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"Guerra della sabbia", il giorno dopo monta la furia

Poli Bortone fortemente critica verso i commenti del presidente della Provincia di Brindisi: "Logiche campanilistiche". Congedo affonda contro la sinistra regionale. Maniglio: "Attacchi pretestuosi"

A Lecce non l'hanno davvero presa bene. E se in molti, come il consigliere del Centro moderato Wojtek Pankiewicz, attendono ora che la sabbia per rimpolpare San Cataldo arrivi direttamente dalle coste albanesi, visto che quelle brindisine sono intoccabili (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=8162), la principale promotrice della richiesta di arena, Adriana Poli Bortone, all'epoca sindaco e oggi vice e assessore alle Fascia costiera, ne ha per tutti: "E' davvero sorprendente la decisione del Tar - dice -, ma è ancora più sorprendente il commento del presidente Michele Errico che parla di ‘svolta in grado di ridare dignità al territorio e di vittoria di civiltà'. Non credo che la dignità e la civiltà di un territorio si misurino da queste cose. Credo - continua - che Errico faccia prevalere una logica campanilistica piuttosto discutibile. Sarebbe interessante sapere cosa pensa oggi il presidente della Provincia di Brindisi della prospettiva del Grande Salento, forse sbandierata senza troppa convinzione qualche tempo fa. Ma lo spirito di collaborazione e di solidarietà istituzionale evidentemente non alberga da queste parti, visto che su una questione così delicata nessuna istituzione sta supportando il Comune di Lecce, come se il problema della erosione di San Cataldo fosse solo ed esclusivamente un problema dei cittadini leccesi che fanno il bagno su quella spiaggia e non un problema grave di natura ambientale che riguarda tutti".

"Seguendo le motivazioni del Tar - sottolinea con forza Adriana Poli Bortone - è evidente come la superficialità con cui la Regione Puglia affronta i problemi del territorio impedisce ogni soluzione positiva. Noi ricorreremo al Consiglio di Stato - annuncia -, ma in ogni caso siamo alla ricerca di soluzioni alternative. Aspettiamo a breve una comunicazione da parte delle autorità dello Stato albanese per un eventuale utilizzo di giacimenti di sabbia marina dalle loro coste (che già sono servite per il ripascimento di alcune zone dell'isola di Corfù) e attraverso uno studio di fattibilità stiamo verificando anche la possibilità di prelevare sabbia non marina da cave del nostro entroterra. Mi preme evidenziare comunque che privilegeremo i giacimenti del nostro territorio regionale - prosegue Adriana Poli Bortone -, che a detta dell'assessore Minervini esistono, ma che non riusciamo a conoscere atteso che il Piano delle Coste commissionato dalla Regione all'Università di Bari a settembre scorso ad oggi non è pervenuto. Antonio Rotundo può quindi stare tranquillo - aggiunge riferendosi alle posizioni del capo dell'opposizione -, dal momento che noi non ci intestardiamo con la sabbia albanese e se vuole suggerirci altre soluzioni saremmo ben lieti di accoglierle. A meno che - conclude - non insista personalmente con il Governo regionale sul Piano delle Coste, sarebbe una dimostrazione di utilità per il territorio invece di inconcludenti polemiche".

Contro la sinistra regionale si scaglia decisamente il consigliere del Pdl Saverio Congedo, che dice: "Sulla sabbia negata al Salento, rispetto per la decisione del Tar ma gravi le responsabilità politiche della sinistra pugliese. Nel pieno rispetto delle decisioni assunte dalla giustizia amministrativa - spiega il consigliere - non mi posso esimere da una valutazione politica sulle gravi responsabilità della sinistra pugliese che è riuscita nell'intento di negare al Salento la sabbia per salvare le sue spiagge. Alle soglie di una nuova stagione estiva è arrivato il colpo di grazia alla speranza di poter risolvere una questione fondamentale per il turismo leccese e per la godibilità del nostro mare attraverso una normalissima operazione di trasferimento di sabbia da aree nelle quali abbonda e senza nessuna pregiudizio per l'ecosistema e il litorale di Brindisi come ampiamente documentato da studi di ogni genere".

"Grazie alle tergiversazioni infinite della Regione di Vendola - aggiunge e al sadico puntiglio della Provincia di Brindisi di Errico si è completata una sorta di delitto perfetto, grazie a responsabilità politiche di governanti che non riescono ad essere equanimi verso il Salento e che ci costringono ad affidare le nostre speranze al buon senso e alla disponibilità del Governo Albanese". E la replica della sinistra arriva per bocca del consigliere del Pd alla Regione Antonio Maniglio: "La sentenza del Tar conferma che la vicenda-sabbia non era e non è così semplice come si è tentato di far credere da parte del centrodestra solo al fine di polemizzare con la Regione Puglia. Ed è evidente che l'intera questione andava affrontata e risolta in sede politica, tra le amministrazioni di Lecce e Brindisi, e non con le carte bollate. In questo senso - dice Maniglio - il campanilismo esasperato, che travalica i confini politici, è un ostacolo che può avere effetti dirompenti sulla crescita dei territori. E a Brindisi, perché lo comprenda anche il collega Congedo, il presidente Errico ha solo interpretato, con la sua consueta forza ma legittimamente, il mandato che ha ricevuto da tutte le forze politiche, comprese An e Fi che nella "grandiosa" battaglia per la sabbia hanno convintamene sostenuto il presidente.

"La polemica del centrodestra pertanto è inconsistente", dice Maniglio. "La Regione Puglia, più volte chiamata in causa, la sua decisione l'ha assunta, consentendo il prelievo della sabbia brindisina. C'è da chiedersi piuttosto perché il Comune di Lecce prima si è presentato con una proposta (utilizzare sabbia di cava) e poi ha cambiato idea. Adesso è prevedibile che il contenzioso continui, ma ciò non servirà ad attrezzare le spiagge di san Cataldo. Ecco perché appare necessario che gli amministratori leccesi si attivino a ricercare soluzioni utili e condivise senza ulteriori indugi e relativi danni per gli operatori e i villeggianti della marina leccese."

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