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Emiliano in Commissione: "Non si batte la Xylella con i tempi del Tar"

Oggi a Roma ascoltato il presidente regionale. "Danni per l'olivicoltura per 1 miliardo di euro". Chiesti maggiori poteri

ROMA – “Non è possibile fare la lotta alla Xylella con i tempi dei ricorsi al Tar”. E’ stato uno dei passaggi focali di Michele Emiliano, oggi, durante l’audizione davanti alla Commissione agricoltura della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa, il batterio killer degli ulivi. L’intervento del presidente della Regione Puglia segue di una settimana quello del procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris, che nella precedente audizione ha anticipato davanti alla Commissione che in capo a un paio di mesi si deciderà se archiviare o meno l’inchiesta ancora aperta, che vede dieci indagati fra ricercatori e funzionari.

Video: le richieste di Michele Emiliano

Se dunque, al procuratore è spettato soffermarsi sugli aspetti giudiziari, circa la diffusione del batterio che ha colpito duramente l’economia rurale salentina, Emiliano ha illustrato quale sia stato l’iter seguito dall’amministrazione regionale, con tutte le difficoltà del caso. “Fino al gennaio 2016 - ha detto, infatti, Emiliano - la Regione Puglia non aveva alcuna potestà in materia perché tutti i poteri erano stati assorbiti dal Governo nazionale da un decreto di Protezione civile”.

"La lotta è iniziata nel 2016"

“Dal 2016 in poi è cominciata la lotta della Regione Puglia alla Xylella e l’abbiamo fatta dando vita al più imponente sistema di monitoraggio di fitopatie che esista al mondo, con 340mila esami sulle piante per individuare quelle infette. Dopodiché abbiamo proceduto agli abbattimenti: in questo caso abbiamo trovato l’ostacolo della legge italiana, perché ogni volta che facevamo un'ordinanza di abbattimento di un albero queste ordinanze venivano impugnate al Tar”. 

Emiliano ha quindi chiesto al Parlamento di dotare la Regione dei poteri di abbattimento inaudita altera parte, cioè senza notifica ai proprietari. “In questo modo, nel momento in cui troviamo le piante infette – ha aggiunto -, faremo un doppio campionamento. Per cui. quando il proprietario dovesse contestare la nostra scelta, potrà chiedere la controanalisi e, se abbiamo sbagliato, ottenere un risarcimento”.

“Quello che non è possibile – ha rimarcato - è fare la lotta alla Xylella con i tempi dei ricorsi al Tar e questo credo sia stato compreso da tutti. Come, d’altra parte, è necessario dare a tutti gli olivicoltori pugliesi che sono stati già colpiti da Xylella finanziamenti per recuperare quanto perduto e, soprattutto, per potere reimpiantare le specie tolleranti o resistenti in modo tale da ripristinare il paesaggio e la capacità produttiva olivicola della Puglia. Questi sono i due elementi fondamentali dell'audizione di oggi”.

"Danni per 1 miliardo di euro"

“Tutto quello che la Regione Puglia è stata in grado di fare per contenere la Xylella dal gennaio 2016 ad oggi è stato fatto esclusivamente coi nostri soldi, i nostri funzionari e i nostri scienziati”, ha dichiarato ancora Emiliano. Ricordando come il ministro Gian Marco Centinaio sia sceso nel Salento alcuni mesi or sono per una visita dei luoghi più significativi. “Adesso stiamo attendendo un decreto di urgenza che mi auguro doti la Regione dei poteri di abbattimento inaudita altera parte che disponga i finanziamenti nella proporzione necessaria a risarcire tutti i proprietari dei danni che hanno subito”. Specificando come i danni che l'olivicoltura pugliese, e in particolare quella salentina, abbiano subito e rischino di subire ulteriormente, si avvicinino al miliardo di euro.

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Emiliano ha anche detto che: “Servono misure per consentire a piccoli proprietari e imprese di riprendere la produzione di olio tramite il reimpianto di specie tolleranti o resistenti alla Xylella, che sono già state autorizzate dall'Ue e che consentano anche il restauro del paesaggio”. Non dimenticando la possibile creazione di una filiera del legno. L’idea: trovare un modo per utilizzare il legno degli alberi abbattuti. Ha quindi menzionato l’idea dei deputati europei salentini, Paolo De Castro e Raffaele Fitto. Proposte che lo stesso Emiliano ritiene “interessanti per indurre l'Unione Europea a considerare un intervento molto rilevante dal punto di vista economico che consenta l'attuazione di un piano generale di rallentamento della malattia ma anche di risarcimento e restauro del paesaggio, al fine di rilanciare le attività produttive legate al settore olivicolo”.  

De Giosa: "Il Governo tratti con Bruxelles"

“C’è gente - ha concluso Emiliano - che fa politica solo per fare polemiche, c’è chi invece fa politica per risolvere i problemi e io vorrei stare in questa seconda specie. Noi - ha aggiunto - siamo stati lasciati molto soli, con l'aggravante di essere stati considerati da qualcuno i responsabili di questa storia. A questa interpretazione non ci stiamo, rivendichiamo che il Parlamento della Repubblica italiana ci dia la possibilità di ricostruire la storia in modo veridico, rivendichiamo il ruolo fondamentale che la Puglia ha avuto nel riconoscere la malattia, nel contrastarla e nel proporre, all'interno delle proprie competenze, tutti i mezzi possibili per l'abbattimento”.

All’audizione era presente anche Leonardo Di Gioia, assessore regionale all'Agricoltura. “L'unica cosa che era nelle nostre potenzialità per aiutare i territori infetti da Xylella – ha dichiarato - è staccare un pezzo del piano di sviluppo rurale e destinarlo ad attività di particolare pregio, o di ricostruzione del potenziale produttivo, o legate agli investimenti per l'olivicoltura, ma il Psr non è lo strumento giusto per far fronte a una calamità, a una emergenza di questo tipo, perché servirebbe per alimentare la competitività dell'intera Regione”.

“Abbiamo danni che possono essere stimati nell'ordine dei miliardi di euro, e il nostro piano di sviluppo rurale stanzia i 10 milioni per ogni singola misura: è una cosa incongrua. Per la ricostruzione, a fronte di 10 milioni messi a bando, sono arrivate, solo in questa fase, già richieste per 50 milioni. Chiediamo che sia il Governo – ha concluso - a farsi portavoce con Bruxelles, almeno per destinare, nella scrittura del nuovo Psr, una quota specifica a territori che abbiano subito fitopatie di questo livello”. 

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