rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

L'imbarazzo della politica dinanzi al Sud immobile

Caso Montaguto: col blocco dei trasporti pugliesi diretti a Roma, il Sud si riscopre solo, emarginato e dimenticato da certa politica, oltre le rassicurazioni. Fitto: "Venerdì lo stato di emergenza"

LECCE - Una montagna di detriti come segno di un Sud a rischio di naufragio. Oltre le parole della politica, le promesse di un'attenzione speciale al Meridione che arrivano puntuali da Roma, manco fossero treni svizzeri, disattese nella nuova emergenza di Montaguto, che da oltre un mese rende un'odissea il viaggio di quanti con coraggio da Lecce o da Bari cercano di raggiungere la capitale. Dove finisca davvero l'Italia, quali siano i confini che certa politica ha delineato con pressappochismo irritante sono persino evidenti agli occhi di chi non vuol vedere.

Cosa sarebbe successo, quale mobilitazione avrebbe mosso il governo se la frana lenta in provincia di Avellino, si fosse verificata sulla tratta che collega Torino a Milano e viceversa? Le soluzioni che arrivano da Trenitalia sono la soppressione di due treni e la sostituzione con dei pullman per rendere la traversata degna di un romanzo epico. Ancora una volta, l'effetto sorpresa coglie impreparata una terra, abbandonata alle sue difficoltà: pare che quella frana abbia iniziato il suo corso ben sei secoli fa, tanto da mettere in preallarme persino il Regno di Napoli. L'immobilismo di oggi, causato da fango e ritardi di intervento, è una fotografia impietosa di un'Italia, che viaggia a due tempi, esattamente come accaduto nel lancio dell'alta velocità. Nessuno aveva, però, chiarito che la bassa velocità, rimasta al Sud, dovesse poi risolversi anche nel ritardo di interventi sull'emergenza in corso.

Il meridione che non funziona, nonostante le rassicurazioni dei politici-dipendenti, in fondo, è tutto qui: in una tratta che dovrebbe rappresentare il trionfo dell'alta velocità, che libera il sud dalla propria emarginazione, diventa il manifesto stesso delle sue vicissitudini. A Benevento, si scende e con un bel segno di croce (per chi ci crede ovviamente) ci si rivolge ai santi in paradiso, sperando nell'arrivo a breve termine del tele-trasporto risolutore. Senza calcolare i disagi per disabili ed anziani, che ad ogni cambio, sono costretti ad uno sforzo massacrante, per spostare i propri bagagli. Anzi, per i portatori di handicap, gli autobus-navetta portano in dote doppio disagio, per cui vietato l'accesso. Del resto, la classe politica che regge le sorti del Meridione è celebre per quanto accorta ai problemi del Sud e per la contemporanea abilità di sconcerto ad orologeria, senza tuttavia anima di risoluzione. Anzi, il consiglio dei ministri ha evitato di decretare lo stato di emergenza per la frana più grande d'Europa, nessun intervento della Protezione civile, a fronte di una realtà, dove dal 2006 ad oggi sono stati sperperati milioni di euro statali senza risolvere alla radice il problema.

Nessun problema, secondo i ben pensanti: se Trenitalia non và, per andare a Roma, c'è pur sempre il buon aereo. Perfetto. Il piccolo problema non indifferente è che Alitalia ha pensato bene di aumentare le proprie tariffe, fiutando la ghiotta occasione: qualcuno della compagnia di bandiera ha dimenticato con anticipo che i soldi per il suo risanamento vengono anche dal Sud. La politica, intanto, si divide sulle competenze. Ai cittadini resta un'unica soluzione al disagio: restare a casa, sognando di giungere alla capitale, in tempi decisamente migliori.

Fitto: "Venerdì, verrà dichiarato lo stato di emergenza"

Intanto la politica discute e si divide su chi ha maggiore responsabilità per quanto accaduto. Secondo il ministro Raffaele Fitto, il Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo dichiarerà lo stato di emergenza per i territori interessati dalla frana di Montaguto: "Il Governo, attraverso l'efficiente azione della Protezione Civile - afferma il ministro in una nota -, ha assicurato quanto necessario a fronteggiare nell'immediato l'emergenza dell'ennesimo fenomeno franoso e ha consentito in pochi giorni di individuare i siti nei quali stoccare i detriti affidando al commissario i poteri necessari a questo scopo".
"Strumentale" secondo Fitto, sarebbe la polemica contro il governo per cercare di celare le responsabilità vere di chi ha amministrato i territori in questione: non solo sarebbe "stucchevole" la polemica Nord-Sud, utilizzata, secondo il ministro, "per agitare gli animi dei cittadini pugliesi e campani", oltre che "espressione di una cultura politica che costituisce un'insopportabile zavorra per lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno".

E sulle responsabilità politiche, Rocco Palese chiarisce che le colpe sono di Antonio Bassolino, contro cui la sinistra pugliese dovrebbe prendersela per i problemi di questi giorni. Il capogruppo di opposizione regionale, spiega come "al netto della demagogia e del populismo di chi oggi dalla Puglia 'promette' di incatenarsi alternativamente a Palazzo Chigi o sui luoghi della frana di Montaguto", solo "grazie all'intervento del ministro Fitto" il consiglio dei Ministri dichiarerà lo stato di emergenza per i territori colpiti dalla frana.

Menniti e Perrone scrivono al premier Berlusconi

E intanto il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ed il sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, hanno scritto al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi (e per conoscenza ai ministri Matteoli e Fitto), per evidenziare i problemi connessi alla situazione che è seguita alla frana di Montaguto e alla interruzione dei collegamenti ferroviari della Puglia con Roma. I due sindaci chiedono al premier un atto fermo del Governo che metta nelle mani delle Istituzioni pugliesi, le parti portatrici degli interessi reali nella questione, la gestione dell'emergenza: "Certamente starà seguendo - scrivono - in prima persona quello che sta accadendo per la frana di Montaguto e la interruzione dei collegamenti ferroviari tra la Puglia e Roma e avrà verificato in che modo maldestro e tardivo si stia cercando di correre ai ripari. Temiamo che non sia chiara a tutti la reale dimensione del problema, che sta procurando fortissimi disagi ai cittadini che raggiungono periodicamente la capitale sulla tratta che parte da Lecce e che è una delle più affollate di tutto il territorio nazionale. Un evento cui è seguita una interpretazione sbagliata e che per questo necessita adesso di un atto fermo del Suo Governo".

"Siamo fermamente convinti - precisano - innanzitutto che sebbene l'episodio franoso si sia verificato in territorio campano, l'interesse ad una rapida soluzione del problema sia quasi esclusivamente pugliese e che si sia sin qui perso tempo prezioso ad attendere i frutti del lavoro del Commissario per l'Emergenza della Regione Campania. Sarebbe stato certamente più utile dare vita ad un tavolo tecnico con gli esperti di Trenitalia, della Regione Puglia e dei Comuni pugliesi più importanti della tratta ferroviaria in questione (es. Lecce, Brindisi, Bari) per superare innanzitutto l'emergenza ed individuare soluzioni tecniche in grado di garantire la continuità del trasporto ferroviario; in buona sostanza con le parti realmente portatrici di interessi reali nella questione. Soluzione che resta comunque ancora praticabile non appena il Consiglio dei Ministri, come annunciato, dichiarerà lo stato di emergenza per i territori interessati".

I sindaci evidenziano come, a loro giudizio, la soluzione del problema stia "nelle mani sbagliate" e che il prossimo urgente passo da compiere sia quello di "affidare la gestione dell'emergenza ad un tavolo pugliese": "Siamo certi - scrivono in conclusione -, Presidente, che Lei, uomo del fare, pratico e concreto, indirizzerà in questo senso, senza indugi, il percorso per affrontare e superare l'intoppo. Questo territorio non può permettersi un solo minuto ulteriore di ritardo".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'imbarazzo della politica dinanzi al Sud immobile

LeccePrima è in caricamento