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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Salvataggio della Ico “Tito Schipa”, chiamato in causa il ministro dei Beni culturali

Il senatore Dario Stefàno, di Sel, ha chiesto a Dario Franceschini di inserire una clausola di salvaguardia per l'istituzione concertistica. Il futuro dipende dalla riorganizzazione delle funzioni della Provincia di Lecce secondo la riforma Delrio

LECCE – Il destino delle società partecipate e in generale degli enti partecipati dalle Province assume una valenza particolare in un territorio, come quello salentino, dove la pubblica amministrazione è il principale datore di lavoro: uffici giudiziari, Comuni e sedi istituzionali periferiche, università. E nessuna esigenza di razionalizzazione, per quanto necessaria, può passare sopra il valore di un’attività culturale che uno dei fiori all’occhiello di una provincia intera.

La riforma che porta la firma di Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del consiglio e in precedenza sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, è ancora molto indefinita nei suoi contorni attuativi ma alcuni punti fermi ci sono: innanzitutto le Province non sono più organismi direttamente elettivi, in secondo luogo hanno subito un massiccio taglio dei trasferimenti, come sancito dal decreto 66 (Irpef) di recente approvazione. Nonostante lo scetticismo di molti, che pensavano che alla fine si sarebbe risolto tutto con la “classica” bolla di sapone, il governo si sta dimostrando determinato nel perseguire il progetto di riforma. Il tempo dirà se utile al Paese. Intanto però c’è da prendere atto della realtà e comprensibili sono le preoccupazioni dei lavoratori interessati dal ridimensionamento. Nel caso di Lecce, quelli di “Alba Service”, “Nuova Salento Energia” e fondazione “Tito Schipa”.

Quest’ultima è una delle tredici istituzioni concertistiche presenti in Italia e la qualità della sua attività ha ricevuto nel corso del tempo numerosi attestati. Una buona parte della promozione in campo culturale del territorio salentino è merito proprio della fondazione e dell’orchestra che ha raccolto consensi in Italia e all’estero. La consapevolezza che questa potrebbe essere l’ultima stagione di attività è maturata proprio all’inizio della stagione sinfonica, aperta da un eccellente concerto diretto da Nicola Piovani una settimana addietro. In suo favore si sta levando un appello da parte di esponenti di movimenti e associazioni.

E ora è arrivata anche un’interpellanza urgente al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, da parte del senatore Dario Stefàno. Anche la politica sta cercando di fare quadrato, sebbene un vertice convocato ieri dal presidente della Provincia di Lecce abbia avuto solo poche adesioni da parte della deputazione salentina. “La Fondazione con la sua orchestra – sottolinea Stefàno-  è una delle realtà più interessanti del panorama della musica sinfonica in Italia, occorre dunque scongiurare l’ipotesi peggiore. La situazione della Ico di Lecce è però singolare rispetto alle altre dodici Ico italiane, poiché tra gli enti di gestione non c’è la Regione, motivo per cui il passaggio di competenze previsto dall’abolizione delle Province in questo caso non avrà solo un impatto formale”.

“L’assessore alla Cultura della Regione Puglia – spiega l’esponente di Sel - pur affermando la volontà di istituire un’orchestra regionale, ha dovuto precisare l’attuale impossibilità a procedere poiché vincolata dall’attesa delle determinazioni che il governo nazionale intende assumere rispetto alle funzioni provinciali”.

“Il ministro – conclude Stefàno -  ha dichiarato che è chiusa la stagione dei tagli ed è cominciata la stagione degli investimenti, poiché il sostegno alla cultura diventa una scelta economica strategica. Siamo dunque fiduciosi che vorrà sposare questa nostra vicenda, introducendo una norma di salvaguardia per gli enti culturali che come la Ico di Lecce risultano profondamente coinvolti dai provvedimenti sulla ridistribuzione delle competenze proprie alle Province”.

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