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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Gallipoli

"Estate caos? Caro Pd, colpa della vostra politica"

I disagi e il disordine della stagione balneare gallipolina accendono la polemica politica. Barba e De Marini replicano a Natali: "Bravi solo a scaricare colpe. La loro programmazione un fallimento"

GALLIPOLI - L'estate bollente volge al termine. Un'altra stagione balneare al limite della sopportazione e del decoro. E la città di Gallipoli paga dazio. E si lecca le ferite. Come sempre. La politica cittadina si affanna ad arginare responsabilità dirette o indotte. E l'altra stagione, quella delle polemiche, è già bella e servita. Ha aperto le danze il segretario cittadino del Pd gallipolino, Luigi Natali (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=29656) presentando il conto dell'estate caos in riva allo Ionio. Evidenziando i nervi scoperti e dolenti, ovvero occupazione selvaggia del suolo pubblico e musica e decibel impazziti sino alle prime luci dell'alba, all'ombra della canicola agostana. E con una regolamentazione atta ad arginare le problematiche estive "saltata" solo per la caduta anticipata dell'amministrazione del Venneri ter, secondo la tesi del Pd locale. E quindi con responsabilità dirette attribuibili alla vecchia opposizione dell'asse Pdl-Ppdt e ai dissidenti. Una chiave di lettura subito smentita e demonizzata dal deputato cittadino del Pdl, Vincenzo Barba e anche dall'ex capogruppo della Puglia Prima di Tutto, Giovanni De Marini. Che rintuzzano e rilanciano.

"Estate caos a Gallipoli? Il Pd si affretta a sparare a salve" tuona Barba stigmatizzando la pratica dello "scaricabarile" messa in atto dagli ex amministratori di Palazzo Balsamo. "Il Pd gallipolino non dà segni di maturità" aggiunge il deputato cittadino, " i democratici non si sentono mai responsabili di nulla: se sono all'opposizione è colpa di quelli che governano. E se malauguratamente, per qualche mese, a seguito di un vergognoso inciucio, si ritrovano al governo di una città importante come Gallipoli senza lasciare alcuna traccia della loro presenza, la colpa è della minoranza che non ha consentito loro di manovrare".

Barba non disdegna un passaggio e un raffronto tra la "nuova" e la "vecchia" guardia del Partito democratico, "quelli si che sapevano prendere sulle spalle il peso della responsabilità di governo e non erano avvezzi a tirare la pietra e nascondere la mano". Poi nel dettaglio, Barba parla di una mancanza di serietà nell'analisi di Natali: "Si parla di traffico, caos, degrado e sporcizia senza ricordare che l'unica proposta in materia turistica targata Venneri-Pd consisteva nella ferrea volontà di impedire agli stabilimenti balneari di suonar musica oltre mezzanotte e mezza o l'una. Di cosa parla la sinistra gallipolina, tanto celere a salire sul carro dell'inciucio quanto lenta e impacciata nell'arte di governare? Quando volevano programmare l'organizzazione dei servizi turistici, interrotta da quei cattivoni del Pd. Forse il 15 agosto? E fino al 25 giugno, data della liberazione, cosa hanno fatto? E l'anno precedente di cosa si sono occupati oltre che di spartizioni e incarichi?"

La verità sviscerata da Vincenzo Barba è un'altra: "è quella che ha visto Gallipoli, anche quest'anno, una delle reginette più importanti del turismo pugliese e nazionale. Le disfunzioni che ci possono essere sono dovute ad un problema di abbondanza, di ricchezza e di appeal. È normale che quando si decuplicano le presenze, ci sia un risvolto della medaglia un po' più grigio e un po' più cupo. Ma i nostri imprenditori alberghieri ed il nostro tessuto commerciale sono talmente preparati e talmente capaci che la nostra città viene continuamente scelta e riscelta senza alcun pericolo di rigetto. E Grazie all'azione del Pdl" chiosa nel finale il deputato Pdl, "la pericolosa macchietta rappresentata da una giunta Venneri-Pd è stata bloccata e si sono vietati ulteriori danni. Adesso si tratterà soltanto di attendere qualche mese per rilanciare, insieme ai nostri cittadini, una città come Gallipoli che ha bisogno sì di essere guidata ma soprattutto di essere amata".

De Marini (Ppdt): "Scelte dell'ex amministrazione senza equilibrio. Suolo pubblico svenduto"

Parafrasando il successo dell'estate dell'85 dei Righera anche l'ex capogruppo della Puglia Prima di Tutto, Giovanni De Marini rammenta che "l'estate gallipolina sta finendo". E traccia il suo bilancio l'ex consigliere, ovviamente anch'esso in controtendenza con le valutazione addotte la scorsa settimana in casa del Pd cittadino. Cosa è mancato per rendere un'altra estate gallipolina più civile e rispettosa? "Sicuramente c'è stata l'incapacità di chi ci ha governato sin ora di trovare un giusto equilibrio tra le parti" accusa diretto De Marini, "ovvero tra l'esigenza dei residenti, e non, di riposare e di godere delle meravigliose quinte offerte dalla nostra città e quella di tanti piccoli imprenditori, che poi ‘piccoli' non sono, se si guarda agli incassi, di fare impresa, di offrire servizi ai turisti e quant'altro, come pure quella di tanti giovani di divertirsi in spensieratezza".

E incalza: "Qualcuno ha detto che l'amministrazione comunale caduta anzitempo stava provvedendo ed è stata quindi impedita, ma tutto ciò è poco credibile, come poco credibile e diseducante era la formula di governo su cui si reggeva. Sbagliati e illegittimi erano i provvedimenti, che, ricordo, non furono annullati dalla minoranza ma dal Tar. Quei provvedimenti, minimali e trancianti: "all'una e mezza tutti a casa", erano dettati dalla propria consapevolezza di non poter controllare il territorio. Ma il vero problema è economico. Il Comune" spiega ancora De Marini, "offre il proprio demanio, sui litorali e nel centro storico, a prezzi irrisori a fronte d'incassi privati consistenti. Si crea cioè una grande ricchezza privata a fronte di una povertà pubblica. Chiunque governerà la città dovrà avere caratteristiche tali da poter imporre un riequilibrio, senza esserne coinvolto, facendo in modo che la ricca estate gallipolina dia risorse al Comune perché provveda alle esigenze dei cittadini residenti in termini di servizi efficienti. Dovrà infilare le mani cioè" conclude l'ex consigliere, "in un settore turistico nella cui economia non sia coinvolto".

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