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Giunta, Perrone non tratta più. Ultimatum di 48 ore

Il sindaco svela il suo esecutivo: 5 assessorati ad An, 3 a Forza Italia, 2 assessorati a "La città", 1 a "Lecce città del mondo", 1 all'Udc e 1 alla Dc. Presidenza del consiglio a Forza Italia

"Se gli elettori ci hanno dato mandato per rappresentare nove consiglieri di Alleanza nazionale nella maggioranza, allora, sulla base di questa certezza, decida il sindaco quanti e quali saranno i ruoli che ricopriremo nella giunta: più disponibilità di questa?" Sono le parole pronunciate dalla coordinatrice regionale di An Adriana Poli Bortone lo scorso 2 luglio nella sede del suo partito a Lecce (www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=2492).

La risposta del sindaco di Lecce Paolo Perrone - resa nota questa mattina alla stampa a Palazzo Carafa e ai partiti della Cdl con una informativa inviata via fax - arriva eccome ma ha il sapore di un ultimatum, i cui esiti saranno a dir poco imprevedibili. Perché il primo cittadino dice che la giunta sarà così composta e che la sua decisione non è più trattabile: "Cinque assessorati ad An, tre a Forza Italia, due assessorati alla Lista "La città", uno alla lista "Lecce città del mondo", uno all'Udc e un assessorato alla Dc. Questo accordo prevede inevitabilmente - afferma - che si definisca l'assegnazione del presidente del consiglio con la scelta che spetta al gruppo consiliare di Forza Italia". Ma c'è di più: la coalizione del centro destra dovrà dire cosa pensa di questo esecutivo entro 48 ore, vale a dire entro e non oltre sabato a mezzogiorno. Se la Cdl dovesse aderire al disegno dell'esecutivo pensato da Perrone, sarà lo stesso sindaco a comunicare immediatamente le deleghe assessorili. Ma se così non fosse? "Mi regolerò di conseguenza", dice. Già, ma che significa? In estrema analisi può anche immaginare, sindaco, di abbandonare il campo? "Mi regolerò di conseguenza".

Perrone ripercorre poi il travagliato periodo che lo ha portato a dire finalmente la sua: "La trattativa per la composizione della giunta ha avuto dei rallentamenti determinati dal fatto che il tavolo convocato per la definizione dell'esecutivo, convocato la prima volta alla presenza di tutti i partiti e movimenti politici che avevano contribuito alla vittoria della Cdl, poi di fatto non si è perpetuato per l'indisponibilità da parte di An di sedere al tavolo alla presenza delle liste civiche", spiega. E aggiunge: "Quindi sono stato costretto ad incontrare singolarmente le varie forze politiche e ciò ha comportato gli allungamenti sui tempi delle trattative".

"Avevo ipotizzato una giunta a 12 assessori, ma l'esigenza di arrivare alla quadratura mi obbliga a proporre ai partiti un esecutivo a 13, che rispetta comunque le esigenze di un assottigliamento rispetto alla passata amministrazione. Oggi ho comunicato ai gruppi politici le mie determinazioni, ho lasciato loro 48 ore di tempo per riflettere, quindi entro sabato mattina a mezzogiorno mi attendo una risposta da tutti i gruppi politici. Nel momento in cui questa risposta dovesse essere positiva provvederò subito alle attribuzioni delle deleghe. In caso contrario… mi regolerò di conseguenza ma tengo a dire che la mia proposta non è più trattabile".

Sindaco, ha già pensato alla deleghe? "I partiti sono liberi di darmi le indicazioni sui nomi ed io ovviamente mi regolerò nell'attribuzione delle deleghe. Ma saranno concordate sempre con le forze politiche". Questo vorrà dire che il Bilancio, visto che nessuno sembra farsene carico, potrebbe tenerlo per lei? "Potrebbe essere una soluzione", dice, "anche perché se le risposte dei partiti (quelle di An, ovviamente, ndr) non dovessero andare nella direzione da me indicata, si potrebbe iniziare a lavorare con un esecutivo di partenza, preso atto della disponibilità di alcuni gruppi piuttosto che di altri".

C'è poi la questione che riguarda la "visita" di questa mattina da parte de carabinieri presso l'abitazione dell'ex assessore Urbanistica Angelo Tondo nell'ambito della inchiesta giudiziaria sul Polo umanistico. Lecita la domanda a Perrone: sindaco, lei ebbe a dire che l'inchiesta non avrebbe minimante alterato le sue scelte sulle deleghe assessorili, ma alla luce di quanto accaduto oggi si sente di riconfermare la sua linea? "La valutazione - dice - a questo punto spetta ad An".

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