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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Giliberti alla vigilia del voto: “Il litorale sarà la mia prospettiva principale”

Il centrodestra lo ha scelto per dare continuità a un governo quasi ventennale. In questa intervista il candidato risponde alle dieci domande di LeccePrima

LECCE – A Mauro Giliberti il centrodestra ha affidato il compito di dare continuità all’esperienza di governo targata Adriana Poli Bortone prima e Paolo Perrone poi. Il giornalista ha risposto alle dieci domande di LeccePrima per raccontare la campagna elettorale che termina proprio oggi. Alle 19.30 presso il parco Melissa Bassi, zona 167, conosciuto come Trax Road, Giliberti terrà il suo comizio conclusivo.

La campagna elettorale obbliga a battere la città palmo a palmo. Quali sensazioni personali ne ha ricavato e quali esigenze collettive le pare di aver raccolto?

Il senso del mio impegno è l’ascolto. Ho voluto approfondire tante storie personali dei leccesi perché credo che non si possano dare risposte senza conoscere le domande. I cittadini chiedono opportunità di lavoro fondate sul merito e sulla giustizia. Non ci sono soltanto le esigenze dei giovani che non trovano occupazione, ma anche quelle dei quarantenni, dei cinquantenni o addirittura dei sessantenni che hanno perso il lavoro e si sentono dire che sono troppo vecchi per trovarne un altro. Per loro dobbiamo costruire percorsi che possano ridare dignità e speranza, anche attraverso la costituzione di piccole cooperative per lavori di recupero del decoro nei quartieri, specialmente quelli di periferia.

Alla luce di quanto sopra, c’è qualche iniziativa che aggiungerebbe alla sua agenda politica? Si rimprovera qualcosa?

Credo che per essere un buon sindaco si debba innanzitutto partire dalla conoscenza delle storie umane e dei vissuti; per questo ho aggiunto, di volta in volta, le proposte della mia azione amministrativa, dando forma così ad un programma elettorale in quattro ristampe. Sono orgoglioso di dire che per primi abbiamo diffuso un programma, aggiornato fino alle ultime ore con le istanze dei cittadini. Do sempre il cento per cento e anche oltre, arrivo con la mia forza di volontà fin dove mi spingono le mie forze fisiche. Per questo non ho nulla da rimproverarmi.

La diffidenza nei confronti della classe politica è un fatto nazionale, e non solo. Si avverte anche in una dimensione di prossimità, quale quella delle amministrative, questa distanza?

Credo che a Lecce la demagogia e il populismo non attecchiranno; la distanza fra i cittadini e la politica, nel mio caso specifico, è colmata dal fatto che sono alla prima esperienza e quindi l’unica vera novità di questa campagna elettorale. Per cui ritengo che una certa diffidenza, forse possibile in una fase iniziale, si sia trasformata in un rapporto vero e improntato sulla fiducia reciproca. Non ho promesso nulla se non il fatto di mettermi a disposizione con tutto me stesso e con la prospettiva umana di voler fare il sindaco di Lecce, con l’unico obiettivo di fare bella figura davanti agli occhi dei miei concittadini e dei miei figli nei prossimi dieci, venti, trenta anni.

La domanda sulle priorità nei primi cento giorni di governo è scontata. Poniamo allora la questione, quella degli atti dell’amministrazione uscente che ritiene dannosi o insufficienti o comunque migliorabili.

Non ho paura di rispondere alla domanda sui primi cento giorni, perché in politica porto la mia visione e le mie priorità. Inizieremo da subito ad avviare tutte le procedure volte all’istituzione della Carta Famiglia, attraverso la mappatura dei bisogni. Favoriremo l’arrivo di flussi turistici importanti nelle marine, dove si giungerà in bus gratuitamente grazie alla tassa di soggiorno rilasciata da alberghi e B&B. Gli esercizi commerciali dovranno essere invasi dai clienti, perché gli esercenti del litorale hanno sofferto fin troppo.

Emergenza abitativa: Salvini ha auspicato, proprio qui a Lecce, che si dia la priorità ai residenti da un decennio. Cosa ne pensa al proposito?

Credo che la priorità del sindaco di Lecce siano i leccesi non perché lo dice Salvini, ma perché appartiene al senso stesso dell’essere sindaco, che è un primus inter pares, l’interlocutore politicamente più vicino alla comunità e la persona in cui il cittadino dovrebbe credere. Per l’edilizia sociale penso che “una casa popolare per ogni via” sia una soluzione da preferire rispetto ai blocchi di cemento in periferia, ed è questa la soluzione che proporremo alla Regione. I fondi stanziati, almeno in parte, possono servire ad acquistare ed a riqualificare case abbandonate nel territorio comunale.

Trasporti: il filobus si smonta o si rende più efficiente?

Il filobus non si può smontare perché vi è un piano di ammortamento; è come se volessimo chiudere un mutuo senza pagare la rata finale. Per questo, se la Regione si accorgerà finalmente che il filobus costa 5 euro/km e lo finanzierà, potremo tenerlo in piedi e farlo funzionare bene; in caso contrario, se continuerà a finanziarlo a meno di 2 euro/km come se fosse un normale autobus, saremo costretti a spegnere l’impianto, attendendo la fine del piano di ammortamento. A quel punto potremo smontarlo, sostituendolo con bus elettrici più piccoli, economici e frequenti, per una distribuzione più capillare delle fermate.

Il litorale resta la terra delle promesse troppo spesso mancate, che però si rinnovano a ogni scadenza elettorale. Perché stavolta dovrebbe essere diverso?

Vedo il litorale come la prospettiva più importante del mio mandato. Qui dobbiamo avviare la stessa operazione fatta per il centro storico, che fino a venti anni fa era ritenuto addirittura pericoloso. Si pensi alla chiesa greca o alle giravolte, che venivano segnalati come luoghi insicuri e malsani, mentre oggi ogni metro quadro del centro storico crea occupazione, sviluppo ed economia. Lo stesso intervento si può riproporre nelle marine programmando, progettando e attraendo finanziamenti che facciano di Lecce una città d’arte sul mare. Solo così potremo prolungare la permanenza del turista da 2-3 giorni a 5-7 giorni, con sbocchi occupazionali per giovani e ricadute incredibili sull’economia locale. Il nostro è un mare a misura di anziani, bambini e disabili. Per questo può essere la grandissima opportunità per il turismo leccese.

Anziani e bambini, due fasce di popolazione di cui la città non sembra particolarmente amica. Come invertire la rotta, realisticamente?

Lecce città dei parchi e borghi vorrà dire Lecce città dei bambini e degli anziani. Pertanto il mio impegno sarà massimo sui parchi, sulla gestione dei contenitori culturali, degli spazi delle periferie, luoghi di socializzazione per anziani e bambini, perché non penso alla politica dell’altalena come una politica del patto generazionale fra nonni e nipoti ma a quella delle piazze vive con eventi a misura di tutti. Un esempio significativo è Santa Rosa: nei mesi primaverili ed estivi porteremo all’aperto la pista da ballo del centro sociale per gli anziani, nel cuore della piazza antistante, che verrà riqualificata attraverso eventi di intrattenimento e spettacolo grazie a cui i nipotini scenderanno da casa per divertirsi al fianco dei nonni.

Lecce non è solo centro storico, ma lì vi è un problema di delicato equilibrio tra movida e residenti. Come se lo immagina sotto la sua azione di governo?

Occorre innanzitutto garantire il rispetto delle regole, che è la condizione dell’equilibrio fra residenti ed esercenti. Il patto di cittadinanza per il centro storico sarà siglato da un tavolo permanente fra chi vi abita e chi esercita il commercio, e sarà presieduto dal comandante della Polizia Locale, che avrà una sede anche nel centro storico. Attiveremo nuovi regolamenti condivisi che porteranno a una convivenza virtuosa e ricca di opportunità per tutti.

La città con gli anni prende consapevolezza del suo potenziale in termini di capacità di attrarre visitatori. Eppure per aprire le chiese o dare continuità alle attività nei poli culturali si fa ancora una gran fatica. Come mettere finalmente a sistema cultura, turismo e divertimento?

Il tema delle chiese richiede l’apertura di un ragionamento importante da nuovo sindaco della città con la curia arcivescovile. Sicuramente può essere un’opportunità fondamentale dal punto di vista occupazionale e una risorsa per l’attrattività del centro storico. Teatro Apollo, Agostiniani, Mura Urbiche (solo per citare alcuni esempi): abbiamo tanti contenitori culturali, dobbiamo lavorare sui contenuti e non vedo l’ora di intervenire su questo. Ho grandissimo entusiasmo per mettermi subito a progettare e programmare stagioni culturali da un evento al mese e che possano mettere finalmente in rete tutte le nostre risorse: centro storico, chiese, monumenti, musei, parchi, borghi (che torneranno a splendere grazie al finanziamento da 18 milioni di euro del progetto sulle aree rurali, insieme alle marine). Insomma, dal rosone di Santa Croce al Porto turistico di San Cataldo passando per Acquatina, penso a un sistema ambizioso che rappresenterà la svolta della mia amministrazione e visione di città.

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