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Garofani rossi e commozione: l’omaggio sobrio al compianto Vittorio Potì

Ad un anno esatto dalla sua scomparsa, si è tenuta oggi a Palazzo dei Celestini, la cerimonia di commemorazione del consigliere provinciale e più volte sindaco di Melendugno: presenti nell’assise anche familiari e conoscenti

LECCE - Un grande fascio di garofani rossi al posto di Vittorio Potì in consiglio provinciale ha accolto stamattina, a Palazzo dei Celestini, quanti non sono voluti mancare al momento commemorativo voluto dalla Provincia di Lecce in ricordo del consigliere scomparso esattamente un anno fa. Tra i presenti anche l’ex presidente e difensore civico emerito della Provincia, Giacinto Urso, la moglie Anna, i figli, i fratelli e i parenti di Potì, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, amici e conoscenti. Hanno fatto arrivare i loro messaggi la vice presidente della Regione Puglia Loredana Capone, la senatrice Adriana Poli Bortone e i consiglieri regionali Aurelio Gianfreda e Salvatore Negro.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del Consiglio Giorgio Primiceri: “A un anno dalla scomparsa il suo ricordo è sempre vivo, in noi e in tutti quelli che lo hanno conosciuto. Siamo qui per tributargli e rinnovargli la nostra gratitudine”. Gli ha fatto subito eco il consigliere Luigi Calò, che di Potì ha preso il posto nell’assise consiliare, e del quale ha ricordato “i preziosi consigli, la forza delle idee” e ne ha sottolineato “la dirittura morale che lo fa tanto rimpiangere”.

È stata poi la volta delle significative parole con le quali il consigliere Biagio Ciardo ha tratteggiato Potì: “Vittorio, il suo messaggio, il suo modo di essere va oltre la morte e coinvolge tutti. A dimostrazione un recente episodio: abbiamo licenziato all’unanimità in Commissione Ambiente un argomento di cui lui si era fatto convinto sostenitore. La sua personalità rimane ricca perché lui incarnava l’uomo politico, l’amministratore, l’uomo di parte e l’uomo delle istituzioni. Ma si fregiava ancora di un’altra virtù: era un galantuomo. A lui va il mio pensiero”.

Anche Cosimo Durante ha voluto ricordare l’amico e collega. “Quella di oggi non è una condivisione dovuta, ma vera. Ricordarlo nel primo anniversario non è solo un passaggio istituzionale, ma assume il senso che tutti insieme ci ha portati a dire di ricordarlo per quello che ha rappresentato e che ha trasmesso a noi tutti. Era un uomo delle istituzioni, coerente sotto un profilo che oggi comincia a venire meno, quello della coerenza politica, e capace di trasferire concetti e buone prassi. È stato un uomo tenace e di grande mediazione, concreto e pragmatico, un riformista vero. Melendugno gli è grato, così come tutto il Salento”.

Gianfranco Coppola, visibilmente commosso, ha rivolto un pensiero a Potì: “Mi piace ricordarlo come un insegnante politico e come comandante di una nave guidata nell’interesse della collettività”.

Parole di affetto sono state quelle con le quali il presidente Antonio GabelloneGabellone con la vedova Potì-2 ha “chiuso” gli interventi e offerto un medaglia commemorativa alla vedova Anna: “Vittorio Potì era un uomo dall’alto profilo istituzionale, che aveva nella e per l’istituzione grande attenzione e per la quale riteneva necessario un impegno straordinario. Era l’uomo delle soluzioni semplici, ma proprio in quanto tali, difficili da conseguire; uomo della mediazione e saggio, che chiamavo ‘senatore’ perché rappresentava, nella più squisita indicazione del termine, quella capacità di guardare agli eventi dall’alto della sua lungimiranza ed esperienza nell’interesse della comunità”.

“La politica del Salento – ha concluso -, e non solo, ne sente la mancanza”. Infine, il sindaco di Melendugno Marco Potì, nipote dello stesso Vittorio, ha ringraziato tutti per il ricordo che il consiglio provinciale ha voluto riservare: “Era un amico, un politico di spessore, ma anche uno zio speciale. Mi piace ricordarlo anche come uomo di partito; non ha mai smesso di essere socialista, anche nei periodi più difficili. Questa sera gli intitoleremo la sezione del partito socialista a Melendugno”. 

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