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Estimi catastali e aumento dell'Imu: le tappe, le polemiche, le promesse

L'ex segretario di Forza Italia, Cristian Sturdà, ricorda a Gaetano Messuti di aver fatto parte di quella giunta che ha voluto il "riclassamento"

LECCE – Tiene sempre banco la vicenda della revisione degli estimi catastali che sta investendo decine di migliaia di cittadini interessati da avvisi di accertamento, per ora relativi al 2013, con rincari sostanziosi per quanto concerne l'imposta sugli immobili. sia rispetto a quanto corrisposto per quell'anno che, in prospettiva, per i successivi.

L’ex coordinatore cittadino di Forza Italia, Cristian Sturdà, ha ricordato la paternità del provvedimento di avvio dell’iter di “riclassamento”, varato dalla prima giunta di Paolo Perrone. Oggi al fianco di Adriana Poli Bortone nella corsa verso Palazzo Carafa, Sturdà lo definisce “un grande danno” rimproverando a Gaetano Messuti, oggi candidato nelle primarie del centodestra, di essere stato parte attiva di quel governo cittadino che “non è stato capace di usare buonsenso e logicità in una questione che poteva essere risolta in modo ben diverso”.

Messuti aveva, appena lunedì, promesso un intervento risolutivo che possa ristabilire una situazione di equità a fronte di conseguenze anche paradossali: ad esempio il fatto che due proprietari di immobili identici, collocati uno accanto all’altro, paghino importi diversi per il solo fatto che uno ha presentato ricorso in sede tributaria e l’altro no. Come noto, il contenzioso si è concluso con il riconoscimento delle ragioni degli oltre seimila ricorrenti, mentre invece in sede amministrativa i benefici di quegli accoglimenti non sono stati riconosciuti a tutti gli altri.

I giudici tributari, in ogni grado di giudizio, hanno ritenuto infondata la revisione degli estimi perché disegnata su un concetto di “microzona” incoerente con la normativa in vigore. Delle diciassette esistenti a Lecce, quella scaturita dal protocollo siglato tra Comune di Lecce e Agenzia del Territorio, nel 2010, ne riguardava solo due, comprendenti però oltre il 90 per cento di tutti gli immobili.

“Chi oggi di microzone ne propone tre – sottolinea Sturdà - significa che non ha capito nulla di quanto accaduto. Per una città come Lecce, le microzone, ad esempio, possono essere individuate nei quartieri di Santa Rosa, Salesiani, San Pio, Mazzini, San Lazzaro. Una circoscrizione, cioè, intuitiva, omogenea e realmente aderente con il senso della normativa. Sentiamo in queste ore promesse elettorali assurde, proprio da parte di chi per dieci anni non ha fatto nulla sulla questione. All’epoca, sarebbe bastata una semplice delibera in autotutela con la quale paralizzare ogni effetto nefasto, che di fatto oggi si è tramutato in uno dei più grandi danni economici lasciati in eredità del governo Perrone. E invece, a breve giungeranno anche cartelle relative ad anni arretrati”. 

A rileggere le cronache, il ritiro in autotutela fu chiesto a Perrone dall’allora esponente di minoranza, Carlo Salvemini, perché avrebbe colpito i cittadini in maniera indiscriminata, vanificando così l’obiettivo dell’equità fiscale che l’assessore Monosi aveva posto alla base del provvedimento, richiamandolo in una conferenza stampa del gennaio 2013 con queste parole: “L’aumento delle rendite catastali era stato previsto nel 2010 quando ancora l’Imu non esisteva e nessuno avrebbe mai potuto prevederla. Peraltro, le rendite catastali risalivano al 1991 ed erano le più basse della Puglia. La necessità di rivederle è nata dal fatto che in alcuni quartieri la differenza tra le rendite e i valori di mercato era troppo alta. Era giusto, infatti, che una casa del centro storico, e quindi di grande pregio, avesse la stessa rendita di una casa ubicata in periferia. L’intento, dunque, era quello di garantire un principio di equità tributaria e patrimoniale per i proprietari degli immobili comunali”.

Sturdà, ovviamente, non risparmia nemmeno Salvemini il quale, da candidato di una coalizione progressista e civica, si è impegnato a fare il possibile per rimediare, nella prossima consiliatura, a quanto scaturito da quella iniziativa della giunta Perrone: “Chi, dopo aver trascorso gli ultimi due anni alla guida della città, promette di risolvere tutti i problemi, fa promesse da marinaio, poiché sa benissimo che le rendite che sono aumentate per migliaia di immobili non torneranno più come prima. In questa campagna elettorale, stiamo passando dalla commedia alla farsa, il tutto sulla pelle dei cittadini leccesi che per fortuna non hanno l'anello al naso”.

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