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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Primarie regionali del centrosinistra: sul gasdotto Sel incalza i candidati democratici

Nonostante il via libera ministeriale, la partita non è chiusa. E molto dipende dalla direzione politica che assumerà la Regione nei prossimi mesi. Il Pd si ritrova tra l'incudine della scelta del governo Renzi e il martello dei malumori del territorio

LECCE – Che la vicenda Tap entrasse di diritto nell’agenda del dibattito politico per le primarie del centrosinistra (30 novembre) era scontato. Ma dopo il via libera dei tecnici del ministero dell’Ambiente al progetto presentato da Tap, con approdo a San Foca, la questione diventa addirittura scottante perché è chiaro che l’indirizzo politico regionale dei prossimi mesi sarà fondamentale per la conclusione dell’iter di autorizzazioni e passaggi istituzionali. Non è stata scritta ancora, infatti, l’ultima parola.

Per ben due volte, nel 2012 e a gennaio scorso, la commissione di valutazione di impatto ambientale della Regione Puglia ha respinto il progetto, in base ad un parere obbligatorio e non vincolante. Mentre la decisione maturata a Roma e annunciata anche dal premier Matteo Renzi va in direzione esattamente contraria.

Dei tre candidati alla corsa per la successione a Vendola – Michele Emiliano, Dario Stefano e Guglielmo Minervini – il primo è sicuramente il più possibilista rispetto alla  fattibilità dell’opera. In un’intervista a questo giornale, il 14 luglio, l’ex sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, ha dichiarato comunque che in nessun caso il suo partito lascerà che nel Salento passi il “metodo Tav”, l’imposizione cioè con la forza di una decisione non condivisa con il territorio.

Oggi, con un post su Facebook, Guglielmo Minervini, che ha gestito come assessore alla Partecipazione (sempre del Pd) il doppio confronto pubblico tra Tap, attivisti e istituzioni, ha bollato come un errore “clamoroso, gigantesco e assurdo far spuntare il gasdotto in uno dei posti più belli della Puglia” proponendo di inquadrare il discorso in un’ottica complessiva in cui si tenga conto delle pesanti ferite ambientali che lacerano la regione. In quest’ottica, secondo Minervini, potrebbe maturare una riflessione che porti all’individuazione, al limite, di un approdo diverso.

“Dica il governo, e lo dica ora, contestualmente, cosa intende fare per risanare quelle ferite. Magari ragionando insieme su questo potrebbe emergere che la migliore scelta localizzativa sta da un'altra parte. E che le cose, affrontandole con una visione organica e non insopportabilmente frammentata, si possono fare migliorando le condizioni complessive del nostro territorio. E che le infrastrutture non sono sciagure ma opportunità. Purché rispondano anche a un'interesse pubblico e non solo a quello privato”.

“Chiedere alla Puglia di accogliere il gasdotto Tap mostrando sprezzo verso le sue lacerazioni ambientali – conclude Minervini - è un grave errore. Che rischia di far esplodere il conflitto. E quando esplode il conflitto tutto diventa più incerto e imprevedibile”.

Non ci sono dubbi sulla contrarietà all’opera da parte di Sel, che per il 30 novembre candida il senatore salentino Dario Stefano. Il coordinamento provinciale di Lecce ha ribadito che la contrarietà  al progetto Tap che snaturerebbe la vocazione turistica di una delle più belle aree della Puglia, espressa in più occasioni, alla luce di questa decisione della Commissione ministeriale e alle allarmanti dichiarazioni del premier Renzi, sarà ancora più ferma e decisa. La federazione provinciale di Sel sarà al fianco della popolazione, dei comitati e istituzioni locali per riaffermare insieme a loro la centralità delle scelte e l’autodeterminazione del territorio nello scegliere su quale tipo di sviluppo investire, garantendo la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei beni paesaggistici”.

“Siamo seriamente preoccupati – prosegue la nota stampa - per la svendita del territorio in nome di accordi internazionali e strategicità, di opere così impattanti, tutta da dimostrare. E’ in atto inoltre, attraverso provvedimenti come lo ‘Sblocca Italia’ il tentativo di ridurre a zero il valore del parere espresso dalle Regioni, in quanto opere definite di priorità nazionale, quindi incontestabili. Ci aspettiamo una levata di scudi da parte di tutta la politica, dalla deputazione salentina,  e da parte dei candidati alle prossime regionali a difesa del territorio per fare da argine a questo tentativo di devastazione del territorio”. Insomma, Sel è pronta ad affondare tra le sfumature delle correnti democratiche.

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