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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Giliberti riallaccia i fili del centrodestra: "Dobbiamo ritrovare slancio e unità"

L'ex candidato sindaco convoca una riunione operativa con gli alleati e prepara il terreno per un ritorno al voto. Su Salvemini chiosa: "Io avrei osato di più"

LECCE – Il centrodestra leccese serra le fila in vista di un possibile ritorno al voto per definire la guida del capoluogo: opzione che la coalizione che ha visto capofila Mauro Giliberti, in occasione delle ultime amministrative, non esclude in vista della sentenza del Consiglio di Stato che si esprimerà in merito alla controversa vicenda del premio di maggioranza.

È stata fissata al 9 novembre la Camera di consiglio per decidere sulla sospensiva della decisione del Tar Puglia e per ora si gioca a bocce ferme. Carlo Salvemini guida la città senza poter contare su una maggioranza politica certa e definitiva, mentre gli alleati del centrodestra scommettono sull’effetto destabilizzante di un equilibrio precario per tornare alle urne.  

Si attende, quindi, la data del 9 novembre. Ma l’impegno elettorale è doppio se si considerano anche le elezioni politiche nazionali. Ai simpatizzanti dell’area di destra, che si chiedevano che aria tirasse in una coalizione silente nel post elezioni - e apparentemente sfilacciata - Giliberti ha risposto oggi, convocando una riunione operativa degli alleati che spiana la strada agli stati generali del centrodestra.

Innanzitutto le scuse del giornalista scelto come front man di un insuccesso elettorale e ritornato a lavoro sotto l’ala di Bruno Vespa: “Questa riunione doveva essere convocata prima ma il ritardo, credetemi, è dovuto a ragioni personali – ha chiosato dall’hotel Tiziano di Lecce -: ci è voluto del tempo per recuperare la serenità e riprendere le fila della mia vita”.

Poi i ringraziamenti per gli sforzi profusi dai candidati nel corso della faticosa campagna elettorale; ringraziamenti rivolti fino all’ultimo dei non eletti e dei simpatizzanti. Infine, l’incoraggiamento a riprendere un percorso lasciato a metà. Tornando alla ribalta della scena politica locale con una rinnovata carica ed unità d’intenti, consacrata dal sostegno di una base elettorale che si è sentita trascurata.

Se questo è il tempo dei mea culpa e della conta degli errori politici, lo è anche per fare un bilancio sommario dei primi 100 giorni dell’amministrazione Salvemini: “Io avrei osato di più – commenta Giliberti -. Non ho visto un deciso cambio di passo sui temi scottanti della città, dalla marine alla gestione del traffico, ed anche sul problema della povertà dilagante sarebbe stata più efficace una politica di destra sociale”.

Immancabile la polemica sul filobus: “Non sono stato invitato al ministero, nonostante io abbia offerto sin da subito un seria collaborazione istituzionale sul tema”.

Il sindaco, secondo il giornalista, potrebbe avere i giorni contati: “Salvemini sa di rischiare qualcosa con la sentenza del Consiglio di Stato e a quel punto l’unica strada per lui sarebbe quella delle dimissioni – annuncia -. Tenteranno di scaricare le colpe su di noi, ma a quel punto dobbiamo essere pronti a dimostrare  che la maggioranza di sinistra non ha trovato la quadra, facendo emergere le loro divisioni interne”.

Giliberti ha lasciato presto la parola ai presenti (tra gli altri anche l’ex sindaco Paolo Perrone e il presidente della Provincia, Antonio Gabellone). Al netto di critiche ed autocritiche, di qualche bordata lanciata nel vuoto contro i professionisti del voto disgiunto che avrebbero compromesso la vittoria finale, non sono volati gli stracci come si temeva.

Non è emerso neppure il nome di un eventuale successore di Giliberti: resta lui l’anello forte di una catena che si è riallacciata e guarda al futuro in modo meno problematico, forte di quel 52 percento di voti strappati a Lecce al primo turno. 

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