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Il Tar boccia sindaco Fai. Il Pd: "Esperienza conclusa"

Veglie: il caso politico del sindaco Fai che ha surrogato i consiglieri di maggioranza, per governare è chiuso dal Tar di Lecce, che boccia l'atto. E ora il Pd chiede la fine della sua amministrazione

VEGLIE - Il Tar potrebbe aver segnato la fine anticipata dell'amministrazione Fai di Veglie. È quello che pensano almeno i consiglieri di maggioranza, che si erano rivolti al tribunale amministrativo leccese, dopo essersi dimessi dal consiglio, contro la scelta del sindaco di continuare ad amministrare, surrogando i "ribelli".

La sentenza del Tar di Lecce ha dato torto al sindaco, che aveva cercato di proseguire il suo mandato: "Il Tar sostiene che Fai - chiariscono i consiglieri di maggioranza - ha calpestato le regole democratiche utilizzando in maniera illegittima il suo ruolo di sindaco, quando afferma: ‘Oltre alla prospettata violazione di legge sussiste, dunque, un evidente vizio di disparità di trattamento tra i consiglieri dimissionari, i quali per esprimere la propria volontà hanno dovuto attendere la riapertura dell'ufficio di protocollo, ed altri soggetti istituzionali rilevanti del medesimo ente che, al fine di scongiurare il disegno che la maggioranza dei consiglieri si proponeva di perseguire (lo scioglimento dell'organo), hanno invece avuto (illegittimo) accesso al sistema informatico nell'orario di chiusura del protocollo stesso'".

Il Partito Democratico di Veglie aveva più volte invitato Fai a rassegnare le dimissioni, poiché la sua gestione amministrativa "creava serie difficoltà alla credibilità del circolo e al gruppo dirigente nell'elaborazione di percorsi in grado di costruire future alleanze all'interno di un centrosinistra allargato". Fernando Fai ha, però, preferito rifiutare le indicazioni emerse dall'assemblea organizzativa del partito, continuando ad "impegnare risorse pubbliche per difendere una squadra di governo non interamente legittimata dal suffragio elettorale". Dal canto suo, il sindaco ha, però, già fatto sapere che si appellerà al consiglio di Stato, per far valere le proprie ragioni.

"Ora - dichiarano dal Pd - benché l'esperienza amministrativa debba ritenersi conclusa, poiché il Tar ordina che ‘la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa' la triste telenovela continua, per insipienza dell'autorità amministrativa e per un volgare attaccamento alla poltrona".
"Utilizzare il denaro dei cittadini vegliesi - attaccano dal Pd - per ricorrere al Consiglio di Stato è scandaloso, poiché si continua a dissanguare un Paese già martoriato dai debiti, solo per rimanere in carica altri tre mesi. Sarebbe, pertanto, il caso che la vicepresidente regionale Loredana Capone prenda visione della sentenza del Tar affinché abbia tutti gli elementi di valutazione prima d'inserire tra i fondatori della sua neoformazione correntizia il sindaco Fai, dal quale il circolo di Veglie ha preso le debite distanze".

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