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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Galatone

Compostaggio, è fronte “comune”: Nisi e i sindaci chiamano le istituzioni

Dopo l'avvio della raccolta di firme un incontro tra amministratori pubblici di Galatone, Galatina, Aradeo, Seclì e Italia Nostra

GALATONE - Sull’impianto di compostaggio dei rifiuti, che potrebbe sorgere a cavallo dei territorio tra Galatone e Galatina, dopo il via libera della conferenza dei servizi provinciale dei mesi scorsi, amministratori dei comuni interessati e ambientalisti pongono nuovi paletti. E proseguono della battaglia, non per opporsi per semplice partito preso o in maniera preconcetta all’insediamento, ma per rivendicare una pianificazione atta ad avallare gli impianti di compostaggio solo nel rispetto delle regole e soprattutto solo se essi chiudono effettivamente il ciclo dei rifiuti. Forte e chiara è stata ancora una volta la posizione espressa dai sindaci e dagli ambientalisti nell’ambito di un incontro promosso dal sindaco di Galatone, Livio Nisi, e che si è svolto nella serata di ieri presso il Comune galateo, per individuare un percorso condiviso sul “no” all’impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere in località “Le Bruciate”.

Posizioni non certo nuove e ormai cristallizzate quelle poste dal primo cittadino di Galatone, atteso che l’impianto in itinere tra Galatone e Galatina ha avuto il parere negativo dell’amministrazione in conferenza servizi e anche perché da quanto evidenziato anche dai sindaci del comprensorio, lo stesso dovrebbe trattare 27mila tonnellate l’anno di rifiuti (75 al giorno) che non chiuderanno il ciclo dei rifiuti visto che, data la vicinanza alle abitazioni presenti nella zona, non potrà accogliere l’umido raccolto dalle amministrazioni comunali. Parallelamente all’incontro di ieri prosegue anche la raccolta di firme lanciata dall’amministrazione comunale di Galatone che si snoda sul filo conduttore dell’iniziativa pubblica “Facciamo chiarezza” e che dopo poche settimane ha già superato la soglia delle 500 sottoscrizioni. Petizione nell’ambito della quale il primo cittadino  ribadisce e chiarisce le ragioni del “no” al nuovo insediamento e con la quale annunciava la sua intenzione di chiamare a raccolta i sindaci dei comuni che, direttamente o indirettamente, subiranno l’impatto ambientale procurato dall’impianto di compostaggio. All’incontro di ieri,  oltre al sindaco Nisi, hanno preso parte i primi cittadini di Aradeo, Daniele Perulli, e di Seclì, Antonio Casarano, il candidato sindaco di Galatina per “Obiettivo 2022”, Giampiero De Pascalis, l’assessore all’Ambiente del Comune di Galatone, Valerio Chirivì, il presidente della sezione Sud Salento di Italia Nostra, Marcello Seclì, e un componente del consiglio direttivo dell’associazione ambientalista, Antonio De Giorgi. Assente il commissario straordinario di Galatina, Guido Aprea, che ha ritenuto di dover lasciare le valutazioni sulla questione alla prossima amministrazione che i insedierà dopo le elezioni. Sindaci e ambientalisti hanno condiviso una richiesta di incontro con la Provincia per sensibilizzare l’ente ed esporre le ragioni dei territori. E da qui partirà anche l’informativa per la Regione. Alla fine tutti i partecipanti insieme hanno sottoscritto la richiesta di incontro con i presidenti di Provincia e Regione.  

“Non è un servizio per le nostre comunità ma all'Italia” ha detto il sindaco Nisi, “visto che non chiude il ciclo dei rifiuti perché la presenza di abitazioni non consente all’impianto di accogliere l’organico raccolto dalle amministrazioni. In compenso, ci lascerà l’inquinamento ed essendo un impianto anaerobico sono molto preoccupato nonostante il proponente del progetto abbia dato rassicurazioni sul fatto che la presenza di bio filtri eviterà i cattivi odori e le emissioni nocive. Noi abbiamo una posizione chiara, su questi impianti serve il controllo pubblico e oggi soffriamo la mancata forza o volontà della Regione a pianificare e finanziare l’apertura di questi impianti dando ai privati solo la gestione. Come amministrazione abbiamo attivato una petizione rivolta al presidente della Provincia, al commissario prefettizio di Galatina e anche al presidente della Regione perché si faccia carico della mancata bonifica della vicina discarica di Castellino” ha concluso il primo cittadino di Galatone, “ed inoltre Italia Nostra ha elaborato un documento circostanziato che noi facciamo nostro perché la salute è un bene essenziale che va protetto”.

Non si sposta di una virgola la posizione di Livio Nisi, che già nei giorni scorsi aveva ribadito la posizione dell’amministrazione comunale. “Non è un no preconcetto” chiarisce oltremodo il sindaco di Galatone, “gli impianti di compostaggio servono a chiudere il ciclo dei rifiuti, ma non possono essere aperti in un territorio dove è già presente un carico ambientale. Per questo andremo avanti con convinzione e abbiamo chiamato i sindaci dei comuni confinanti a un confronto. Noi la nostra parte la stiamo già facendo e tutte le firme che raccoglieremo saranno consegnate al presidente della Regione, Michele Emiliano, al presidente della Provincia, Antonio Gabellone, al commissario straordinario di Galatina, Guido Aprea. A novembre dello scorso anno” spiega ancora Nisi, “abbiamo manifestato alla Regione il nostro interesse per un impianto di compostaggio di comunità da installare al Villaggio Santa Rita. Stiamo percorrendo tutte le strade messe a disposizione dalla Regione per chiudere il ciclo dei rifiuti, ma l’assenza di una seria programmazione regionale rischia di produrre gravi criticità, a partire dall’impianto di compostaggio in località Le Bruciate e dei tanti impianti che imprenditori privati hanno fatto richiesta di aprire in diversi comuni”.


Guai ai no preconcetti, ma si al rispetto delle regole. Questa la sintesi del pensiero di Giampiero De Pascalis che sul tavolo ha posto un’altra criticità: “Galatina rischia di ritrovarsi con due impianti e la viabilità inadeguata farà impattare il carico ambientale su tutti i comuni. Non sono contrario all'attività industriale, ma bisogna tenere conto dell’inquinamento. Purtroppo noi salentini siamo bravi a intervenire quando le criticità si determinano. Nel progetto c’è una configurazione urbanistica sbagliata e anche questo è un aspetto che dovrà essere approfondito. Sono convinto che serva un progetto organico per la gestione dei rifiuti che sono un problema sociale”. Sulla necessità di un’azione politica ha posto l’accento il presidente di Italia Nostra, Marcello Seclí: “La questione va affrontata politicamente, con Provincia e Regione. Se questi impianti vanno avanti sono in contrasto con quanto la Regione dice di voler fare, cioè impianti pubblici. Il nostro obiettivo non è di creare scontri sociali e politici, ma non vogliamo che un'opportunità diventi una criticità a causa della gestione dei progetti e delle autorizzazioni”. Caustica anche l’altra voce ambientalista di  Antonio De Giorgi: “C'è una lettura superficiale del progetto. Il procedimento è stato tirato avanti sino al 2017, nonostante ci fosse una difformità urbanistica superata, nell'ultima conferenza dei servizi, con una variazione importante del progetto stesso” spiega il componente di Italia Nostra, “la difformità urbanistica è un aspetto sostanziale perché cambia il Pug determinando uno stravolgimento urbanistico. Condividiamo le osservazioni del Comune di Galatone, ma serve un'azione di dialogo con la Provincia. I sindaci devono aprire un confronto e prepararsi a fare anche un ricorso al Tar. I primi cittadini devono spendere la loro autorevolezza. Noi paghiamo alti costi di smaltimento per colpa degli oligopoli, bisogna decentrare. Un bacino, anche di pochi comuni, può avere impianti sostenibili economicamente e, invece, stiamo assistendo a una proliferazione di impianti”.

La richiesta, supportata dallo studio di impatto ambientale, per ottenere le autorizzazioni per la realizzazione di un impianto di compost dai rifiuti in località “Le Bruciate” nei territori confinanti di Galatone e Galatina (e a circa quattro chilometri di distanza dai centri abitati), era stata presentata nel marzo dello scorso anno dalla Salento riciclo srl di Galatone. Richiesta e progetto che dopo i primi dinieghi hanno avuto l’avallo della conferenza dei servizi indetta dalla Provincia e l’impianto è stato regolarmente autorizzato anche con il parere positivo di Asl e Arpa e nonostante il parere negativo, ma non vincolante, espresso dall’amministrazione di Galatone. La società proponente ha quindi tutte le carte in regola per realizzare il progetto ed ha avuto modo di chiarire, negli allegati della sua relazione di studio sull’impatto ambientale, che non esisterebbe alcun pericolo per la popolazione e i territori interessati dall’insediamento in quanto entro il raggio di 300 metri non ricadrebbero case sparse ed entro il raggio di due chilometri non ricadrebbero centri abitati.

Il sindaco Nisi nei mesi scorsi aveva altresì spiegato “che la società aveva rinunciato a trattare i rifiuti biodegradabili e i rifiuti provenienti dai mercati per poter ottenere l’autorizzazione”. Anche su tale circostanza e sui rilievi mossi anche da forum e associazioni ambientaliste che hanno rilevato come “la ditta interessata  ha modificato  il progetto da impianto di compostaggio con produzione di compost di qualità a impianto per il trattamento di rifiuti speciali”, La Salento riciclo srl ha avuto modo di chiarire tale aspetto precisando che “il passaggio della relazione in cui si fa riferimento al progetto di un’adiacente discarica per rifiuti speciali in itinere è semplicemente un refuso, giacché non è in corso nessun procedimento istruttorio di tal genere e la cava adiacente al sito progettuale è tutt’ora vincolata allo svolgimento dell’attività estrattiva. Tale circostanza era stata già chiarita sia per iscritto, con nota tramite Pec inviata alla Provincia di Lecce il 20 ottobre 2016, che nell’ambito della conferenza dei servizi del 25 ottobre 2016, come si evince dalle lettura del relativo verbale trasmesso dai competenti uffici provinciali a tutti gli enti a vario titolo coinvolti nel procedimento istruttorio”.

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