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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Indennità annullate. Tra Provincia e dipendenti uno “strappo” ancora da ricucire

I lavoratori dell'ente e il presidente tornano sulla questione della delibera 37 che vuole recuperare, così, gli 800 mila euro che mancano dal fondo del personale. Gabellone: "Contestiamo quanto fatto dalla ragioneria dello Stato"

 

LECCE - Una partecipazione a dir poco sentita quella dei lavoratori della Provincia di Lecce all’assemblea odierna con il presidente dell’ente, Antonio Gabellone. L’intento era ricucire lo strappo con l’amministrazione di Palazzo dei Celestini dopo il “duro colpo” della delibera 37 che annulla le indennità di servizio. Il fine? Recuperare 800 mila euro dalla casse del personale. Una scelta imposta, secondo l’ente, dalla Ragioneria di Stato che ha accertato che quella somma destinata ai lavoratori,certificata nel 2007, non è più disponibile.

Ma i dipendenti non ci stanno a questo “scippo” di circa 100-200 euro a testa sullo stipendio e respingono le responsabilità al mittente. “A pagare siano i funzionari che hanno messo la firma, commettendo un errore tecnico”: è questa la posizione unanime, condivisa dai sindacati e dalle Rsu che puntano il dito contro chi non ha attivato per tempo il nucleo di valutazione, “sbagliando così la procedura”.

In più, secondo una circolare dell’allora ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, le somme dovrebbero essere recuperate in sede negoziale successiva. Quando, cioè, si andranno a firmare i nuovi contratti integrativi. “L’ammanco non è immediatamente esigibile, attraverso la sospensione di indennità di rischio, reperibilità, responsabilità sui procedimenti e così via, che mettono fortemente in crisi le famiglie dei lavoratori”, spiegano i sindacalisti a Gabellone.

Sullo sfondo, inevitabile, lo scenario di una guerra tra poveri: la battaglia si gioca tutta su quelle 100, 200 euro che vanno a sfoltire una busta paga, in molti casi, piuttosto magra. “A differenza degli stipendi dei vari dirigenti che, naturalmente, non sono intaccati da questi provvedimenti”, incalza una lavoratrice.

provincia indennità 003-2E la polemica si ingrossa inevitabilmente quando i sindacalisti rivendicano la natura “unilaterale del provvedimento”, preso dall’amministrazione senza un preventivo accordo con le parti sociali che, anzi, non ne sapevano nulla. “Un buon nocchiere è quello che, quando il mare è in tempesta, sa abbassare le vele”: con questa metafora un dipendente mette alle strette il presidente, parlando di un “fallimento dell’amministrazione quando i suoi atti non nascono da una discussione democratica”.

Gabellone, chiamato a rispondere sul ritiro della delibera incriminata e su altre proposte dei sindacati -  tra cui quella di alimentare il fondo del personale con le somme derivanti dagli straordinari e di accedere ad un parere legale - non si tira indietro sul dialogo. Ma avvisa che a monte ci sarebbe un’interpretazione dei testi di legge sbagliata, da parte della Ragioneria di Stato, che l’amministrazione intende contestare. “Si parla impropriamente di recupero delle somme perché la Ragioneria ci avvisa che il denaro, invece, non è più disponibile. Se malauguratamente anche il Tribunale del Lavoro dovesse considerare quella posizione corretta, l’amministrazione provvederà a recuperare le somme rivalendosi su chi ha sbagliato. Ma ora non siamo in questa condizione”, conclude il numero uno di Palazzo dei Celestini.

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