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Falsi rimborsi nei Cinquestelle, sulla graticola ci sono anche i salentini?

L'inchiesta de Le Iene, le bugie di Cecconi e Martelli, poi l'incursione a Lecce e le richieste a Buccarella e Lezzi. Il primo si autosospende per "una leggerezza". La seconda si difende: "Esibirò i conti"

LECCE – Una mannaia che colpisce il Movimento 5 stelle e che rischia di allargarsi anche al Salento, quella delle restituzioni degli stipendi – fra i cavalli di battaglia dei pentastellati - mai avvenute. Non fosse altro perché, durante la sua visita a Lecce, mentre l’aspirante premier Luigi Di Maio accoglieva attivisti e simpatizzanti presso le Officine Cantelmo, con un’incursione sul palco, Filippo Roma, inviato de Le Iene, ha chiesto a bruciapelo ai senatori leccesi presenti, Barbara Lezzi e Maurizio Buccarella, di dimostrare di non essere incappati nello stesso scivolone di Andrea Cecconi (capolista nelle Marche) e Carlo Martelli (in Piemonte).

Chiamati in causa da una gola profonda consultata da Le Iene (che hanno rilanciato il servizio sul proprio sito web, non potendolo sul canale Mediaset di Italia 1 per la par condicio, più stringente in tv), Cecconi e Martelli sono caduti dalle nuvole davanti alle domande, cincischiando per poi cercare di sottrarsi al microfono, e infine non dare più notizie di sé nei giorni seguenti. Fin quando la verità non è emersa: così come da accuse molto circostanziate di un ex attivista, non hanno versato i soldi al Fondo per le piccole e medie imprese.

Il servizio de Le Iene

Il meccanismo per barare è anche piuttosto semplice. E’ sufficiente disporre un bonifico e poi annullarlo entro le 24 ore successive. Ed è molto probabilmente quanto avvenuto. Un metodo che ha consentito ai due di esporre sul sito Tirendiconto.it le distinte di disposizione di bonifici, per cifre anche piuttosto alte, mai realmente andati in porto.

Il guaio per il M5s è che i casi di Cecconi e Martelli potrebbero non essere mosche bianche. Le irregolarità potrebbero essere di più e lo scandalo politico allargarsi a macchia d’olio.

Il video di Lecceprima

Già, si dirà, ma i leccesi? Le domande sono state rivolte anche a loro dall’inviato de Le Iene.

Buccarella si autosospende: "Leggerezza"

Buccarella ha seccamente smentito sul palco stesso, davanti al microfono, salvo oggi autospendersi, parlando di una leggerezza riguardante due bonifici revocati.

"Relativamente agli ultimi due mesi di novembre e dicembre avevo fatto una leggerezza, però: avevo revocato i due bonifici lo stesso 31 gennaio 2018 perché credevo di poter chiudere quel conto corrente nei giorni immediatamente successivi (decisione che avevo preso da tempo per il costo eccessivo per commissioni applicate su tutte le operazioni da quella banca, ma non volevo "sgarrare" la scadenza del 31 gennaio per chiudere la rendicontazione), cosa che invece non ho fatto (anche per essere stato tre giorni a Roma per i lavori della commissione) e di cui non mi sono premurato di avvertire l'assistenza di Tirendiconto o altri del Movimento. In data odierna (12 febbraio) mi risulta che quelle somme sono state accreditate sul Fondo, dopo bonifici disposti da altra banca".

Tutto il suo pensiero sulla vicenda - in cui non risparmia attacchi a Le Iene - si può leggere direttamente sulla pagina Facebook di Buccarella.

Lezzi: "Mosterò la documentazione"

Senza titolo-1-5-85La senatrice Lezzi, dal canto suo, oggi viene apertamente attaccata da Ernesto Abaterusso (che fa capo a Liberi e uguali).

“Sembra che Barbara Lezzi, candidata grillina all’uninominale Senato di Nardò - dice Abaterusso -, dopo aver assunto la figlia del suo fidanzato come collaboratrice fin quando non è stata scoperta, abbia mentito sulla riduzione del proprio stipendio a favore del microcredito prevista dal regolamento del Movimento”.

Ma, con un post su Facebook, la diretta interessata ha spiegato che andrà in banca per farsi rilasciare la documentazione che accerta che tutti i bonifici effettuati non siano stati revocati. In ogni caso, gli accertamenti in tutta Italia sono in corso. I vertici del Movimento preannunciano espulsioni verso chi ha sbagliato, tradendo la fiducia dei propri elettori.

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