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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

"Giustizia a due velocità". Presidio dei No Tap per un cambio di passo

Un gruppo di manifestanti ha effettuato un sit-in davanti al Tribunale. Da un lato i provvedimenti a loro carico, dall'altro i fascicoli aperti

LECCE - Una trentina di manifestanti hanno tenuto questa mattina un presidio davanti al Tribunale di Lecce per protestare contro quello che ritengono un sistema iniquo: severo e inesorabile con chi si è opposto - e continua a farlo - al gasdotto Tap, lenta come un bradipo per quanto riguarda i fascicoli aperti o gli esposti presentati in merito alla realizzazione dell'opera. La teoria della giustizia a due volecità è stata illustrata con tanto di cartelli appesi all'inferriata di recinzione del grande edificio di viale De Pietro.

"Non siamo lì a manifestare per piangerci addosso - hanno commentato gli attivisti -: siamo pronti a rivendicare, in ogni sede, la nostra dignità che non ci vuole piegati ad un sistema di imposizioni e prepotenze. Ma allo stesso tempo vogliamo che si indaghi sui disastri ambientali, sulle elusioni di normative e sugli abusi di potere", ipotesi presunte che hanno giusitficato nel tempo l'apertura di fascicoli da parte della magistratura. Insomma, nessuna rivendicazione di immunità ma quasi una sfida all'assunzione delle eventuali responsabilità davanti al giudizio di un tribunale.

Sui piatti della bilancia - raffigurata anche in uno dei cartelli appesi davanti al palazzo di giustizia- da una parte la mole di denunce e avvisi di chiusura delle indagini a carico dei manifestanti, dall'altra la presunta lentezza di avanzamento nell'iter che riguarda, ad esempio, l'incidente probatorio sull'assoggettabilità alla direttiva Seveso del progetto per il terminale di ricezione: eventualità esclusa a novembre scorso dai periti che hanno prodotto una relazione sulla quale il giudice per le indagini preliminari non si è però ancora espresso. Le opzioni sono tre: richiesta di una consulenza di parte, archiviazione, prosecuzione delle indagini. 

I No Tap fanno dunque appello ad una correzione di rotta: "Chiediamo che ognuno faccia il suo lavoro, in uno Stato dove la giustizia sembra ormai aver ceduto il passo alla legge: la legge del più forte. Noi non demordiamo, mai! Siamo tenaci, siamo nel giusto. Per questo diamo fastidio".

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