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Mancata adozione del Pug: "La maggioranza sapeva di tutte le lacune"

Giuseppe Fornari, promotore di "Una buona storia per Lecce", interviene dopo le accuse di boicottaggio rivolte dal centrodestra agli avversari

LECCE – Il rinvio dell’adozione del nuovo piano urbanistico di Lecce, per la mancanza del parere obbligatorio e vincolante dell’Autorità di Bacino, ha scatenato un contraddittorio politico notevole.

La maggioranza di centrodestra ha palesemente accusato la sinistra di boicottaggio, approfittando di un filo diretto con l’agenzia regionale che si occupa delle questioni idrogeologiche del territorio pugliese. C’è da dire, tuttavia, che sull’opportunità di rinviare il Pug alla prossima consiliatura, si era espressa anche Adriana Poli Bortone, già sindaco della città, e alleata di Paolo Perrone, primo cittadino uscente, nel sostegno al candidato Mauro Giliberti.

Per gli esponenti del centrosinistra si tratta di una fallimento dell’amministrazione comunale, intenta a scaricare le proprie responsabilità sugli avversari. Così la pensa Giuseppe Fornari, promotore dell’associazione Una buona storia per Lecce, che sta dando vita anche a una lista a sostegno del candidato Carlo Salvemini che, da consigliere di minoranza, ha denunciato pubblicamente l’assenza del parere dell’autorità che invece era attestato dalla delibera di giunta che sarebbe dovuta arrivare in consiglio entro la fine del mese, ma che alla fine è stata rinviata.

Fornari chiarisce che “nessuna pressione politica dunque è stata fatta sull'Autorità di Bacino né da Carlo Salvemini né dalle associazioni che, come noi, si sono limitate a chiedere chiarimenti su come stessero le cose su un aspetto indefettibile del procedimento del Pug perché attiene alla sua legittimità formale e sostanziale”.

“Si è trattato quindi di una richiesta, è bene ribadirlo, di normale partecipazione democratica, che a torto l'attuale sindaco Perrone e l'assessore Martini pretendono di fare passare come inusuali interlocuzioni o ancor peggio come pressioni indebite o addirittura minacce. A tali richieste l'Autorità di Bacino ha risposto confermando non solo che il parere non era stato reso ma addirittura che non era stato mai chiesto”.

“Se le lacune di cui oggi sappiamo è affetto il Pug si possano definire solo disattenzioni è una valutazione che lascio ai cittadini leccesi, ribadendo che erano lacune di cui l'attuale maggioranza non poteva non essere a conoscenza ma, nonostante tutto,  ha comunque fino all'ultimo premuto l'acceleratore fino a sbattere contro al muro della evidenza dei fatti non più nascondibile, perché cristallizzata in atti nella disponibilità di chi esercita il controllo democratico. Così come l'attuale maggioranza era a conoscenza che il tavolo di concertazione intrapreso con l'Autorità' di era nel senso della necessità di subordinare il parere al preventivo adeguamento  dei piani idrogeomorfologici per il rilievo che alcune criticità avevano ai fini di dettare le direttrici del piano”.

Insomma, per Fornari il confronto tra amministrazione comunale e autorità era ad uno stato così interlocutorio che non può essere vero quanto sostiene il sindaco, e che cioè il parere potesse essere comunque reso. Il parere invece poteva essere reso solo dopo il preventivo adeguamento dei piani idrogeologici.

“Perrone e i suoi – prosegue Fornari - questo lo sanno ed è per questo, solo per questo, che dichiarano che si dovranno fermare con questo rendendo giustizia rispetto alle accuse che a Carlo Salvemini ma anche a me sono state fatte dalla attuale maggioranza e da Adriana Poli Bortone . Non ne è mancata nessuna, compresa la (sempre in voga) accusa alla sinistra di essere animata dalla cultura del sospetto. Più banalmente, Carlo Salvemini e gli altri consiglieri della minoranza avevano detto né più né meno quello che oggi, riversando la responsabilità su altri, sono costretti ad ammettere lo stesso Assessore Martini ed il Sindaco Perrone: no parere (dell'autorità di Bacino) no Pug”.

“Per parte mia, nel riprendere l'azione dei consiglieri di minoranza, avevo denunciato quanto arrogante fosse l'atteggiamento della maggioranza nel voler, in assenza di alcuni imprescindibili presupposti di legge, andare comunque avanti nell'adozione del Pug. Per questo l'ex sindaco Adriana Poli Bortone, pur condividendo, per opportunità politica, la necessità di consentire alla maggioranza che uscirà dalle elezioni di giugno di adottare il Pug, non se l'è sentita di sottrarsi all'utilizzo di parole in libertà definendo "marxista" la mia presa di posizione”.

“Oggi tutte le accuse nei confronti del centrosinistra così come quelle nei miei confronti , si sono rivelate infondate, solo parole a vanvera che si sarebbero potute risparmiare se solo si fosse voluto comprendere fin da subito che ci sono dei momenti in cui, anche chi è stato per troppo tempo convinto di poter vincere con l'arroganza, deve arrendersi.

Lo scontro sul Pug cittadino è emblematico nel dimostrare come, dopo troppi anni di potere, trasparenza e poteri di controllo siano vissuti dall'attuale maggioranza con fastidio e come la stessa, con in testa l'attuale primo cittadino, non si senta più vincolata rispetto alla cittadinanza da un dovere di trasparenza.  A questo punto speriamo davvero che sia definitivamente calato il sipario,  e che del Pug si possa occupare la maggioranza che uscirà dalle prossime elezioni. Io sono convinto che l'arroganza del potere che governa Lecce da troppo tempo e che non sopporta più nemmeno il normale confronto democratico andrà a casa. L'adozione del Piano, atto politico di straordinaria importanza per la città, sarà frutto di un percorso trasparente, partecipato e nell'interesse di tutti i leccesi. Nessuno escluso”.

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