progettuale sulla fascia costiera”.

Con queste parole la consigliera comunale del Pd leccese, Angelamaria Spagnolo, denuncia l’azione di incuria e di abbandono, “prassi costante in questi anni”, che sta determinando le condizioni di una “serissima questione ambientale” che rischia di “diventare disastrosa per il nostro territorio”. Il riferimento arriva dai fenomeni di “evidente degrado” rilevati nell’area del bacino di San Cataldo.

La consigliere ha voluto far testare ad un laboratorio d’analisi lo stato delle acque dell’area, inserita nella zona sic Torre Veneri dal 2000 per la sua particolare concentrazione di piante e specie animali; un’area che, secondo la normativa vigente, sarebbe potuta diventare “Zona speciale di conservazione” e, quindi, sottoposta a ben più rigorose misure di protezione e controllo per la salvaguardia dell’habitat.

“Questo – dichiara - non è avvenuto. L’area in questione, anzi, è diventata una vera e propria discarica incontrollata e di questa situazione si avvertono i primi inequivocabili segni nell’analisi delle acque. Preoccupano infatti non solo i rilevanti indici di metalli rilevati (alluminio, ferro, rame e zinco) ma principalmente i valori dei tensioattivi (saponi, detersivi e altri fosfati). Questi, corrispondenti a 1,12 mg al litro, indicano una situazione al limite dell’emergenza ambientale e sono la spia che la situazione tende a peggiorare proprio per l’assenza di controlli e per il degrado crescente”.

Per questo, la consigliera Pd ha deciso di denunciare all’Arpa la situazione rilevata, chiedendo un costante monitoraggio delle acque del bacino sia per costringere e richiamare i soggetti interessati al rispetto delle normative ambientali. Un’altra situazione di rischio è stata poi rilevata a Frigole, in un’area compresa nella riserva faunistico-venatoria (via della Nitticora), dove esiste “una vera e propria discarica abusiva e cielo aperto di amianto”.

“Collinette di materiale di risulta, prevalentemente eternit – racconta -, ormai ricoperte di terra e vegetazione. Una bomba ambientale che pesa da anni sulla salute della gente. Ovviamente anche di questo fornirò all’Arpa la documentazione puntuale perché siano assunti rapidi provvedimenti. A margine vorrei poi sottolineare che mentre nelle nostre marine prevale l’incuria più totale, di loro (San Cataldo e Frigole) si parla diffusamente in recente relazione della Northern Petroleum che allude a nuove autorizzazioni da richiedere al ministero dell’Ambiente per la ricerca di zone petrolifere nel Basso Adriatico”.

“Sarebbe singolare che proprio di fronte a due zone Sic (il bacino di San Cataldo e quello dell’Acquatina) ci trovassimo – precisa - a dover gestire il rischio di interventi di trivellazione che avrebbero effetti devastanti sull’intero sistema ambientale. Lo stesso che dovremmo proteggere. E che, come dimostrano i dati delle analisi sulle acque del bacino naturale di San Cataldo, l’amministrazione comunale ha già abbandonato”.

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