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Nuovo stadio e impianti pubblici per sport minori: Giliberti vs Salvemini

Il primo propone la strada del project financing, il secondo l'inclusione sociale e il coinvolgimento delle società dilettantistiche

LECCE – Dopo le marine, lo sport. Il confronto tra Mauro Giliberti e Carlo Salvemini, due dei candidati a sindaco alle prossime elezioni comunali, appare scandito in questa prima fase di campagna elettorale da un percorso per temi.

Il candidato del centrodestra propone lo strumento del project financing per la costruzione di uno stadio da 20mila posti, sul modello di quello di Udine. In pratica si affiderebbe al capitale privato l’onere dell’investimento in cambio di una remunerazione attraverso la gestione per un dato periodo di tempo. Ci sono altri esempi in città di questo strumento, almeno sulla carta: quello di piazzetta Tito Schipa dove dovrebbe sorgere un centro direzionale con un parcheggio interrato.

Giliberti immagina il nuovo impianto come la sede dell'Us Lecce, del Coni, del Comitato Italiano Paralimpico, delle Federazioni sportive, della Federazione medici sportivi, del Museo dello Sport e del Museo dei Bambini, l'Officina del ciclista e del cicloamatore, quella delle auto e delle moto d'epoca. Oltre che, ovviamente, attività commerciali.

L’idea avanzata dal candidato del centrodestra si aggiunge quella già espressa di recente a proposito della riqualificazione dell’area circostante il Via del Mare, a carico dell’Us Lecce in cambio di una riduzione degli oneri di gestione e manutenzione dello stadio, e la concessione ventennale dei due campi antistanti per tutte le giovanili dell’Us Lecce.

Per Carlo Salvemini, prima di parlare dell’ennesimo capitolo da “libro dei sogni” bisognerebbe verificare la disponibilità ad un investimento comunque oneroso da parte delle imprese costruttrici del territorio oltre che quella del club giallorosso. Ma il candidato del centrosinistra ritiene prioritaria una cittadella dello sport dove trovino spazio anche le discipline minori.

“Gli sportivi leccesi – sostiene l’esponente di sinistra - fanno i conti da anni con la scarsa manutenzione degli impianti esistenti, si pensi ai campetti dell’antistadio, e con nessun investimento sullo sport in città. Abbiamo interi quartieri, compreso il centro, nei quali non esistono luoghi pubblici attrezzati dove fare sport. E abbiamo un problema di accessibilità: il diritto delle persone con disabilità a praticare sport è un diritto che resta inevaso a Lecce”.

“Lo sport non è solo tifo: è educazione, socialità, riduzione delle disuguaglianze.  E io – aggiunge Salvemini - sarei pronto a dare in gestione gli impianti comunali a quelle società che assicurano in cambio l’inclusione nei loro corsi dei ragazzi provenienti dalle famiglie meno abbienti: per me è ora che il diritto allo sport entri a far parte delle politiche sociali del Comune”. Importanti risorse per la cittadella già ci sarebbero, conclude Salvemini: sono tra quei 18 milioni che il Comune ha ricavato dalla vendita di parte del proprio patrimonio immobiliare.

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