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Tap annuncia la ripresa dei sondaggi per il gasdotto lungo il tracciato a terra

Dopo il pronunciamento del Tar della Lazio sulla richiesta di sospensiva del provvedimento comunale che aveva fermato le prime operazioni, a ottobre, la società ha notificato ai proprietari interessati l'avvio dei campionamenti previsti in circa 40 punti

LECCE - Il 23 febbraio ripartono i sondaggi, in circa 40 punti, lungo il tracciato a terra del gasdotto progettato da Tap: 8 chilometri dal punto di approdo previsto, sul litorale di San Basilio, nella marina di San Foca e il terminale di ricezione in agro di Melendugno. Tap, con una nota, informa di aver ripreso da ieri le attività preliminari, con la mobilitazione della strumentazione tecnica e i lavori preparatori per l'accesso ai fondi interessati.

La società ha assicurato anche di aver notificato direttamente l'inizio dei lavori che dovrebbero essere conclusi entro tre giorni per ogni campionamento in programma e di impegnarsi a rifondere i danni eventualmente arrecati. Dopo l'accoglimento della sospensiva da parte del Tar del Lazio, Tap ha ripreso quindi le attività previste: la società si è opposta con un ricorso al provvedimento con cui l'amministrazione comunale di Melendugno aveva fermato, a ottobre, l'avvio dei sondaggi. E i giudici amministrativi, in attesa della discussione nel merito, a giugno, hanno sospeso gli effetti di quell'atto.

La Provincia di Lecce ha intanto confermato il suo parere negativo al progetto di gasdotto proposto da Tap. Una comunciazione ufficiale è partita da Palazzo dei Celestini alla volta dell'Ufficio per la concertazione amministrativa presso la Presidenza del Consiglio, dove domani è previsto il secondo round dopo il primo incontro di mercoledì scorso. In quella sede la Regione Puglia ha citato le ipotesi che portano a Squinzano (via Casalabate), a Torchiarolo (via Lendinuso) e a Brindisi porto come quelle più valide in alternative a quella prescelta da Tap e autorizzata dal ministero dell'Ambiente, con approdo a San Foca e il terminale di ricezione nei dintorni di Melendugno.

Soluzione questa che ha trovato da sempre l'opposizione dell'amministrazione comunale guidata da Marco Potì, e successivamente anche della Regione Puglia che ha formalizzato il suo diniego nella valutazione di impatto ambientale. La distanza tra le parti ha reso vana la Conferenza per l'autorizzazione unica presso il Ministero dello Sviluppo economico del 3 dicembre scorso e ora la palla è nelle mani del governo.

L'iter prevede un confronto in tre fasi, al termine del quale, in mancanza di accordo il consiglio dei ministri può avocare a sè la questione per la decisione finale, alla presenza del presidente della Regione interessata. Quello di domani è il secondo appuntamento presso il Dipartimento per il coordinamento amministrativo: e se nel primo confronto si trattava di acquisire indicazioni utili per una soluzione condivisa, nella seconda si cercherà di concordare interventi di mediazione "valutando anche le soluzioni alternative a quella originaria". 

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