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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Galatina

Ceneri Colacem, l’ex viceministro chiede provvisoria chiusura e interroga Governo

Il deputato Stefano Fassina propone la sospensione delle attività in attesa di nuova Aia. La procedura nelle mani della Provincia su delega della Regione

GALATINA - Sulla vicenda delle ceneri provenienti dall’impianto industriale di Cerano e utilizzate  nel cementificio Colacem di Galatina, ora anche un’interrogazione parlamentare. La seconda, sul tema, dopo quella del Movimento 5 Stelle lo scorso anno. E’ stato Stefano Fassina, deputato di Sinistra italiana ed ex viceministro dell’Economia, a interrogare il ministro sull’annoso dubbio tra diritto alla salute e diritto al lavoro. Non più soltanto Ilva, dunque, ma questa volta la questione  approda anche nel Salento. “La finalità di questa interpellanza è sollecitare il Governo, per quanto di sua competenza - perché è evidente che vi sono competenze regionali in parte delegate alla Provincia di Lecce -, a evitare questo conflitto tra diritto alla salute e il diritto all'ambiente e fare in modo che si possa comporre una soluzione che sia soddisfacente per entrambi i diritti fondamentali tutelati dalla nostra Costituzione”.

Sono queste le parole dell’esponente di SI, il quale ha sottolineato davanti agli altri deputati della Camera come la Colacem di Galatina operi “per il recupero di ceneri leggere e ha avviato una procedura per il rinnovo dell'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale. Il punto è che Colacem utilizza, per le proprie attività materiali ceneri, che provengono da stabilimenti che la Direzione distrettuale antimafia ha posto sotto sequestro, pur consentendo la facoltà d'uso, in particolare per quanto riguarda Cerano, Ilva e Cementir”.  “L'operazione della Direzione distrettuale antimafia, che va sotto il nome “Araba Fenice” – prosegue Fassina - non è intervenuta sul flusso di ceneri da Cerano (lo stabilimento posto sotto sequestro) a Colacem, nonostante si tratti di flussi assolutamente rilevanti, parliamo di 35 mila tonnellate di ceneri pesanti, 78 mila tonnellate di ceneri leggere e altri materiali sempre in volumi e in quantità estremamente rilevanti”. Come l’ex viceministro ha avuto modo di spiegare, il motivo di tanta attenzione nasce dalla concentrazione di neoplasie e malattie polmonari nel distretto galatinese. “Non cito i dati – afferma - ma sono davvero impressionanti. E nonostante i due aspetti che ho richiamato, si registra, a nostro avviso, una totale assenza di monitoraggio dell'impianto Colacem.

La Regione Puglia è intervenuta il 25 maggio scorso e ha definito una serie di prescrizioni per quanto riguarda il monitoraggio e gli standard che devono essere osservati. Tuttavia, almeno ad oggi, le indicazioni della Regione Puglia sono state sostanzialmente disattese. Il mese scorso i sindaci di Galatina e di altri comuni del territorio circostante hanno richiesto lo stop cautelativo del conferimento di ceneri da parte della centrale Enel di Cerano a Colacem”. Fassina chiede ora risposte urgenti dal governo centrale ed auspica l’immediata chiusura dell’impianto salentino, in attesa che vengano svolti i dovuti accertamenti e concesse le nuove autorizzazioni.

Il sottosegretario di Stato per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Gabriele Toccafondi, ha fatto sapere che una richiesta di Colacem per una nuova Aia c’è e risale al 27 settembre del 2016 e il procedimento è in corso e nelle mani della Provincia di Lecce, su delega della Regione Puglia. Ma Palazzo dei Celestini, stando alla risposta di Toccafondi, avrebbe intanto autorizzato l’impianto industriale di Galatina al proseguire le proprie attività sulla scorta delle concessioni in possesso, vale a dire quelle ormai datate. La Provincia di Lecce, intanto, avrebbe ribadito che le prescrizioni dettate dalla Regione in sede di Conferenza dei servizi avranno efficacia soltanto col nuovo atto autorizzativo non ancora emesso. Con il prossimo rinnovo autorizzativo, dovrebbero essere abbassati i limiti di emissione rispetto alla precedente Aia e ridotta drasticamente anche la quantità di rifiuti non pericolosi. I sistemi di filtrazione e attività di monitoraggio dovrebbere inoltre essere potenziati. O, almeno, così si spera.

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