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L'accordo non sopisce le polemiche a Palazzo Carafa

Il compromesso in prefettura ha dato il via ad un acceso scambio di battute tra Paola Povero del Pd e alcuni consiglieri di maggioranza: "Solita arroganza del sindaco". La replica: "Vuoto politico"

LECCE - "Neanche questa volta il sindaco Perrone è riuscito a trattenere la sua straripante arroganza", ha dichiarato senza mezzi termini Paola Povero, consigliera del Partito democratico che rivendica il suo ruolo decisivo nell'indurre il primo cittadino ad intervenire: "Io, personalmente, ieri sera avevo sollecitato telefonicamente un intervento istituzionale del sindaco, il quale però aveva preferito non scomodarsi per fare ieri quello che oggi, evidentemente messo alle strette dal perdurare del disagio, o più probabilmente del clamore mediatico, invece ha fatto, e cioè richiedere un incontro urgente al prefetto".

L'esponente della minoranza ha poi invitato la città di Lecce ad essere protagonista attiva e non indifferente in questa difficile vertenza: "La nostra comunità, pur non trattandosi di cittadini leccesi, ha il dovere di dimostrarsi solidali con questi lavoratori. Un'eventuale assenza la renderebbe complice dello schiavismo cui sono stati sottoposti, a pochi metri dalle nostre vite distratte".

Reazioni dalla maggioranza: "E' patetico mettere la bandierina"

Antonio Lamosa, consigliere comunale di "Lecce città del mondo", ha replicato: "E' patetico - afferma - il fatto che per coprire l'enorme vuoto di idee sul piano politico e amministrativo ci sia qualcuno pronto a mettere la sua bandierina su una vicenda delicata e che ha a che fare con il rispetto della dignità di persone che si trovano in una situazione di estrema difficoltà".

Elogi per il primo cittadino arrivano dal consigliere del Pdl Antonio Martella: "Grazie alla mediazione del sindaco Paolo Perrone - sostenuto anche dal prefetto Tafaro e dai rappresentanti sindacali - la città di Lecce è riuscita a dare una risposta rassicurante ai cittadini extracomunitari che non a caso hanno deciso di abbandonare il presidio davanti alla prefettura. Comprendiamo le loro ragioni che hanno portati in questi giorni alle dure manifestazioni di protesta in città, ma anche loro hanno capito che non potevano continuare a tenere questo tipo di atteggiamento per non arrecare gravi disagi alla popolazione leccese".

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